Il presidente ucraino ha incontrato prima Mattarella e poi la premier Meloni. La giornata si è conclusa con un incontro privato con il papa in Vaticano e uno scambio di doni
Il centro storico di Roma è blindato. Gli spostamenti delle forze di sicurezza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono stati studiati nei minimi dettagli. La visita nella capitale è iniziata con l’arrivo di Zelensky all’aeroporto di Ciampino, dove è stato accolto dal vice premier Antonio Tajani.
Mentre i blindati della sicurezza si dirigevano verso il Quirinale, prima tappa del presidente ucraino, a piazza Barberini si sono riuniti una decina di membri dell’Associazione degli ucraini cristiani in Italia per vedere il suo passaggio.
Poco prima di mezzogiorno, nel cortile del Quirinale, il presidente Mattarella ha accolto il presidente ucraino con tutti i riti e gli onori del caso. I due si erano incontrati l’ultima volta nel 2020, prima della guerra. All’epoca Zelensky indossava giacca e cravatta, un outfit diverso dalla felpa nera sfoggiata.
«Riconfermo il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziario, umanitario e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale», ha detto Mattarella nel bilaterale tra le due delegazioni.
I due hanno affrontato diversi temi tra cui: il rapimento dei bambini ucraini da parte dell’esercito russo, la messa in sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia e l’adesione di Kiev all’Unione europea. Mattarella ha garantito che l’Italia aiuterà l’Ucraina nell’adempiere ai parametri per completare il procedimento di adesione.
«Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace. Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio», ha detto Zelensky prima di dirigersi a Chigi.
Fuori la Lega
Dall’importante visita di stato è stato escluso solo un partito: la Lega di Matteo Salvini. Nessun incontro è stato infatti previsto con il vicepremier del governo, pesano ancora le relazioni passate del leader del Carroccio con Vladimir Putin.
«Lo avrei incontrato ma non era previsto», ha detto il ministro delle Infrastrutture cercando di sedare i rumors. Salvini, o altri membri del partito facenti parti del governo, non è stato inserito neanche nel pranzo tra le due delegazioni al quale hanno partecipato invece il vice premier Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, e l’ambasciatore italiano a Kiev, Francesco Zazo. Prima di pranzo Meloni ha avuto un colloquio privato con Zelensky durato circa 70 minuti. Un faccia a faccia in inglese e senza interpreti, per tenere la conversazione il più privata possibile.
La presidente del Consiglio ha ribadito il suo impegno a 360 gradi nel sostenere l’Ucraina, sia nel fornire aiuti militari a Kiev sia nel rispettare rigorosamente le sanzioni europee contro la Russia. Nel punto stampa condiviso a palazzo Chigi, la premier ha sottolineato con fermezza che il governo sostiene una pace giusta, tarata sulla proposta di dieci punti presentata dal presidente Zelensky al G20 di Bali. «Il futuro dell’Ucraina è un futuro di pace e di libertà ed è un futuro europeo. Non ci sono altre soluzioni possibili», ha detto Meloni. «Roma si conferma un alleato affidabile e una capitale di pace», ha aggiunto.
L’incontro con il pontefice
«La guerra distrugge tutto. Preghiamo tanto per la pace in questi giorni». Sono le parole pronunciate dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, e battute dalle agenzie di stampa nello stesso orario in cui Zelensky giungeva a colloquio da papa Bergoglio in Vaticano. Anche con lui ha tenuto un incontro privato, dalla durata di circa 40 minuti, durante il quale «entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione», ha fatto sapere la stampa vaticana. Il papa «ha sottolineato in particolare la necessità urgente di “gesti di umanità” nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».
Zelensky ha ricordato che «non può esserci uguaglianza tra vittima e aggressione» e ha chiesto al papa di condannare i crimini russi. «Ho anche parlato della nostra formula di pace come dell’unica formula efficace per raggiungere una pace giusta. Si è offerto di unirsi alla sua attuazione», ha scritto su Telegram dopo la visita.
Prima di andare via c’è stato uno scambio di doni: il pontefice ha regalato al presidente una scultura che rappresenta un ramoscello d’ulivo, mentre ha ricevuto in dono un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile. Oggi Zelensky sarà a Berlino, dove le massime cariche dello stato lo accoglieranno con l’approvazione di un pacchetto di aiuti militari dal valore di 2,7 miliardi di euro. Il più costoso varato dalla Germania.
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