«Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi», ha detto il ministro dei Trasporti intervistato da Rtl 102.5. Intanto, sui profili social del partito e sul suo account personale non c’è traccia della manifestazione che si è tenuta a Roma contro l’assassinio di Navalny
Sono giorni difficili per il vicepremier Matteo Salvini che non riesce a smarcarsi dalle ambiguità dei rapporti tra il suo partito e la Russia. Nonostante il partito abbia partecipato alla fiaccolata organizzata al Campidoglio in onore dell’oppositore politico russo Aleksej Navalny, morto lo scorso 16 febbraio all’interno del carcere in cui era detenuto, Salvini mantiene una linea moderata. «Difficilmente riesco a sapere cosa succede in Italia, come posso giudicare cosa è successo dall'altra parte del mondo. Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi», ha detto il ministro in un’intervista a Rtl 102.5 il giorno seguente la fiaccolata. «Noi eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti. Tutte le fesserie sui legami con la Russia sono state archiviate, i giudici hanno detto non esiste nulla», ha aggiunto riferendosi al caso Metropol.
Ora Salvini invoca i giudici della Federazione russa per fare chiarezza, ma sono gli stessi che non hanno mai collaborato con le autorità italiane nelle indagini sul Metropol. Nel decreto di archiviazione dell’indagine aperta a Milano, infatti, i pm sottolineano che non hanno mai ricevuto risposte alle loro richieste inviate tramite rogatorie a Mosca.
Calenda: «Salvini provi che l’accordo con Russia Unita sia stato disdetto»
Immediata la reazione delle opposizioni che chiedono soprattutto prove formali della dismissione dell’accordo tra Lega e Russia Unita (il partito del presidente russo Vladimir Putin) firmato a Mosca il 6 marzo del 2017 tra i due partiti. Il primo a contestare Salvini è il leader di Azione, Carlo Calenda. In un tweet pubblicato su X ha chiesto «evidenze che l’accordo con Russia Unita è stato disdetto» e ha annunciato che verificherà «uno per uno gli imprenditori che hanno finanziato la Lega che legami hanno con la Russia».
Calenda si è anche spinto oltre proponendo anche una mozione di sfiducia nei confronti del ministro. «Se la Lega e Salvini non smentiranno pubblicamente il rinnovo dell’accordo con il partito di Putin Russia Unita, Azione presenterà una mozione di sfiducia contro Salvini. Un Ministro della Repubblica non può essere partner politico di un dittatore assassino e imperialista che vuole disgregare l’Ue. Aggiungo che c’è un serio problema di sicurezza nazionale e di accesso ad informazioni sensibili. La Lega deve produrre la lettera in cui ha disdetto l’accordo con Russia Unita».
«Non è la prima volta che Salvini tende a minimizzare le responsabilità del regime russo. Che lo faccia ora, dopo l'orrore della morte di Navalny, della persecuzione che Navalny ha subito, è oggettivamente sorprendente», ha detto invece Mara Carfagna, presidente di Azione, a Sky TG24 Start.
Il silenzio sui social
Ad aumentare l’ambiguità è il silenzio sui profili social della Lega e dello stesso Salvini riguardo la manifestazione che si è tenuta a Roma in onore di Navalny. I profili sono molto attivi e a distanza di poche ore dalla fiaccolata sono stati pubblicati quasi una decina di post. Ma niente per quanto riguarda l’evento.
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