Intorno al 1978, Antonino Salvo fu presentato ufficialmente al Marino Mannoia come “uomo d’onore” della "famiglia" di Salemi. Il Bontate fece presente al Marino Mannoia che l’appartenenza dei Salvo a "Cosa Nostra" era molto riservata e non era stata resa nota a moltissimi “uomini d’onore”
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra
Avv. Coppi: (...) lei ha già dichiarato che frequentava Bontade, che i Salvo frequentavano i Bontade etc, etc. E ha anche detto che Nino Salvo le venne presentato come uomo d'onore. Ignazio Salvo invece non le venne presentato come uomo d'onore?
Mannoia F.: no! Me lo disse Stefano, nella stessa occasione in cui mi presentò Nino Salvo, mi disse che anche Ignazio Salvo era (...) un uomo d'onore della stessa “famiglia”, ma erano entrambi in una maniera molto riservata.
Avv. Coppi: però non ha... non c'è stata presentazione rituale tra Ignazio Salvo e lei come uomini d'onore?
Mannoia F.: no!
Avv. Coppi: no. E la ragione di questa mancata presentazione è in grado di precisarla?
Mannoia F.: uhm... no! Perché il Bontade mi disse così, e mi disse anche che era una persona (...) un po’ diffidente dall'essere conosciuto da tutti, vah, da... allargare il raggio di presentazione.
Avv. Coppi: quindi, fu voluta questa mancata presentazione?
Mannoia F.: Stefano rispettava il carattere (...) di Ignazio. (...) mi disse che lui (...) era una persona, diciamo, un po' schifa (rectius schiva: n.d.e.), e... dice: «non te lo presento perché... per non allargare - diciamo - il raggio delle presentazioni».
Avv. Coppi: perfetto!
Mannoia F.: in quella maniera riservata. (...)
Avv. Coppi: adesso io però le contesto che nel suo interrogatorio del 7 novembre del 1989, reso al Dottor Falcone, lei invece ha detto una cosa completamente diversa; lei ha detto così: «altro uomo d’onore della «famiglia» di Salemi era Nino Salvo, ormai deceduto, e lo stesso dicasi per il cugino Ignazio Salvo, con cui tuttavia non c'è stata mai l'occasione di presentarci ritualmente come uomini d'onore». Quindi sembrerebbe che il fatto sia soltanto occasione e non frutto di una scelta di Bontade, come lei ha detto, ispirata alla necessità di mantenere riservatezza sulla posizione di Ignazio Salvo.
Mannoia F.: ma io... lei la vede in una... formulata diversa, io continuo a dire che per me è la stessa dichiarazione, perché era una maniera riservata, e quindi non vi è stata mai l'occasione, non si è presentata l'occasione propizia o in atmosfera diversa, in cui Stefano riteneva opportuno per (...) far conoscere anche al Salvo, (...) a Ignazio che eravamo entrambi uomini d'onore. (...)
Avv. Coppi: si è mai verificata un'occasione nella quale voi foste insieme, cioè lei, Bontade ed Ignazio Salvo?
Mannoia F.: non mi ricordo, ma credo che qualche volta, a Fondo Magliocco, siamo stati insieme.
Avv. Coppi: siete stat...
Mannoia F.: ...ma naturalmente insieme a tante altre perso... a quelle persone, diciamo, intime e vicine a Stefano.
Avv. Coppi: senta, lei sa spiegarmi la ragione del perché la stessa ragione di riservatezza usata nei confronti di Ignazio Salvo non è valsa nei confronti di Nino? E quindi, perché uno l'è stato presentato come uomo d'onore e l’altro no?
Mannoia F.: mah, io ho cercato di spiegarlo per quello che io ricordo di quest... per quello che mi aveva detto Stefano. Stefano (...) non mi nascose che quello era uomo d'onore, anche lui in una maniera riservata, ma che era una persona molto più schiva (...) di Nino! (...)
Avv. Coppi: (...) è giusto che uno l'è stato presentato ritualmente come uomo d'onore e l'altro no?
Mannoia F.: è giusto, è esatto! (...)
Avv. Coppi: quindi, nei confronti di Nino Salvo non valevano le ragioni di riservatezza che valevano nei confronti di Ignazio?
Mannoia F.: Nino era molto più intimo con Stefano, ed era lui che andava più spesso a trovare, diciamo, Stefano.
Avv. Coppi: d’accordo, questa è la sua risposta! Senta, Nino Salvo le ha mai confidato che il cugino era uomo d'onore?
Mannoia F.: no!
Avv. Coppi: questa qualità di uomini d'onore dei cugini Salvo era molto nota nel vostro ambiente?
Mannoia F.: non era a conoscenza di tutti. (...)
Avv. Coppi: no, e chi ne era a conoscenza invece?
Mannoia F.: mah, io posso rispondere per quelli che erano i componenti (...) della mia “famiglia”, sono a conoscenza naturalmente di Girolamo Teresi, di Giovanni Teresi, il consigliere, di Salvatore Federico, di me e di qualche altro...
Avv. Coppi: (...) Le risulta che invece che fuori dell’ambiente di “Cosa nostra” fosse nota la qualità di appartenenti a “Cosa nostra” dei cugini Salvo?
Presidente: fuori “Cosa nostra”?
Avv. Coppi: fuori “Cosa nostra”, certo!
Mannoia F.: non ho capito Avvocato! Fuori dall’ambiente di “Cosa nostra”?
Avv. Coppi: sì.
Mannoia F.: no, assolutamente no!
Avv. Coppi: “assolutamente no” che vuol dire? Che non le risulta o che lei non lo sa...
Mannoia F.: no...
Avv. Coppi: ...o lo esclude?
Mannoia F.: no, lo escludo!
Avv. Coppi: lo esclude. Quindi, qual era la considerazione dei cugini Salvo al di fuori di “Cosa nostra”? Di persone appartenenti o non appartenenti a “Cosa nostra”?
Mannoia F.: mah, riferimento a chi Avvocato! (...)
Avv. Coppi: (...) voglio sapere se fuori di “Cosa nostra” (...) da parte dell'opinione pubblica, nella Palermo che contava, nella Palermo bene i Salvo erano considerati uomini d’onore o no? Mi pare che abbia risposto che lo esclude!
Mannoia F.: ma io lo escludo (...) per quella che è la mia esperienza… (…)
Avv. Coppi: va bene, d’accordo, d’accordo! Senta, e perché allora la qualità di uomini d'onore dei Salvo doveva rimanere così riservata, quale era la ragione?
Mannoia F.: per il ruolo che rivestivano i Salvo appunto come esattori dell'esattoria comunale, appunto, per le loro amicizie che avevano.
Avv. Coppi: quale tipo di amicizie?
Mannoia F.: amicizie nel mondo finanziario e politico.
Avv. Coppi: e nel mondo politico, d’accordo! Senta, mi sa dire adesso quale fu la ragione per la quale Bontade le presentò Nino Salvo come uomo d’onore?
Mannoia F.: per rispetto!
Avv. Coppi: come?
Mannoia F.: solamente per rispetto.
Avv. Coppi: rispetto verso Nino Salvo o verso di lei?
Mannoia F.: entrambi...
Avv. Coppi: ...tre...
Mannoia F.: ...ci vedevamo e quindi... diciamo, ha avuto l'occasione per presentarmi Nino che era una persona più disponibile (...) meno schiva dell'Ignazio.
Avv. Coppi: ecco, d’accordo! Grazie a questa appartenenza comune a “Cosa nostra”, lei ci può dire se ha avuto poi dei particolari rapporti con Nino Salvo determinati proprio dalla comune appartenenza a “Cosa nostra”?
Mannoia F.: rapporti chi, io?
Avv. Coppi: lei!
Mannoia F.: sì, io andavo spesso a trovare Nino Salvo...
Avv. Coppi: no, intendo dire... non... certo, questi rapporti di conoscenza li diamo per scontati, intendo dire rapporti di affari, particolari piaceri, particolari interventi? Lei ha chiesto qualche cosa, le è stato chiesto qualche cosa?
Mannoia F.: no, io non avevo interesse di chiedere se... se può...
Avv. Coppi: quindi, lei non ha mai chiesto nulla a Nino Salvo sulla base dei rapport...
Mannoia F.: non vi è stata l’occasione di chiedergli nulla.
Avv. Coppi: e Nino Salvo a lei?
Mannoia F.: no!
Avv. Coppi: no.
Mannoia F.: solo quel fatto, attraverso Stefano Bontade, per dare una lezione a suo genero (...) che si comportava male.
Avv. Coppi: benissimo! Rispetto a questi fatti di cui stiamo parlando, quindi la presentazione di Nino Salvo come uomo d'onore, per quel che risulta, se lo sa, quando i Salvo sarebbero stati affiliati a “Cosa nostra”?
Mannoia F.: no, per quello che io credo di ricordare, per aver sentito, nel... verso la metà degli anni ’70.
Avv. Coppi: nella metà degli anni ’70.
Mannoia F.: ...ma potrei anche io sbagliarmi, non è che io andai a chiedere esattamente quand’è che (...) facevano parte di “Cosa nostra”. (...)
Avv. Coppi: (...) io voglio sapere se Stefano Bontade aveva occasione di parlare con lui dei Salvo, e parlando dei Salvo quale atteggiamento assumeva, se era molto diffuso? Molto ricco di particolari? Se lo metteva a conoscenza di tutto quello che egli faceva o non faceva con i Salvo (...) o invece se era riservato in questi… (...)
Mannoia F.: no, Stefano Bontade era abbastanza loquace con me, perché non era solo in... non è che mi confidava o parlava solamente dei Salvo, ma parlava di tante altre cose con...
Presidente: ma con riferimento ai Salvo l’Avvocato vuole sapere.
Mannoia F.: no, parlava abbastanza loquacemente, certamente non poteva dirmi tutto quello che era a sua conoscenza, almeno per quello che mi risulta, non... non aveva reticenze nei miei confronti.
Avv. Coppi: senta, lei, sempre nel famoso interrogatorio che abbiamo già citato prima, leggo le righe che mi interessano, ma son pronto a leggerlo tutto, lei dice questo: «i motivi di tanta riservatezza di Bontade nei confronti dei cugini Salvo erano dovuti ai loro legami col mondo della politica, e sul punto Stefano Bontade era con me assolutamente riservato».
Mannoia F.: sì, una cosa è l’argomento politico, perché io sono stato sempre apolitico, è un argomento è parlare dei Salvo che erano anche membri di “Cosa nostra”. (...)
Presidente: questa parte del testo che ha letto l’Avvocato Coppi (…) lo conferma questo? (...)
Mannoia F.: sì, sì, lo confermo certo!
Avv. Coppi: quindi, per quanto riguarda il tema politico, almeno il tema politico, invece Bontade, per ciò che riguardava i suoi rapporti con i Salvo, anche con lei era estremamente riservato, siamo d’accordo?
Mannoia F.: in... in linea di massima, non totalmente. (...)
Avv. Coppi: ha detto: «assolutamente riservato!» (...)
Mannoia F.: sì, riservato… (...)
Presidente: ...per quanto riguarda il tema politico, lei ha detto: (...) «era assolutamente riservato».
Mannoia F.: riservato, sì.
Presidente: e allora lei lo conferma oppure no?
Mannoia F.: lo confermo. (...)
Avv. Coppi: era assolutamente riservata. E la ragione di questa riservatezza a fronte invece della loquacità sugli altri temi, sugli altri argomenti?
Mannoia F.: mah, riservato su... su talune circostanze, su talune circostanze Stefano si apriva. (...)
Avv. Coppi: (...) io voglio sapere perché non si apriva sul mondo della politica, solo perché lei era apolitico e non gli interessava di politica?
Mannoia F.: no, non è che Stefano doveva dirmi a me tutto quello che lui faceva con i Salvo, per l'amor di Dio, io ero sempre un soldato, anche se alle sue dirette dipendenze, anche se potevo fungere, anche da consigliere, non è che era detto che il rappresentante debba dirmi tutte le sue... i minimi angoli nascosti della sua vita con i rapporti con altre persone, con i Salvo e con altri.
Avv. Coppi: sa...
Mannoia F.: ...del mondo politico.
Avv. Coppi: (...) mi sembra di ricordare che lei abbia più di una volta dichiarato che era molto intimo di Stefano Bontade, ecco perché le ho fatto questa domanda.
Mannoia F.: sì.
Avv. Coppi: lei conferma comunque questa sua (...) particolare intimità con Stefano Bontade?
Mannoia F.: sì, certo che la confermo!
Avv. Coppi: benissimo! Ricorda allora quali erano invece gli argomenti sui quali Stefano Bontade era particolarmente loquace quando parlava dei Salvo?
Mannoia F.: ma Stefano era... era... con me era loquacissimo (…) io ho detto (...) che vi erano argomenti in cui certamente non riteneva... riteneva necessario dirle, o le avrebbe dette in un’altra circostanza.
Avv. Coppi: sì, ma ne ricorda almeno uno di questi argomenti? (...)
Mannoia F.: argomenti, mi faccia capire bene la domanda Avvocato!
Presidente: argomenti sui Salvo (...) sui quali Stefano Bontade era loquacissimo? (...)
Mannoia F.: loquacissimo che i Salvo erano persone, appunto, inserite in “Cosa nostra”, i Salvo avevano parte dell'economia italiana e siciliana, i Salvo erano in contatto con Gaetano Badalamenti, perché fu lui a presentarglielo, noi andavamo spesso a trovarli a
Zagarella, facevano delle feste in cui mangiavamo assieme, quindi mi sembrava abbastanza loquace nel senso di parlare, e anche in loro assenza, dei Salvo. Fattore delicato come dare una lezione a suo genero, mi sembra che già andiamo più di là delle situazioni normali... entriamo in rapporti quasi familiari, di intimità. (...)
Avv. Coppi: (...) Dopo la morte di Bontade, (...) Riina ha cercato di accaparrarsi la fiducia di Andreotti? (...)
Mannoia F.: dopo no. (...)
Mannoia F.: dopo la morte di Bontade, Riina si impossessò di tutte le amicizie del Bontade, sia politiche e anche (…) quelle dei cugini Salvo. Io non so se il Riina, si è veramente impossessato della personalità (...) del Senatore Andreotti!
Avv. Coppi: quindi, non è in grado di dirmi se il Senatore Andreotti avrebbe concesso la sua fiducia e la sua amicizia al Signor Totò Riina?
Mannoia F.: le voci erano quelle che ha tentato di accaparrarsi anche di questa sua fiducia. (...)
Avv. Coppi: lei ieri ha fatto riferimento ad un personaggio, io non so, potrebbe trattarsi di omonimia. Ad un certo personaggio che si chiama Michelangelo Aiello, sindaco di
Badheria e ha anche detto che (...) con questo Aiello lei era in carcere quando i due cugini Salvo mandarono delle ceste con dei doni?
Mannoia F.: no ceste, un camion!
Avv. Coppi: un camion, un camion. Senta ho capito bene che tutto questo sarebbe Avvenuto nel 1982?
Mannoia F.: sì, anche il Presidente mi aveva fatto osservare che avevo detto Natale '83, invece era (...) Natale ’82. (...)
Avv. Sbacchi: (...) Lei sapeva Buscetta (...) dove era ospitato (…) durante quel periodo di soggiorno a Palermo, nell’anno ’80?
Mannoia F.: alcune volte l'ho visto, appunto, da Magliocco e poi sapevo che era, diciamo, ospitato anche dai Salvo. Non so, da Nino, penso. (...)
Avv. Sbacchi: senta, lei ha parlato del riserbo per i legami dei Salvo con la politica. E ha detto che Bontade era assolutamente riservato. Cioè Bontade non parlò mai con lei di politica? Questa è la domanda.
Mannoia F.: no, era molto riservato. Sapeva che io non mi interessavo di politica, ero apolitico.
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