Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per una ventina di giorni pubblichiamo le inchieste de “I Siciliani”, ringraziando la Fondazione Fava che ci ha concesso la divulgazione


Luce soltanto su un uomo seduto al centro di uno spazio vuoto. Le voci arriveranno a lui ora da una parte ora dall’altra ed egli volgerà ogni volta il capo come a cercare di distinguere penosamente nell’oscurità il volto di quella voce. L’uomo è ancora giovane, una faccia violenta e devastata dalla paura e dalla stanchezza. Il vestito logoro. Tre giorni di barba sulle guance. Si chiama Vacirca. Da quel buio una voce impersonale

VOCE Interrogatorio dell’imputato Rosario Vacirca, accusato di duplice omicidio volontario, aggravato dalla efferatezza del movente. Reo confesso (Dal buio una prima voce. Vacirca ha un trasalimento, come un gemito di ansia).

PROCURATORE Rosario Vacirca fu Domenico, di anni 28…

VACIRCA Sissignore!

PROCURATORE Sei accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti, detenzione di arma da fuoco, resistenza a pubblico ufficiale, e associazione a delinquere. Tu conosci le imputazioni?

VACIRCA Sissignore!

PROCURATORE Rosario Vacirca, ora noi cercheremo di ricostruire uno per uno i fatti. Stai bene attento alle domande e rispondi con chiarezza!

PROCURATORE Domenica 18 agosto tu incontrasti il nominato Giovanni Savoca…

VACIRCA Una domenica io ero seduto al tavolo di un bar e venne questo certo Savoca a sedersi accanto a me…

PROCURATORE Chi era…?

VACIRCA Un sensale di bestiame. Sensale di terreni. Un uomo vecchio e benestante…

PROCURATORE Che altro?

VACIRCA Faceva politica, gli piaceva comandare, era stato eletto consigliere comunale, sembrava amico di tutti.

PROCURATORE E allora?

VACIRCA Allora Savoca mi fece subito un discorso: «Tu non stai lavorando, non hai i soldi nemmeno per emigrare, ma io ti reputo veramente un amico! Allora senti quello che ti dico: ti senti la capacità di uccidere un uomo…?»

PROCURATORE Disse direttamente così?

VACIRCA Direttamente così! Le parole contate. «È tutto pronto» disse «ti dò anche il fucile con la canna corta!»

AVVOCATO E cosa gli rispondesti?

VACIRCA Niente! Avevo il caffè davanti e continuai adagio a prendere il caffè. Giovanni Savoca continuò: «Per te ci sono cinquecentomila lire, l’una sull’altra. Io ti faccio accompagnare fino a un paese, l’uomo esce dalla casa per entrare nella macchina, tu gli spari due fucilate alla testa! Una e due! Sali sull’automobile, dopo due chilometri su un’altra, lasci il fucile, te ne torni qui al caffè a giocare a carte…»

AVVOCATO Ma tu non conoscevi chi era l’uomo da uccidere…

VACIRCA Io gli chiesi: «Chi è quest’uomo, perché lo debbo uccidere?» E Giovanni Savoca rispose: «Questo non ti interessa! Un pagliaccio leccaculo!»

AVVOCATO E fino all’omicidio non lo conoscesti mai…?

VACIRCA Poi seppi che era un giudice di paese, era sposato e padre di due figli! Era compromesso con la politica…

PROCURATORE E Giovanni Savoca non ti disse mai nemmeno per conto di chi lo avevi ucciso…

VACIRCA Giovanni Savoca è morto!

AVVOCATO Rosario Vacirca, che mestiere facevi?

VACIRCA Il bracciante, il manovale, secondo quello che capitava…

AVVOCATO Quanto guadagnavi?

VACIRCA Arrivavo a guadagnare anche quindicimila lire al giorno. Ma certe volte stavo tre mesi senza lavorare…

AVVOCATO Perciò ti consideravi povero…?

VACIRCA Mi sentivo infelice!

AVVOCATO Che significa, secondo te, essere infelice…?

VACIRCA Significa essere miserabile! Io capivo che non ero niente, nessuno mi calcolava! Non avevo nemmeno amici…

AVVOCATO E non avevi nemmeno soldi?

VACIRCA Non avevo mai i soldi che mi bastassero per le sigarette, per il cinema o una donna…

AVVOCATO Per una puttana…?

VACIRCA Non è questo! Un manovale le donne non lo guardano nemmeno… Se sono puttane vogliono sapere se hai i soldi per pagane, se sono donne onorate vogliono sapere se potrai mantenerle. Tutte le donne, su per giù, ragionano come le puttane…

AVVOCATO Tu eri povero, ti sentivi ignorante, disprezzato dalle donne, e perciò eri infelice! E questo che hai voluto dire…?

VACIRCA Sissignore, questo volevo dire! Un giorno io capii una cosa… Un giorno due mesi prima che morisse io vidi piangere mio padre che era un vecchio di settantasei anni… piangeva come un bambino…

PROCURATORE Perché piangeva tuo padre…?

VACIRCA Sa che era mio padre, l’ingiuria che gli davano tutti…? Lo chiamavano casentolo, che è l’animale più miserabile, il verme della terra! Mio padre era una merda, nella società non valeva niente, non sapeva leggere e scrivere e non capì mai niente di quello che accadeva nel mondo. Tutta la vita nella campagna come un animale… Poi gli venne un attacco e restò paralizzato nella schiena e nelle gambe, stava tutto il santo giorno dinnanzi alla porta di casa e le mosche gli camminavano sulla faccia. Per tutta la vita la gente gli aveva camminato sulla faccia e lui non aveva mai avuto l’animo di ribellarsi… Oramai anche se avesse voluto ammazzarsi non avrebbe avuto la forza di farlo… Come poteva fare? Un mese prima di morire si mise a piangere per la disperazione…

PROCURATORE Cos’era accaduto?

VACIRCA Aveva fumato tutto il tabacco che aveva, voleva un altro pacchetto di trinciato ma io non glielo volli comperare…

AVVOCATO E quale fu la cosa che capisti in quel momento…?

VACIRCA Io capii che non si può vivere come gli animali. Ci sono quelli che si rassegnano e lo fanno perché sono vigliacchi. Il denaro solo non basta per vivere…

AVVOCATO E cos’altro ci vuole?

VACIRCA Ci vuole l’onore! Avere tutte le cose che ti bisognano senza dovere chiedere sempre l’elemosina, il lavoro sicuro, i soldi nella tasca… Sentirsi qualche cosa nella vita…Voglio dire dieci o venti uomini che ti considerano amico, camminare in mezzo alla strada e sapere che nessuno ti può usare prepotenza…! Io non riesco a spiegarlo ma questo è l’onore…

AVVOCATO E tuo padre non ebbe onore?

VACIRCA No, egli non lo ebbe mai…

AVVOCATO Allora tu non amavi tuo padre? Tu non provavi devozione, rispetto per lui…? VACIRCA No! Io provavo disprezzo…

(Ora tutto il tono della scena, sia la voce dell’avvocato che quella di Vacirca si incalzano sempre più alte come si volessero sopraffare)

AVVOCATO Perché era povero, perché era ignorante, rassegnato, stupido…?

(Vacirca resta immobile con gli occhi sbarrati. Sembra davvero un animale braccato. Volge di scatto lo sguardo a quella voce ancora più alta)

AVVOCATO Avanti, rispondi! Tu devi rispondere! Racconta qui a tutti perché tuo padre fece sette anni di carcere…

VACIRCA Tutto questo non c’entra…

AVVOCATO E tua sorella morì pazza e malata dentro un manicomio…

VACIRCA (con un grido) Tutto questo non c’entra, tutto questo non c’entra! Voi non potete discutere le cose della mia famiglia.

AVVOCATO Tu odiavi tuo padre perché egli aveva commesso una cosa orribile, ho qui il fascicolo, te lo leggo parola per parola… Quando tu eri bambino tuo padre aveva usato violenza ad una tua sorella di tredici anni… Era questo che ti faceva sentire miserabile… Volevi dimenticare l’infamia della tua famiglia…

VACIRCA Io non volevo essere come mio padre. Né ignorante, né povero come mio padre…

AVVOCATO Era solo un infame…

(Il grido disperato di Vacirca che comincia a perdersi nel buio)

VACIRCA Era povero, era povero… mio padre era povero…

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