L'esercito israeliano ha confermato di aver colpito «obiettivi militari» in Yemen. L’Idf ha fatto sapere di aver attaccato il «regime terroristico Houthi» in risposta «alle centinaia di attacchi effettuati contro lo Stato di Israele negli ultimi mesi». L’ultimo attacco contro Tel Aviv si è verificato nei giorni scorsi e ha causato una vittima. Secondo i media arabi il raid aereo è stato condotto con 12 aerei israeliani che hanno preso di mira il porto di Hodeidah sul Mar Rosso, depositi di carburante e la centrale elettrica di Ras Khatib. Il porto di Hodeidah è strategico dato che è da dove i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, ricevono le armi inviate da Teheran. Negli attacchi ci sarebbero anche morti e feriti.

«L’incendio che attualmente brucia a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente e il significato è chiaro», ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant che ha autorizzato l’attacco. Immediata la risposta degli Houthi. «Il sangue dei cittadini israeliani ha un prezzo. Ciò è stato chiarito in Libano, a Gaza, nello Yemen e in altri luoghi: se oseranno attaccarci, il risultato sarà identico».

«L’aggressione israeliana contro lo Yemen non fermerà le nostre operazioni militari a sostegno del popolo palestinese. Piuttosto, aumenteranno fino a quando non cesserà l'aggressione contro Gaza e non sarà revocato l'assedio ai suoi residenti, e risponderemo all'escalation con l'escalation», ha scritto su X Mohammed al-Bukhaiti, membro del Politburo del gruppo Houthi.

Nel frattempo lunedì è atteso a Washington il premier israeliano Benjamin Netanyahu che incontrerà il presidente americano Joe Biden, che si trova ancora in isolamento dopo la recente positività al Covid-19. 

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