La senatrice ha una decina di eletti che non hanno votato il candidato del centrodestra alla presidenza di palazzo Madama, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia. I parlamentari di Forza Italia non hanno risposto all’appello, una prova di forza per chiedere il ministero della Salute. Poi però La Russa è stato comunque eletto
La notte non sembra aver portato consiglio in Forza Italia per l’elezione del nuovo presidente del Senato. Licia Ronzulli, fedelissima di Silvio Berlusconi, arrivata di buon ora in Senato e con il sorriso smagliante, ha deciso di dare un segnale forte a Fratelli d’Italia e alla leader Giorgia Meloni, orientando i suoi, una decina di senatori, a non votare il candidato del centrodestra Ignazio La Russa di FdI. Il partito, per evitare incidenti (il voto di oggi è segreto), ha deciso di non partecipare alla votazione, non ritirando la scheda. Lo ha confermato anche la senatrice di FI Stefania Craxi: «È un work in progress, poi si vedrà». Gli unici a entrare nella cabina sono stati Silvio Berlusconi e la presidente uscente di palazzo Madama, Elisabetta Casellati.
La strategia di Berlusconi
Silvio Berlusconi è entrato in Senato e ad accoglierlo ha trovato Licia Ronzulli e Francesco Paolo Sisto. Le voci di indicazione di bianca hanno iniziato a girare quasi subito.
«Berlusconi è tornato in Senato e non intende fare il comprimario. Non sta facendo una lotta personale, ma di principio. Ronzulli ha retto il partito e lui la vuole in consiglio dei ministri e non accetta veti, perchè se li accettasse ora tutta la legislatura si incrinerebbe», è il ragionamento dentro Forza Italia, che ora è riunita.
La sensazione è che FI sia disposta ad andare fino in fondo, facendo slittare a domani il voto per il presidente, se Meloni non cederà su Ronzulli. Se così fosse, la legislatura nascerebbe sotto auspici non favorevoli. «L’errore di Meloni è stato voler chiudere sui presidenti delle camere prima che sui ministri», ha spiegato un senatore forzista.
La bocciatura di Berlusconi, più che su un nome, è sul metodo Meloni. La premier in pectore, è in ragionamento che viene fatto in Forza Italia, ha detto no a tutte le richieste dell’ex cavaliere ma, soprattutto, ha anteposto le presidenze di Camera e Senato alla formazione del governo, come se la trattativa non andasse svolta tutta sullo stesso piano.
La Lega
Se la Lega ha fatto un passo indietro, con il candidato Roberto Calderoli che ha ritirato la sua candidatura, ora i problemi vengono dal partito di Silvio Berlusconi. Evidentemente l’offerta fatta ieri da Giorgia Meloni non è stata considerata sufficiente dal gruppo ristretto di FI e men che meno da Ronzulli, su cui pesa ancora il veto a qualsiasi dicastero imposto dalla leader di FdI.
Ronzulli, però, non sembra disposta a farsi mettere da parte ed è pronta ad aprire un problema politico sulla sua bocciatura a ministra della Salute.
L’aula
Tra i senatori di Fratelli d’Italia, a ridosso dell’inizio della prima seduta della XIX Legislatura, girava una risposta rivolta a chi chiedeva se l’accordo su La Russa fosse chiuso: «Prudenza».
Se nelle prime ore l’ipotesi era che Forza Italia facesse mancare qualche voto come segnale, ora la spaccatura potrebbe produrre un profluvio di schede bianche e il voto rinviato a domani.
Il regolamento del Senato, infatti, prevede che il presidente debba essere eletto a maggioranza assoluta dei membri in prima chiama e se ciò non avviene la seduta viene rinviata al giorno successivo.
In aula sono iniziate le votazioni, dopo la riunione della Giunta per il regolamento.
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