Il presidente, che aveva fatto abolire il vincolo dei due mandati presidenziali già nel 2018, sarà in carica per altri cinque anni anche come leader di partito e comandante delle forze armate. Nel suo discorso si è rivolto a Stati Uniti e occidente, colpevoli ai suoi occhi del deterioramento dei rapporti con la Cina
Xi Jinping è stato eletto presidente della Repubblica popolare cinese per la terza volta consecutiva.
Xi è stato eletto durante la terza sessione plenaria della quattordicesima Assemblea Nazionale del Popolo, l'organo legislativo del parlamento cinese, in corso alla Grande Sala del Popolo, su piazza Tienanmen. Il presidente è stato eletto all’unanimità, ottenendo 2.952 voti a favore e nessuno contrario.
L'elezione, il cui esito era già dato per scontato, è stata seguita da un lungo applauso. Dopo la votazione, Xi ha prestato giuramento sulla Costituzione cinese, portata nella sala dal picchetto d'onore.
Con la mano sinistra poggiata sul testo e la destra alzata con il pugno chiuso, Xi ha pronunciato il giuramento per primo, seguito dagli altri alti funzionari eletti oggi, Zhao Leji, nuovo presidente dell’assemblea Nazionale del Popolo, e Han Zheng, eletto vice presidente cinese.
Leader a tempo indefinito
Con la rielezione di oggi, Xi supera il vincolo del doppio mandato presidenziale, già abolito nel 2018, con una mossa che ha spianato la strada per una sua leadership a tempo indefinito, e si conferma come il leader cinese più potente dai tempi di Mao Zedong. Xi Jinping è al vertice del Pcc dalla fine del 2012, e della Cina, come presidente, dal marzo 2013.
Il presidente cinese è stato formalmente rieletto, sempre all'unanimità, anche al vertice delle Forze Armate, come presidente della Commissione Militare Centrale, completando il rinnovo delle cariche. Pochi mesi fa Xi era stato confermato anche al vertice del Partito Comunista Cinese come segretario generale, al termine del ventesimo Congresso del partito che si è celebrato a ottobre scorso.
Il prossimo quinquennio si preannuncia già come piuttosto difficile: nel suo discorso di fronte all’assemblea, Xi ha incolpato direttamente gli Stati Uniti e l'occidente del deterioramento delle relazioni con la Cina. «I rischi e le sfide che dovremo affrontare non faranno che aumentare» ha detto, pronunciando anche un appello all'unità, che estende anche all'esercito, a cui ha chiesto di rafforzarsi contro i «rischi strategici» e per «vincere le guerre». Nessun riferimento al conflitto ucraino o al piano di pace cinese presentato da Pechino per risolverlo: resta grande l’attesa per il prossimo viaggio di Xi a Mosca.
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