Il governo svedese abbandona due secoli di neutralità e annuncia la sua intenzione ufficiale di entrare nella Nato. La Russia, che fino a pochi giorni fa prometteva imponenti rappresaglie, è tornata sui suoi passi.

Putin ha detto che l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato «non è un problema» a patto che i due paesi non ospitino basi o armi dell’alleanza sul loro territorio. I problemi ora potrebbero arrivare dall’interno dell’alleanza, con il presidente turco Erdoğan che ha ribadito la sua intenzione di «non dire sì» all’ingresso dei due paesi.

Un accordo trasversale

L’annuncio formale della decisione di aderire all’alleanza è avvenuto lunedì mattina, quando la prima ministra socialdemocratica Magdalena Andersson ne ha parlato in una conferenza stampa accanto al leader dell’opposizione di centrodestra Ulf Kristersson, in un segno di unità nazionale sul tema.

Andersson ha detto che le procedure formali saranno completate già questa settimana e saranno coordinate con quelle della Finlandia, l’altro paese scandinavo storicamente neutrale che ha deciso nelle ultime settimane di entrare a far parte dell’Alleanza atlantica. Una volta inviata la richiesta ci vorranno tra i quattro e i dodici mesi per la sua accettazione.

La Svezia è neutrale e non partecipa a grandi alleanze internazionali fin dalla fine delle Guerre napoleniche ai primi dell’Ottocento e ha mantenuto questo status anche nel corso della Guerra fredda. La neutralità svedese è stata a lungo incarnata proprio dal Partito socialdemocratico. Con l’invasione russa dell’Ucraina, gli umori degli elettori svedesi sono rapidamente cambiati e anche il partito socialdemocratico ha abbandonato le sue resistenze.

Al momento, i sondaggi indicano che circa metà degli svedesi sono favorevoli all’adesione alla Nato, mentre soltanto il 25 per cento rimane contrario. In Finlandia, che a differenza della Svezia condivide con la Russia 1.340 chilometri di confine e una relazione storicamente molto più tesa, circa il 60 per cento della popolazione è favorevole all’adesione, secondo gli ultimi sondaggi.

Confusione in Russia

La risposta russa all’annuncio svedese è stata confusa e apparentemente contraddittoria. L’ultima parola sulla questione, almeno per il momento, è arrivata dal presidente Vladimir Putin, che nel tardo pomeriggio di lunedì ha detto all’agenzia Interfax che l’allargamento della Nato «non pone una minaccia diretta alla Russia». Personalmente, Putin non vedrebbe «problemi» nell’adesione di Svezia e Finlandia all’alleanza, a patto che i due paesi non divengano basi per armi e truppe Nato.

A questo proposito, il governo svedese ha già detto che non intende ospitare basi o armi nucleari sul suo territorio, mentre il governo finlandese ha specificato che non intende porre condizioni alla sua adesione. Ma prima dell’intervento di Putin, il tono della diplomazia di Mosca era ben diverso. Soltanto ieri mattina, il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov aveva avvertito che i due paesi non dovevano «farsi illusioni» e che l’adesione all’alleanza avrebbe avuto «profonde conseguenze».

La settimana scorsa, quando era stata la Finlandia ad annunciare ufficialmente la sua decisione di chiedere l’adesione alla Nato, un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri parlava di «rappresaglie di natura tecnico-miliare e di altra natura». Venerdì, le forniture di corrente elettrica russa alla Finlandia (circa il 10 per cento del totale) erano state tagliate e diversi media finlandesi scrivono che le consegne di gas potrebbero subire la stessa sorte nei prossimi giorni.

L’interpretazione più diffusa della mossa di Putin è che il presidente russo, messo di fronte al dato di fatto della probabile adesione dei due paesi alla Nato, abbia optato per limitare i danni, minacciando rappresaglie, ma solo nel caso in cui i due paesi dovessero ospitare basi e truppe dell’alleanza.

Possibili ostacoli

Con la Russia che appare rassegnata ad accettare gli effetti indesiderati della sua invasione dell’Ucraina, l’unico ostacolo potrebbe arrivare dall’interno dell’alleanza. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito ieri la sua contrarietà all’adesione d i Finlandia e Svezia alla Nato a causa del loro atteggiamento troppo morbido nei confronti del Pkk, il movimento indipendentista curdo considerato un gruppo terroristico da Ue e Stati Uniti.

L’ammissione di un paese alla Nato deve essere votata all’unanimità da tutti i membri, ma gli esperti dubitano che la Turchia eserciterà il suo diri tto di veto. Ieri, il governo svedese ha fatto sapere di aver inviato dei diplomatici ad Ankara per negoziare il superamento delle riserve del governo turco.

 

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