Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d’assise di Bologna che ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti


Anche Raffaele Ponzetta, all’epoca dei fatti dirigente dell’Uigos di Reggio Emilia, è stato sentito in merito alla perquisizione del 4 agosto 1980 e alla figura di Ugo Sisti (udienza 1 settembre 2021).

Si coglierà in seguito l’importanza assunta dal testimone anche in relazione ad un altro tema, quello della stretta relazione tra Bellini e gli apparati deviati dello Stato, avendo il dirigente personalmente svolto in passato delle indagini volte all’identificazione di Paolo Bellini, alias Roberto Da Silva. Ponzetta ha premesso che le perquisizioni nelle abitazioni dei componenti della famiglia Bellini vennero stabilite in accordo con la Procura della Repubblica di Reggio Emilia.

All’epoca erano emerse delle informazioni, anche dall’Ucigos, da cui poteva ritenersi che la strage fosse stata concepita da ambienti dell’estrema destra. Posto che a Reggio Emilia non vi erano molti estremisti di destra, gli inquirenti si concentrarono sui fratelli Bellini, evidentemente segnalati per le loro simpatie politiche. Paolo Bellini era latitante dal 1975 e la Digos non lo conosceva affatto, avendo a disposizione solo una sua fotografia precedente al 1975; come ultima residenza risultava l’albergo della Mucciatella, ove abitava anche il padre.

Egli si recò a effettuare la perquisizione presso l’abitazione del fratello Guido e, mentre si trovava lì, il maresciallo Bocchino, che era andato a perquisire l’albergo e l’abitazione del padre, lo chiamò per radio per dirgli che nella hall dell’albergo erano presenti un avvocato di Reggio Emilia, Luigi Corradi e il Procuratore di Bologna Ugo Sisti. Egli disse al maresciallo che avrebbe dovuto fare una propria relazione e informò anche a voce il Procuratore di Reggio Emilia e il sostituto dott. Tarquini, che in quel momento era di turno.

È stato allora contestato al testimone che l’unica relazione redatta dal mar. Bocchino portava la data del 12 marzo 1982, quindi venne fatta molto tempo dopo. Il testimone, pure asserendo di non ricordare se fosse stata redatta una relazione ed inviata alla Procura, ha ribadito che informò verbalmente il dott. Bevilacqua, tanto che nel 1982 questi personalmente gli chiese di far redigere al mar.

Bocchino la relazione su quell’episodio. Quanto alla presenza in loco dell’avv. Corradi, ha ribadito che fu il mar. Bocchino a dirglielo per radio. Gli è stato contestato che il mar. Bocchino aveva riferito, invece, che, per ragioni di riservatezza, non aveva usato la radio, ma aveva preferito telefonare al superiore; il teste ha riferito che poteva essere andata così, dimostrando di non ricordare molto bene.

Circa il motivo della presenza del dott. Sisti nell’abitazione di un latitante di estrema destra, ha riferito che pensò che il Procuratore di iniziativa si fosse recato nel luogo per fare delle indagini riservate, ad es. per parlare con il padre dell’interessato, come poteva inferirsi anche dalla presenza dell’avvocato. Ponzetta ha ammesso che né lui, né altri si chiesero perché dette indagini riservate dovessero avvenire in presenza del legale di Aldo Bellini.

Interrogato su come il dott. Sisti fosse arrivato alla Mucciatella, il testimone ha riferito di non ricordarlo ma riteneva vi fosse andato accompagnato in auto dall’avv. Corradi. Quanto all’espressione utilizzata dal mar. Bocchino nelle sue dichiarazioni (“Il Dottor Sisti era solo, non aveva una sua macchina né una macchina di servizio”), ha osservato che con il termine “solo”, forse intendeva semplicemente dire che il dott. Sisti non aveva con sé un autista.

Il testimone ha poi riferito che parlò dell’accaduto con il Questore, con il dirigente dell’Ucigos, il dott. De Francisci, che era stato Questore di Reggio Emilia e con il quale aveva continuato ad avere dei rapporti, oltre che con il dott. Bevilacqua. Ha riferito che nessuno gli disse di formalizzare in un verbale la presenza alla Mucciatella del dott. Sisti.

Sulle prime il teste ha detto che non venne verificato se il dott. Sisti fosse registrato in albergo. È stato allora contestato al teste che, invece, egli nel verbale di dichiarazioni rese il 25 maggio del 1984 disse che aveva fatto fare tale accertamento e che risultò non esservi stata alcuna registrazione. Il teste ha, allora, confermato tale dichiarazione.

A Ponzetta venne chiesto in seguito di svolgere ulteriori accertamenti m merito all’episodio del 4 agosto 1980, che sono confluiti in un’informativa del 1982. Della stessa è stata data lettura, posto che il teste comprensibilmente non ha ricordato nulla:

“In relazione alla richiesta sopra distinta si comunica che dalle schedine di alloggio non risulta che il Dottor Sisti, nato etc., abbia mai alloggiato nei locali ricettivi di questa provincia e quindi tanto meno presso l’albergo di proprietà di Bellini Angiolina, moglie di Bellini Aldo, in località Mucciatella di Quattro Castel/a con riferimento alla notte. fra il 3 ed il 4 agosto, sia ed anche per il periodo precedente, non risulta che lo stesso sia stato altre volte ospite di Bellini nella sua abitazione, ma è da presumere che la notte tra il 3 ed il 4 agosto 1980 egli possa essere stato ospite del Bellini Aldo nella sua abitazione privata visto che fu lo stesso Aldo Bellini ad accompagnarlo in stazione”.

“Nel corso dell’operazione di pg furono identificati alcuni operai, 5 o 6, che lavoravano nei pressi vicini, che alloggiavano nel citato albergo della Mucciatella e che erano gli unici occupanti le stanze dell’albergo dato il periodo estivo... il periodo estivo era semivuoto, non fa presa nota dei loro nomi visto che rispondevano a quelli di coloro che risultavano occupare le stanze e che era sempre possibile rilevare i loro dati anagrafici dal registro delle presenze”.

A seguito di lettura, il teste ha confermato tutto. Posto che da tale annotazione emerge che ad accompagnare in stazione Ugo Sisti era stato Aldo Bellini, come ha del resto riferito anche il mar. Bocchino, Ponzetta ha detto che ciò era possibile e che, anzi era probabile che il mar. Bocchino avesse chiesto a Bellini chi accompagnò Sisti e lui ammise di averlo accompagnato.

Il fatto che fosse stato accompagnato dall’avv. Corradi era solo una sua congettura, anche se ha ribadito che l’avv. Corradi era presente quel giorno. Il teste ha riferito che probabilmente anche l’idea che Sisti fosse stato ospitato non nell’albergo, ma presso l’abitazione privata di Aldo Bellini, era emerso dalle dichiarazioni di quest’ultimo al mar. Bocchino.

Il dott. Francesco Berardino, dirigente della Digos di Bologna, al mattino del 4 agosto fu raggiunto da una comunicazione telefonica del dott. Sisti, il quale lo informò di essere sul luogo della perquisizione a Reggio Emilia: “La mattina del 4 agosto, non ricordo a che ora ma sicuramente prima delle ore 10, ricevetti in ufficio una telefonata del Dottor Sisti, allora Procuratore della Repubblica, il quale mi disse approssimativamente la frase seguente: ’’Sono a Reggio Emilia, qui ci sono i tuoi agenti, ci sono novità?”.

“Successivamente, quando il Dottor Sisti rientrò in sede, ebbe modo di vedere tutti gli atti relativi alle perquisizioni effettuate, tra cui anche quella della Mucciatella, in cui era esposto che Bellini Paolo era un latitante di Destra”.

Il dott. Berardino ha fornito poi un ulteriore importante elemento sulle abitudini del doti. Sisti: “il Dottor Sisti comunicava sempre telefonicamente il luogo in cui si trovava qualora fosse assente dalla sua residenza di Bologna, ovvero dove poter essere reperito... “Non ho ricevuto la sera precedente, ovvero la sera del 3 agosto, la comunicazione che si recava a Reggio Emilia ma non posso escludere che l’abbia comunicato al suo ufficio e ai suoi collaboratori”.

A conferma di ciò, è emerso che nemmeno i magistrati della Procura di Bologna erano stati informati dell’assenza da Bologna del dott. Sisti, come risulta dalla lettera riservata che i pm titolari delle prime indagini sulla strage inviarono al procuratore Capo, dott. Marino in data 25 febbraio 1982 (cfr. lettera dei Sostituti procuratori dott. Persico, Rossi, Nunziata e Dardani.

L’imbarazzo mostrato dai testimoni escussi sull’episodio è stato tangibile. Anche se non può escludersi che essi riferirono l’accaduto alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, si tratterebbe comunque di una prassi inaccettabile, dal momento che ciò che il sottoufficiale doveva avere cura di fare - e il dirigente dell’ufficio di pretendere – era segnalare la presenza del dott. Sisti in una relazione di servizio.

Infatti, il Procuratore della Repubblica si trovava in un’abitazione privata, in una veste non riconducibile alle sue funzioni; a conferma di ciò non aveva al proprio seguito una scorta, né un autista, pure trovandosi in una situazione che poteva richiederne la presenza.

Sulla base delle testimonianze di Bocchino e Ponzetta può affermarsi che lo accompagnava l’avv. Luigi Corradi, nipote del senatore missino Franco Mariani e anche legale della famiglia Bellini, il cui nome è emerso più volte in questo processo.

Il pernottamento alla Mucciatella proprio il giorno successivo alla strage – in un momento di massima delicatezza per le indagini, che richiedeva senza dubbio una costante presenza in ufficio del Capo della Procura bolognese per il loro coordinamento – non costituisce soltanto un comportamento anomalo del Procuratore, come è stato osservato, ma appare denso di significati ed autorizza le conclusioni più ardite.

Il fatto stesso di sottrarsi da una simile situazione impone di ritenere che egli dovesse parlare di qualcosa che rivestiva una certa importanza ed indifferibilità. Per recarsi in tale luogo, inoltre, egli aveva adottato ogni cautela evitando di riferire del suo spostamento sia al personale di servizio, sia agli altri magistrati dell’ufficio e ciò dimostra che doveva trattare con Aldo Bellini argomenti di carattere riservato.

La concomitanza con la strage alla stazione non appare una mera coincidenza e ciò autorizza ad ipotizzare che l’incontro fosse finalizzato ad acquisire da una fonte qualificata, quale poteva essere Aldo Bellini, informazioni sulla strage, oppure al contrario che fosse Sisti a dovere dare rassicurazioni all’amico sulla direzione assunta dalle indagini.

Come si vedrà nei paragrafi successivi, il dato della visita di Ugo Sisti ad Aldo Bellini è destinato ad arricchirsi di risvolti inquietanti, posto il rapporto di assidua frequentazione tra il magistrato ed Aldo Bellini e le relazioni di Ugo Sisti con i servizi segreti, di cui si dirà.

Sisti non ignorava le simpatie dei componenti della famiglia Bellini per l’estrema destra e viene spontaneo quindi domandarsi perché il Procuratore incorse nell’imperdonabile leggerezza di farsi trovare in un luogo ove ogni addetto ai lavori avrebbe potuto immaginare che le forze dell’ordine potessero andare a bussare all’indomani della strage.

Delle due l’una: o egli non aveva preso in considerazione quest’ipotesi; oppure, dall’alto della carica che rivestiva, egli si sentiva in una situazione di intoccabilità tale da escludere che qualcuno potesse mettere in relazione la sua “scampagnata” tra le colline reggiane con qualcosa di più sinistro.

Appare in linea con questa seconda impostazione il contegno compassato che il Procuratore tenne quando fu sorpreso in tale luogo. Egli, infatti, non parve imbarazzato, tanto che ebbe anche l’ardire di complimentarsi con il sottoufficiale per l’operazione di polizia in corso. Sicuro come non mai che non potesse essere messa in discussione la sua insospettabilità.

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