Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d’appello sulla condanna dell’ex senatore Tonino D’Alì, ex sottosegretario agli interni di Forza Italia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa


Sempre secondo il Birrittella, dopo le elezioni del 2001, il Pace aveva manifestato risentimento verso l'allora Prefetto di Trapani Fulvio Sodano, che si stava spendendo fattivamente per aiutare la Calcestruzzi Ericina (società in origine di VIRGA Vincenzo ma allora già confiscata alla mafia e passata “in mano pubblica”). Ed invero, il progetto del Pace era quello di mandare in difficoltà finanziaria la Calcestruzzi Ericina – approfittando del controllo economico di Cosa Nostra sul settore delle forniture di calcestruzzi ed inertì dove peraltro lui stesso aveva interessi personali in quanto a lui stesso faceva capo un'impresa attiva proprio nel medesimo settore: la Sicilcalcestruzzi – per poterla poi acquisire tramite prestanome (prestanome infine individuato nel Coppola Tommaso, sempre secondo il Birrittella).
In altri termini, il Pace voleva fare "terra bruciata" attorno alla Calcestruzzi Ericina facendo in modo che tutti i suoi (di tale impresa) clienti storici la lasciassero per rivolgersi ad altre imprese del settore (imprese che, secondo il Birrittella, formavano una sorta di "cartello" costituito nel trapanese, il cui collante erano i collegamenti con Cosa Nostra; ed infatti, tale cartello era costituito dall'impresa - la Sicilcalcestruzzi facente capo al Pace, dall'impresa di Mannina Vito - anche lui assai vicino al Pace'- e dalla Calcestruzzi s.p.a., impresa a rilevanza nazionale che in Sicilia è risultata, in effetti, cercasse contatti con Cosa Nostra per addivenire ad una soddisfacente spartizione di lavori e sul punto si tornerà in seguito −); invece, a tale "destino" segnato da Cosa Nostra si opponeva il Prefetto di Trapani Sodano, il quale, sfruttando la sua influenza e la sua carga, cercava di far conseguire commesse anche assai rilevanti - nell'ambito di appalti pubblici- all'impresa ormai gestita dallo Stato, in quanto era convinto che il fallimento della Calcestruzzi Ericina avrebbe costituito - in quel contesto - una sconfitta per lo Stato ed una vittoria per la mafia.

In sostanza, sempre secondo il Birrittella, il progetto del Pace era duplice:
1) ridurre al minimo la concorrenza nel settore dei calcestruzzi;
2) acquisire, anche al fine di raggiungere il risultato di decimare la concorrenza, la Calcestruzzi Ericina, dopo averne fatto crollare il valore con la citata strategia della "terra bruciata" attorno a detta impresa.
Entrambi tali obiettivi erano però ostacolati dall'operato del Prefetto Sodano, che come appena rimarcato - si spendeva per fare avere commesse alla Calcestruzzi Ericina (commesse che quindi sfuggivano a Cosa Nostra) e per rafforzarla economicamente circostanza che ostacolava l'acquisizione a prezzo vile della medesima impresa da parte del Pace e dei suoi prestanome (ovviamente, un'impresa sana vale di più di una impresa decotta ed in quest'ultimo caso il Pace avrebbe potuto comprarla ad un prezzo per lui conveniente).
Tali affermazioni del Birrittella appaiono corroborate da Miserendino Luigi - amministratore giudiziario della Calcestruzzi Ericina insieme a Castelli Carmelo il quale ha riferito (cfr. pag. 274 della sentenza di primo grado) di un crollo vertiginoso ed anomalo del fatturato della società appena menzionata (avvenuto verso il 2001) e del fatto che le imprese originariamente clienti della medesima Calcestruzzi Ericina non si rifornivano più da quest'ultima bensì, come appreso dai dipendenti della stessa Calcestruzzi Ericina. presso gli impianti del Pace e del Mannina, nonché ha riferito delle minacce subite dai dipendenti della Calcestruzzi Ericina affinché non si attivassero per trovare commesse in favore di detta impresa.
Le medesime considerazioni del Birrittella trovano pure riscontro in un viaggio del Pace e del Mannina (titolari di imprese di calcestruzzo) -effettuato insieme allo stesso Birrittella ed attestato da conversazioni intercettate (cfr. pag. 314 della sentenza di primo grado), anche chiarite dalle dichiarazioni dibattimentali dello stesso Birrittella- presso la IRA di Catania per convincere gli amministratori di tale ultima società a non concludere accordi con la Calcestruzzi Ericina per un grosso appalto da svolgere a Trapani e piuttosto, a concludere accordi con loro ovvero quantomeno a mettere in difficoltà la Calcestruzzi Ericina (ad esempio con pagamenti ritardati).
Ancora, i racconti del Birrittella circa un tentativo architettato dal Pace di fare acquistare la Calcestruzzi Ericina prima al Mannina (soggetto comunque vicino allo stesso Pace, tanto da recarsi insieme a lui a Catania presso la IRA per "boicottare la Calcestruzzi Ericina) e poi al Coppola (infine condannato per concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, proprio per la sua "vicinanza” a Cosa Nostra ed al Pace) trovano riscontro in una conversazione intercettata tra il Castelli ed il Coppola (cfr. pag. 278 della sentenza di primo grado), la quale conferma quanto aveva sostenuto il Birrittella circa gli interessamenti del Mannina all'acquisto della Calcestruzzi Ericina e circa le cattive voci che giravano sul medesimo Mannina (di vicinanza a Cosa Nostra, che verosimilmente ne avevano decretato l'ostilità da parte del Prefetto Sodano, riferita sempre dal Birrittella).
Tra l'altro, l'interessamento del Mannina all'acquisto della Calcestruzzi Ericina riferito dal Birrittella è confermato pure dal geometra NASCA Francesco (dipendente dell'Agenzia del Demanio ed, in quanto tale, soggetto che si era occupato della gestione dei beni confiscati alla mafia, tra i quali pure la Calcestruzzi Ericina), che ha anche evidenziato che, mentre in un primo tempo il Mannina aveva escluso un suo interesse a quell'acquisto in quanto l'impianto della Calcestruzzi Ericina era obsoleto -, poi aveva deciso di impegnarsi per l'acquisto (e tale repentino mutamento di decisione rende più che plausibile la versione del Birrittella secondo la quale era stato proprio il Pace ad ideare un acquisto della società in questione tramite il Mannina).
Infine, anche il Prefetto Sodano - a riscontro delle dichiarazioni del Birrittella - ha sostenuto che il Mannina aveva avanzato un suo interessamento per acquisire la Calcestruzzi Ericina ma lui (sempre il Prefetto Sodano) si era opposto ritenendo impraticabile quell'offerta perché “poco trasparente" (cfr. pag. 287 della sentenza di primo grado) è quindi ben plausibile che il medesimo Prefetto avesse subodorato dei collegamenti quantomeno "sospetti" tra il Mannina e Cosa Nostra.

In ogni caso, l'attività del Prefetto Sodano, che cercava di accaparrare commesse all'impresa confiscata alla mafia ed amministrata dallo Stato, costituiva una minaccia per le imprese di mafia del settore, che cercavano di accaparrarsi a loro volta quanti più lavori possibile (ed ovviamente tale obiettivo era messo a rischio dall'attività del Sodano). Per questo era necessario rimuovere "l'ostacolo" costituito dal medesimo Prefetto Sodano (cfr. pag. 30 della deposizione del Birrittella all'udienza del 10 aprile 2019).
Così, verso la metà del 2001 il Pace aveva detto al Birrittella che si sarebbe occupato di far trasferire il Sodano e, nel 2002, lo stesso Pace aveva riferito al Birrittella che, grazie a sue (del Pace) pressioni, a breve il Sodano sarebbe stato trasferito (cfr. pag. 174 della sentenza di primo grado) ed in effetti il Prefetto venne trasferito da Trapani ad Agrigento nel luglio 2003.
In seguito, il Pace fece intendere al Birrittella che era stato lui stesso a far trasferire il Sodano, grazie "al suo intervento su una persona a lui vicina" (cfr. pag. 272 della sentenza di primo grado).
Orbene, complessivamente il Sodano ha ricoperto la carica di Prefetto di Trapani per quasi 2 anni e 7 mesi (dal 20 dicembre 2000 al giorno 11 luglio 2003), poco più del termine biennale di permanenza nella sede di Trapani fissato nell'originario decreto di nomina (la dott.ssa Giannola, già Vice Capo di Gabinetto presso il Ministro dell'Interno, ha evidenziato che nel decreto di nomina del Prefetto la durata dell'incarico è fissata in due anni ma esso alla scadenza può essere prorogato senza termine, sebbene sia raro che un Prefetto permanga in una determinata sede per più di un quadriennio; cfr. pag. 302 della sentenza impugnata).
II Birrittella ha riconnesso tale "rimozione" agli stretti rapporti tra il Pace ed il D'AlÌ (sia pure in termini di propria deduzione; nel senso che, secondo il Birrittella, l'unica conoscenza che il Pace poteva attivare per raggiungere quell'obiettivo era proprio l'odierno imputato, d'altronde soggetto da tempo stabilmente e totalmente "a disposizione" di Cosa Nostra della quale peraltro era debitrice dell'appoggio elettorale che ne aveva decretato l'ennesima elezione in Senato - nonché soggetto che allora rivestiva la carica di Sottosegretario al Ministero dell'Interni - proprio il Ministero che si occupava del trasferimento dei Prefetti - e - come riferito dal Sodano, in quanto espressamente dettogli dal D'AlÌ in forma di velata minaccia - soggetto che sosteneva di avere "delega" sui trasferimenti del Prefetto e del Questore nel trapanese).

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