Il presidente russo avrebbe parlato di un possibile stop del conflitto durante il suo viaggio in Cina, ma Kiev non è disponibile. Intanto migliaia di persone sono state evacuate da Kharkiv
I russi avanzano nella regione di Kharkiv dove quasi 10mila persone sono state evacuate dopo l’offensiva russa iniziata il 10 maggio. Secondo la Cnn Mosca ha lanciato l’operazione più sorprendente in due anni di guerra, attraversando il confine settentrionale nel tentativo di conquistare Kharkiv, la seconda città più popolosa del paese sebbene Vladimir Putin, in un tentativo di disinformazione in stile Kgb, abbia escluso di voler conquistare la città.
Vovchansk, nella regione settentrionale di Kharkiv, ha subito un pesante assalto, con le forze russe che affermano di controllare i villaggi limitrofi, costringendo i civili alla fuga.
Che la situazione sia grave lo conferma la vicina Polonia che rivela di aver finanziato un progetto da 2 miliardi di euro per fortificare il confine con l’Ucraina e scacciare l’incubo di un ritorno russo.
Putin ha anche fatto sapere di aver discusso con il presidente cinese Xi Jinping, nella sua recente visita in Cina, della possibilità di una “tregua olimpica” durante i Giochi di Parigi che inizieranno il prossimo 26 luglio.
Lo stesso Xi Jinping, nel su viaggio in Europa, aveva affrontato la questione con il presidente francese Emmanuel Macron spiegando che Pechino sostiene convintamente la proposta. Che però non piace affatto al governo di Kiev.
Orizzonte olimpico
Così la proposta di una tregua olimpica è morta prima ancora di entrare in vigore. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista esclusiva all’AFP, ha escluso qualsiasi possibilità che ciò di cui hanno discusso Xi e Putin diventi realtà. «In primo luogo – ha detto – non ci fidiamo di Putin. Secondo, non ritirerà le sue truppe. Terzo, una tregua farebbe il gioco del nemico».
La prima ondata
Il presidente ucraino ha poi proseguito spiegando che quello che sta accadendo a Kharkiv «è la prima ondata. I russi sono a non più di 5-10 chilometri dal confine e li abbiamo fermati. Non direi che è un grande successo (russo), ma dobbiamo essere cauti e ammettere che sono loro, non noi, a spingere nel nostro territorio».
«La Russia – ha detto – vuole conquistare Kharkiv, ma sa che è una battaglia difficile. Loro vogliono attaccare. I russi però non hanno le forze per un'offensiva su larga scala sulla capitale come all’inizio dell’invasione».
Ma Mosca potrebbe tentare di aumentare la pressione nella speranza che sia Kiev a chiedere una tregua per evitare il tracollo del fronte sempre più esteso e che penalizza chi ha meno truppe a disposizione.
Questo sabato è entrata in vigore in Ucraina la legge di riforma della leva che abbassa da 27 a 25 anni l’età per la coscrizione obbligatoria. Almeno 30 persone sono morte nel tentativo di attraversare il fiume Tibisco – che divide l’Ucraina dall’Ungheria e dalla Romania – mentre fuggivano per evitare l’arruolamento. La Romania ha riferito che circa 11mila ucraini hanno attraversato il confine in modo irregolare probabilmente per non essere arruolati.
La battaglia dei cieli
Kiev, inoltre, non riesce più a intercettare come all’inizio del conflitto i missili russi. «Oggi abbiamo il 25 per cento dei sistemi di difesa aerea che ci servirebbero. Abbiamo bisogno di tanti F-16 per raggiungere la parità con la Russia» ha detto Zelensky. Aggiungendo: «Dobbiamo costituire le riserve. C’è un numero significativo di brigate che sono vuote. Dobbiamo farlo in modo che i ragazzi (al fronte) possano avere rotazioni normali. È così che il morale migliorerà».
Il presidente ucraino si è poi rivolto ai leader cinesi che «vivono con la sensazione che se la Russia perde la guerra, non è una perdita per la Russia, ma una vittoria per gli Stati Uniti. È una vittoria per l’Occidente. E vogliono trovare un equilibrio tra le due cose». «Ecco perché – ha detto – mi piacerebbe che la Cina partecipasse al vertice di pace» del 15 e 16 giugno in Svizzera.
Ma le cose non migliorano se si rivolge lo sguardo all’Occidente. «Ci troviamo in una situazione assurda in cui l’Occidente ha paura che la Russia perda la guerra. E (allo stesso tempo) non vuole che l’Ucraina la perda. Perché la vittoria finale dell’Ucraina porterà alla sconfitta della Russia. E la vittoria finale della Russia porterà alla sconfitta dell’Ucraina».
Di fronte a una situazione sempre più tesa sia la Ue sia gli Usa tacciano. Una posizione ambigua che ha portato Simon Tisdall sul Guardian a un polemico editoriale: «Il fallimento della Nato nel salvare l’Ucraina solleva una domanda esistenziale: a cosa diavolo serve?»
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