Chi non è stato licenziato ha rassegnato le dimissioni, intanto aumentano gli insulti a sfondo razziale sulla piattaforma
A meno di una settimana dall’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, avvenuto il 28 ottobre 2022, un numero crescente di dirigenti della società si sta dimettendo. Tra questi anche alcuni funzionari ai vertici dell’area marketing e della pubblicità.
I primi licenziamenti
Appena dopo l’acquisto della società per 44 miliardi di dollari, Musk ha avviato una campagna di licenziamenti che tenderà a ridurre del 25 per cento il personale e i primi a essere tagliati fuori sono stati proprio membri che occupavano posizioni di rilievo. Fuori, dunque, il Ceo, Parag Agrawal, il Chief financial officer, Ned Segal, e il capo degli affari legali e delle politiche, Vijaya Gadde.
L’esodo dei dipendenti
Sarah Personette, che era responsabile dell’ufficio clienti e capo della pubblicità, martedì ha twittato di essersi dimessa la scorsa settimana.
Nella stessa giornata, il capo dell’ufficio persone e diversità, Dalana Brand, ha annunciato in un post su LinkedIn di essersi dimessa anche lei la scorsa settimana.
Il direttore generale per le tecnologie di base, Nick Caldwell, ha confermato la sua partenza su Twitter, cambiando la biografia del suo profilo in “ex dirigente di Twitter”. Secondo alcune fonti di Reuters, anche il chief marketing officer, Leslie Berland, il capo del prodotto di Twitter, Jay Sullivan, e il suo vicepresidente delle vendite globali, Jean-Philippe Maheu, hanno lasciato l’azienda. Non è chiaro, tuttavia, se si siano dimessi o siano stati licenziati.
La preoccupazione degli investitori
Intanto aumenta la preoccupazione degli investitori che temono di vedere accanto ai loro annunci, dei tweet sconvenienti. Da quando Musk ha acquistato la società, infatti, i contenuti d’odio sono aumentati, specie quelli a sfondo razziale (quasi un incrementeo del 500 per cento) ha affermato il Network Contagion Research Institute, che identifica le “minacce cyber-sociali”.
© Riproduzione riservata