Il presidente ucraino Volodymy Zelensky arriverà oggi a Washington per una visita che ha lo scopo di sbloccare gli aiuti economici militari destinati al suo paese, ostaggio di un duro scontro politico tra democratici e repubblicani. Martedì, Zelensky incontrerà a porte chiuse senatori di entrambi i partiti e poi si recherà alla Casa Biaca dal presidente Joe Biden. Zelensky dovebbe incontrare anche lo speaker repubblicano Mike Johnson, considerato uno dei principali oppositori agli aiuti.

La Casa Bianca ha annunciato che se non si troverà un accordo i fondi da inviare all’Ucraina termineranno alla fine dell’anno, una situazione che potrebbe avere gravi conseguenze per l’Ucraina. Il governo di Kiev ha approvato una legge di bilancio che prevede per il 2024 un deficit di 42 miliardi di dollari, di cui almeno una decina dovrebbero essere finanziati dagli Stati uniti e 18 dall’Unione europea. 

Anche i soldi dell’Ue rischiano di essere bloccati. A opporsi al finanziamento è il primo ministro ugherese Viktor Orbán, che minaccia di porre il veto al finanziamento nella riunione a Bruxelles del 14-15 ottobre. Secondo fonti del Guardian, emissari del primo ministro ungherese ospiti di un evento organizzato del think tan conservatore Heritage Foundation in corso Washington in questi giorni, starebbero cercando di coordinare il blocco degli aiuti sulle due sponde dell’Atlantico.

Ultima trattativa

La visita di Zelensky arriva al culmine dello scontro sugli oltre 60 miliardi che Biden ha chiesto al Congresso di destinare all’Ucraina. I repubblicani, che controllano la maggioranza della Camera, si rifiutano di approvare il nuovo stanziamento se i democratici non acconsentiranno a un’estesa riforma dell’immigrazione. I democratici rispondono che la richiesta coincide con il programma della parte più radicale del partito repubblicano e per questo è inaccettabile. I repubblicani rispondono che la Casa Bianca e i democratici non hanno fornito un piano convincente per vincere la guerra che si è da tempo trasformata in uno stallo.

L’ultima visita negli Usa di Zelensky risale a settembre, quando il presidente ucraino aveva incontrato una serie di senatori nel tentativo di spingere i nuovi aiuti. Ma i suoi tentativi, fino ad ora, sono falliti e le dinamiche interne della politica statunitense hanno mantenuto il finanziamento bloccato. Proprio pochi giorni dopo la sua visita di settembre, il Congresso aveva votato l’esclusione dei fondi all’Ucraina da un pacchetto legislativo per finanziare il governo federale. Un pessimo precedente per le trattative di questi giorni.

Conseguenze imprevedibili

ANSA

Fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno fornito circa metà delle armi ricevute dall’Ucraina e hanno finanziato un quarto del suo bilancio pubblico. Lo stop ai fondi americani è destinato ad avere un impatto ampio e trasversale. 

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha detto che tra le conseguenze militari ci sarà una crisi delle difese aeree che proteggono le città ucraine dagli attacchi russi. Le batterie di Kiev utilizzano in gran parte costosi missili di fabbricazione occidentale, come i famigerati Patriot. Le forniture di munizioni per l’artiglieria, vitali per mantenere la linea del fronte, sarebbero probabilmente la vittima successiva, ha detto Sullivan.

Le forniture di armi all’Ucraina aveva già subito una flessione dopo lo scoppio del conflitto a Gaza, hanno affermato diversi funzionari ucraini. Secondo diverse indagini giornalistiche, circa 57mila proiettili di artiglieria, sufficiente per oltre un mese, sono stati trasferiti in Israele, dopo essere stati inizialmente assegnati all’Ucraina.

Mentre politici e media ucraini continuano a dirsi convinti che la situazione al Congresso presto o tardi sarà sbloccata, il governo di Kiev sta iniziando a cercare soluzioni alternative. Indipendentemente da come voteranno altre nazioni, ha detto il capo del consiglio di sicurezza ucraino Oleksiy Danilov, «non smetteremo di difendere il nostro paese». L’obiettivo dell’Ucraina, ha detto, è rendere il suo esercito così forte «da non essere più ostaggio delle decisioni altrui».

In oltre un anno e mezzo di conflitto, il governo ha investito molto nella sua industria militare e ha sottoscritto contratti con diversi produttori internazionali di armi per creare impianti sul suo territorio. Ma le risorse che Kiev può impiegare nel conflitto sono limitate dalle dimensioni della sua economia. Il bilancio 2024 prevede spese militari per circa 40 miliardi di dollari, contro i 115 impegnati dalla Russia.

L’eventuale stop agli aiuti americani, specialmente se coinciderà con problemi simili sul fronte dell’Unione Europea, rischia di avere conseguenze sull’intera economia ucraina. Con un deficit fissato al 20 per cento del Pil e quasi interamente finanziato da donazioni e prestiti internazionali, Kiev potrebbe trovarsi costretta a decidere se pagare lo stipendio dei militari o quello dei medici negli ospedali. Senza aiuti, ci sarà un  crisi «molto molto traumatica, non solo per l’Ucraina, ma per tutta l’Europa», ha riassunto la situazione il ministro delle Finanze ucraino Serhiy Marchenko.

Missili su Kiev

A confermare la precarietà della situazione in Ucraina ci ha pensato un nuovo attacco russo contro la capitale. Questa notte, intorno alle 4, numerose esplosioni sono risuonate nei cieli della capitale, quando le difese aeree si sono attivate prima che entrassero in funzione le sirene d’allarme.

Secondo gli ucraini, la capitale è stata bersagliata da otto missili balistici russi, dispositivi costosi e velocissimi che impiegano una manciata di minuti ad arrivare sul bersaglio dalle loro basi in Russia. Gli ucraini dicono di aver intercettato tutti i proiettili, ma quattro persone sarebbero rimaste ferite nella periferia della capitale a causa dei detriti delle esplosioni. 

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