Quando si cominciò a vedere che i processi non erano «vuoti», allora abbiamo avuto la collaborazione; fino a quando le indagini bancarie, fino a quando gli accertamenti eseguiti dall’Ufficio istruzione non avevano dato grossi risultati, si continuava a sostenere che i processi erano «vacanti»
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo il libro “L’illegalità protetta”, edito per la prima volta nel 1990 e ristampato nuovamente da Glifo Edizioni, dedicato a Rocco Chinnici e ai giudici del pool antimafia
Quindi non sai dire nemmeno se i sostituti che mancarono a quei funerali, mancarono non perché erano in villeggiatura ma per altre ragioni? Su questo tu non puoi essere più preciso?
La seconda domanda riguarda un’osservazione cui ha già fatto riferimento Zagrebelsky, e cioè, così di sfuggita, ha parlato della consistenza patrimoniale di Scozzari, cioè di una serie di accertamenti fatti dalla finanza… il 17 giugno 1981, la Procura generale di Palermo ha trasmesso… C’è una consistenza immobiliare della famiglia molto notevole, rilevante… c’è stata un’osservazione che tu hai detto a proposito dell’aria che spira negli ambienti giudiziari di Palermo che è particolarmente scultorea, hai parlato di un ambiente sonnolente…
Tra l’altro, prima, quando noi parlammo, prima dell’inizio dell’audizione, tu hai fatto riferimento casualmente a questo come elemento importantissimo nelle indagini di questo genere.
L’ambiente sonnolento può significare due cose: o che è sonnolento per sua natura, oppure che vuole essere sonnolento in una certa misura, ma su questo fatto ti posso fare due domande che riguardano le tue valutazioni.
Questo fatto ti ha mai impressionato? Hai fatto mai mente locale su questa circostanza? Hai mai collegato questa circostanza ad altre? Questo collegamento è stato fatto da altri nell’ambiente giudiziario? Se ne è mai parlato in un ambiente che parla poco?
Non si è mai parlato di questo per le ragioni che ho detto poc’anzi. Palermo è una città sonnolenta. Palermo è una città piena di mafia, non è soltanto a livello della gente comune che si evita di parlare, ma anche a certi livelli…
La circostanza, quella della forte consistenza patrimoniale di Scozzari?
Questo è notorio a Palermo, è notorio che due, tre, forse quattro stabili che sono nella zona tra via Principe di Paternò e viale Lazio sono di Scozzari.
Allora adesso ti faccio un’altra domanda, una domanda che non so se sia pertinente. Alla persona che un attimo fa ha detto con un coraggio e una chiarezza esemplare:
«Sono convinto che l’omicidio di Costa è da porre in relazione con la convalida di quegli arresti», io chiedo se in quest’opera intrapresa da lui con magistrati come Falcone e qualche altro, se nell’ambito di questa attività che ti vede impegnato in prima persona, la Procura di Palermo – e in particolare Scozzari e altri sostituti eventualmente – costituiscono per te, in questa battaglia che vi vede esposti contro la mafia, un elemento positivo come dovrebbe essere il rapporto Procura-Ufficio istruzione, oppure non è più il questore, non è più il personale di polizia giudiziaria che dice abbiamo un ostacolo alla magistratura, mi rivolgo al capo dell’Ufficio istruzione di Palermo: ti è mai capitato di pensare che questo ostacolo nella Procura di Palermo lo avete potuto incontrare nell’ambito di questa istruttoria?
Nell’ambito di questa istruttoria noi inizialmente non abbiamo avuto nessuna collaborazione, questa l’abbiamo avuta dopo, in un secondo momento. devo dire che è venuta fuori in un secondo momento ed è stata una collaborazione valida, però con determinati sostituti.
Posso fare il nome di Di Pisa che è un magistrato estremamente impegnato; Sciacchitano da sostituto ha partecipato ad atti istruttori di notevole rilevanza, andando anche lui con Falcone in America, andando anche lui con Falcone fuori, ma io devo dire che tutto questo si è verificato in questi ultimi tempi, inizialmente non c’era affatto, inizialmente si diceva che i processi erano vacanti, che cioè non c’erano elementi, che non esisteva nulla nei processi.
Hai parlato di due fasi, di due momenti. Nella seconda fase hai notato l’inizio di una collaborazione, anche valida; il passaggio dall’una all’altra fase, l’avete riconnesso a qualche fatto?
Sì, io personalmente potrei anche sbagliare, però devo dire quello che sento e quello che penso. Quando si cominciò a vedere che i processi non erano «vuoti», allora abbiamo avuto la collaborazione; fino a quando le indagini bancarie, fino a quando gli accertamenti eseguiti dall’Ufficio istruzione non avevano dato grossi risultati, si continuava a sostenere che i processi erano «vacanti».
Perché questo cambiamento?
Perché si è visto che i processi non erano «vacanti», perché si è visto che noi eravamo nel giusto, che noi dell’Ufficio istruzione non credevamo che i processi erano vacanti. Allora, quando i processi incominciarono a riempirsi di elementi probatori, i colleghi che prima pensavano al vuoto dei processi, dopo pensarono che effettivamente valeva la pena impegnarsi in un lavoro che poteva condurre a risultati positivi.
Scusa, io ho fatto il giudice istruttore per qualche anno, i processi sono vacanti o non vacanti, per usare la tua espressione, a seconda che si lavori o che non si lavori…
Questo non lo devi dire a me, questo lo devi dire ai tuoi colleghi che sostenevano che i processi erano vacanti.
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