- Zelensky ha tenuto una conferenza stampa nella metropolitana di Kiev e si è detto pronto a incontrare Vladimir Putin, ma ha chiarito che non accetterà alcun referendum nelle zone occupate per un’eventuale annessione alla Russia.
- «Vorrei che il Papa aiutasse a sbloccare i corridoi umanitari verso Mariupol, e gli abbiamo chiesto di farlo» ha detto il presidente ucraino Zelensky. Aspetta il presidente Draghi e ha ringraziato l’Italia.
- Il ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato che «il governo italiano ha deciso in queste ore l'invio di esperti scientifici e forensi per supportare la Corte internazionale nel verificare e dimostrare i crimini di guerra perpetrati in Ucraina». La settimana prossima si svolgerà una riunione del Consiglio d’Europa.
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha detto con tono accorato: «Non ho il diritto di avere paura». Il 24 aprile sono due mesi dall’inizio della guerra e l’orrore non si ferma. Il premier ha tenuto una conferenza stampa nella metropolitana di Kiev e si è detto pronto a incontrare Vladimir Putin, ma ha chiarito che non accetterà alcun referendum nelle zone occupate per un’eventuale annessione alla Russia.
Prima ha lanciato l’allarme verso l’Europa: l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin è «solo l’inizio». Se il presidente russa deciderà o no di estendere l’offensiva dal punto di vista geografico, quel che è certo è che ieri si è registrata un’altra giornata di attacchi a più città, con vittime e feriti, e l’Europa vuole cercare una strada per punire i crimini di guerra.
Il 24 aprile Kiev celebra la Pasqua ortodossa mentre l’esercito russo inasprisce la sua offensiva: «Alla vigilia della Pasqua, sono stati lanciati sette razzi su Odessa ed è morto un bambino di tre mesi. Sono solo dei bastardi». Il presidente ucraino, Zelensky, ha parlato a telefono con il primo ministro britannico, Boris Johnson, di una «nuova fase» degli aiuti militari. Durante la conferenza stampa ha ringraziato l’Italia e ha detto che aspetta il presidente del consiglio Mario Draghi.
Gli attacchi
Sabato, ha riportato il Guardian, è emerso un video che mostra donne e bambini nell’acciaieria Azovstal di Mariupol che stanno «esaurendo le forze» e devono essere evacuati urgentemente. In mattinata era circolata la notizia di un corridoio umanitario, ma non è andato avanti. La colpa, ha spiegato un funzionario della città citato dalla testata britannica, sarebbe della Russia.
Più di 300 persone, tra cui 90 bambini, sono stati deportati con la forza in Russia da Mariupol, ha affermato il consigliere del sindaco della città. «Vorrei che il papa aiutasse a sbloccare i corridoi umanitari verso Mariupol, e gli abbiamo chiesto di farlo», ha detto Zelensky. Nel pomeriggio sei persone sono state uccise e diciotto ferite in un attacco missilistico nella città portuale di Odessa, nel sud del paese, ha detto il capo di stato maggiore del presidente Andriy Yermak. Tra le vittime anche un neonato.
I generali
La Russia ha segnalato un attacco di Kiev in una regione di confine, inoltre due generali russi sono stati uccisi vicino a Kherson, ha detto la direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. Ieri è circolata la notizia, riportata dal Daily Mail, che il “macellaio di Bucha”, l’ufficiale russo Azatbek Omurbekov, sarebbe stato promosso dal Cremlino da tenente a tenente colonnello. Il ministero della Difesa di Kiev ha scritto su Twitter: «Il capo della 64a brigata russa, per il mondo civile è un carnefice, un assassino, uno stupratore, un saccheggiatore. Ma per il Cremlino è un eroe».
I crimini di guerra
In attesa di comprendere se l’Unione europea andrà verso l’inasprimento delle sanzioni andando a colpire gas e petrolio russi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che «il governo italiano ha deciso in queste ore l’invio di esperti scientifici e forensi per supportare la Corte internazionale nel verificare e dimostrare i crimini di guerra perpetrati in Ucraina». La settimana prossima si svolgerà una riunione del Consiglio d’Europa, l’organizzazione che si occupa di promuovere e difendere i diritti umani. In agenda l’aggressione della Russia. In vista dell’incontro è stata presentata una richiesta di dibattito sulla necessità di garantire che i responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario siano chiamati a rispondere delle azioni commesse.
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