Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà per quindici giorni l’interrogatorio tra Matteo Messina Denaro e i procuratori Maurizio De Lucia e Paolo Guido, dopo la cattura del latitante di Cosa nostra


Messina Denaro: Poi voi avete modo di andarlo a verificare. Poi un'altra cosa, ascolti: io ho seguito, quando mi è venuto il tumore... non quando mi è venuto, quando l'ho scoperto, perché da quello che ho capito era venuto...
Pm Guido: Ed a che siamo, quando lo ha scoperto lei: settembre/ottobre 2020?
Messina Denaro: No, no, novembre 2020, il 3 novembre 2020.
Pm Guido: Con la colonscopia?
Messina Denaro: Sì, in quel momento l'ho scoperto. La colonscopia l'ho fatta il 3 novembre 2020 ed io credo che il 9 novembre sono stato già operato, in quell'operazione persi 11 chili. Perciò, stavo dicendo, quando scoprii che avevo questo tumore e quindi mi restava poco da... però mi volevo curare, dissi “Vediamo", mi sono messo a pensare ed ho seguito un adagio, un proverbio ebraico - ma l'ho seguito per davvero, però – che dice: “Se vuoi nascondere un albero, piantalo nella foresta”, allora che penso? “Ora che ho la malattia e non posso stare più fuori e debbo ritornare qua...", perché qua mi gestivo meglio, nel mio ambiente, "... non posso fare alla Provenzano, dentro la casupola in campagna con la ricotta e la cicoria”, cont utto il rispetto per la ricotta e la cicoria, ma io dovevo uscire, dovevo mettermi in mezzo alle persone, perché più mi nascondo, più sono arrestato", mi spiego? Cioè ho piantato l'albero in mezzo alla foresta, che erano le persone. Da quel momento, io mi sono messo a fare la vita da libero.
Pm Guido: Però questo ci è tutto molto chiaro a noi, signor Messina Denaro...
Messina Denaro: No, no, voi...:
Pm Guido: noi tutto questo lo abbiamo molto chiaro, tutto quello che sta raccontando...
Messina Denaro: No, no, me lo faccia...
Pm Guido: ... a noi ci interessa tutto il resto, però, della sua vita.
Messina Denaro: No, no, mi faccia...
Pm Guido: Sì, tutto quello che ha detto, le assicuro che nel 90% - 95%, noi già lo conosciamo...
Pm de Lucia: Va beh, la ascoltiamo comunque: concluda.
Messina Denaro: Sto finendo.
Pm de Lucia: Assolutamente.
Messina Denaro: Allora che cosa succede? Mi metto a fare una vita da albero piantato in mezzo alla foresta, allora se voi dovete arrestare tutte le persone, eh, eh - scusi se rido, ma è diventata poi una barzelletta - che hanno avuto a che fare con me a Campobello, penso che dovete arrestare da due a tremila persone, di questo si tratta. Però c'è una differenza: a Palermo io sono "Andrea", perché a Palermo ho conosciuto decine e decine di persone, sono "Andrea", mentre siamo assieme, che facciamo le infusioni; a Campobello no, perché io a Campobello posso essere Andrea Bonafede, che lo conoscono tutti? Allora mi sono creato un'altra identità: "Francesco", giusto? Che abita a Palermo, ma che ho una mamma e due zie anziane, malate e ci sono badanti, sorelle, in modo... che avevo una casa qua. E mi gestivo così: io giocavo a poker, mangiavo quello di Campobello mangiavo al ristorante, andavo a giocare... ovviamente, quando ho fatto l'applicazione nel telefono della Bet, per giocare le partite, ci potevo andare io? Non ha senso, ci sono andato e ci dissi: “Andrè, fammi 'stu... quantomeno il sabato e la domenica mi passo il tempo pure con le partite, giocando". E ci sono andato con lui, lui che ha detto? Ha dato il suo nome, però nel telefono che avevo io, che il telefono che avevo io era intestato a sua madre però, giusto? Una persona di 90 e rotti anni. Quindi la donna ed il marito, che erano i proprietari, chi gestiva questo Bet, problemi non se ne posero, perché abbiamo detto che eravamo cugini, io venivo da fuori, senza fare nomi e siamo diventati... io sono diventato amico di mezzo paese. Quindi… però conoscevano loro “Andrea” eh, "Andrea" a Palermo - a Francesco, ma dovunque, non c'erano negozi che non mi conoscevano: panetterie, fruttivendoli, supermercati... supermercato, sempre al supermercato andavo, perché... però sapevo che arrivavo a sbattere, lo capivo; non è che mi sento super intelligente, non lo sono, però qualcosa della mia vita ormai... nella latitanza mi sapevo gestire, sapevo che non era per sempre questa situazione, però sapevo pure, "Speriamo che muoio prima, così la chiudiamo qua”, ecco qual è stata la mia……. tanto io non è che ho speranze, sempre morto sono, perché non sono più operabile, penso... loro dicono massimo ancora due anni, però non ci arrivo a due, perché mi sento male, lo capisco.

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