- Nelle discussioni sul prossimo inquilino del Quirinale intervengono tutti, e tutti prestano ascolto anche ai partiti più piccoli come Italia viva, al quale cui si attribuiscono miracolistiche capacità di influenza nonostante il suo minuscolo drappello di parlamentari.
- Rimane invece nell’ombra il partito che dispone del più nutrito numero di deputati e senatori, il Movimento 5 stelle. Dalle parti del M5s non è ancora trapelato nulla.
- Ma è da quel magma complesso che dipendono le sorti di questa elezione. Benché l’influenza del partito di Conte sul governo sia stata quasi nulla, perché anche in politica spesso i voti si pesano più che contarli, tuttavia viene il momento in cui ogni voto conta: e ora è arrivato quel momento.
Nelle discussioni sul prossimo inquilino del Quirinale intervengono tutti, e tutti prestano ascolto anche ai partiti più piccoli come Italia viva, al quale cui si attribuiscono miracolistiche capacità di influenza nonostante il suo minuscolo drappello di parlamentari.
Rimane invece nell’ombra il partito che dispone del più nutrito numero di deputati e senatori, il Movimento 5 stelle. Dalle parti del M5s non è ancora trapelato nulla.
Ma è da quel magma complesso che dipendono le sorti di questa elezione. Benché l’influenza del partito di Conte sul governo sia stata quasi nulla, perché anche in politica spesso i voti si pesano più che contarli, tuttavia viene il momento in cui ogni voto conta: e ora è arrivato quel momento.
In attesa di vedere l’orientamento dei pentastellati si può ragionare a contrario e ipotizzare cosa possa succedere senza il loro apporto all’elezione del successore di Sergio Mattarella. In questo caso il sistema politico verrebbe sottoposto a due tensioni. La prima è prodotta dall’esclusione del partito che alle ultime elezioni, quelle politiche, le uniche che contano in un regime parlamentare, ha raccolto il consenso di un terzo degli elettori. L’emarginazione di una parte così consistente delle preferenze espresse provocherebbe in molti un senso di esclusione tale da spingerli ai margini del sistema, con un aumento dell’astensione o tentazioni ribellistiche.
E che oggi i sondaggi presentino i Cinque stelle fortemente ridimensionati non vuol dire nulla, sia perché non sono voti reali, sia perché queste rilevazioni, come ripetono sempre e correttamente i vari sondaggisti, non predicono il comportamento elettorale, figurarsi da qui a 16 mesi, quando si rinnoveranno le camere.
La seconda tensione investirebbe invece la legislatura, in quanto un presidente eletto contro i Cinque stelle produrrebbe la rottura dell’attuale maggioranza, con conseguenti elezioni anticipate.
Forse a qualcuno (Salvini, per esempio) farebbe comodo questo esito, ma l’interesse generale spinge per la continuazione della legislatura.
Se però i dirigenti pentastellati vogliono essere davvero protagonisti di questo passaggio istituzionale devono, quanto meno, presentare il profilo di un candidato accettabile per loro. E discuterne con gli altri partiti.
Il Movimento 5 stelle è chiamato a questa ulteriore prova di maturità nella sua storia. Ha ottenuto tanti consensi: sappia metterli a disposizione del sistema per rafforzarlo.
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