Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo il libro “L'illegalità protetta”, edito per la prima volta nel 1990 e ristampato nuovamente da Glifo Edizioni, dedicato a Rocco Chinnici e ai giudici del pool antimafia


La legge 685 si prefiggeva di raggiungere due obiettivi: intanto, umanizzare la vecchia legislazione, privilegiare la prevenzione e punire severamente i produttori e i trafficanti di stupefacenti. La sua emanazione fu valutata come una conquista di civiltà; si pensò che potesse contenere il fenomeno delle tossicodipendenze e contribuire a debellarlo. Invece, malauguratamente, ha finito col favorire oggettivamente il diffondersi del consumo di stupefacenti.

È una constatazione che è stata fatta già da altri; io ho avuto modo di occuparmi della legge 685 e, fin dall’inizio, ho avuto il sospetto che le sue norme potessero facilmente essere disapplicate o potessero portare a degli inconvenienti, come in realtà poi è accaduto. non poteva che accadere La legge stabilisce che il detentore e il consumatore di una modica quantità di droga, che ne fa uso personale non terapeutico, non può essere punito. Questo principio era stato invocato come il più giusto; si è, però, rivelato una vera e propria trappola.

Gli spacciatori hanno cominciato ad utilizzare i tossicodipendenti per i loro traffici, facendoli diventare spacciatori.

Oggi sappiamo che la droga arriva ai giovani attraverso gli stessi tossicodipendenti, che spacciano per procurarsi le dosi del loro quotidiano fabbisogno. Nella logica di una lunga catena di passaggi, al singolo tossicodipendente vengono consegnate 10-15 dosi che, una volta vendute, gli consentiranno di avere per sé la propria dose.

Sotto questo punto di vista, la legge si è rivelata fallimentare, perché ha prodotto un male maggiore di quello che voleva combattere.

La legge 685, comunque, non ha fallito solo in questo passaggio. problemi sono nati già quando la norma ha cominciato a parlare di «modica quantità». Questo è uno degli ostacoli più grossi nei quali si imbatte il giudice quando, in concreto, deve giudicare se un soggetto deve andare esente da pena, ai sensi dell’art. 80, oppure dev’essere considerato un piccolo spacciatore, ai sensi dell’art. 72: quest’ultima norma prevede una pena mite per chi spaccia, detiene o cede modiche quantità di sostanze stupefacenti.

Diverse e contraddittorie sono state le sentenze in questo campo. Alcuni giudici hanno ritenuto che 5 grammi di hascisc o di marijuana fossero una «modica quantità» non punibile; altri, al contrario, hanno applicato la norma più severa. Per l’eroina, alcuni giudici hanno ritenuto che già un grammo fosse una quantità punibile ai sensi dell’art. 72; altri hanno ritenuto 70 grammi di eroina una quantità non suscettibile di far scattare la punibilità. È il caso, realmente accaduto, di quel tale che, avendo una disponibilità di denaro solo temporanea ed essendo venuto a sapere della convenienza di acquisto di eroina all’estero, è andato a farne una scorta da utilizzare per uso personale in un lungo periodo.

Oggi, peraltro, il tossicodipendente-spacciatore ha trovato anche un’altra «scappatoia» alla repressione prevista dalla legge: poiché il consumo di droghe avviene solitamente in gruppo, colui il quale viene fermato con un numero di dosi superiori alla «modica quantità» può opporre la scusante di averle con sé in vista della successiva distribuzione agli amici. Molte sentenze penali hanno ritenuto che in questi casi fosse applicabile l’art. 80 della legge 685, con la conseguente non punibilità del soggetto non più considerato uno spacciatore. Si è arrivati anche a queste incongruenze, a queste assurdità, per giustificare a tutti i costi la tendenza a non punire.

C’è di più. Il legislatore riteneva che dichiarando non punibile il soggetto che fa uso personale non terapeutico di droghe ma, al contempo, costringendolo a rendere testimonianza4 tutte le volte che veniva dichiarato non punibile, il tossicodipendente potesse diventare un collaboratore della giustizia, nella ricerca dei grossi spacciatori e trafficanti. Ebbene, nel corso della mia attività, ho avuto una sola esperienza di questo genere: un solo tossicodipendente ha collaborato, ha fatto i nomi dei suoi fornitori e ha contribuito a farli trarre in arresto, giudicare e condannare. Non ho avuto modo di conoscere altri casi del genere. Se così è, non possiamo esimerci dall’affermare che la legge non ha raggiunto gli obiettivi di cui si era fatta carico. Il problema, anzi, è diventato più grave e possiamo dire che la legge ha finito col favorire il diffondersi delle sostanze stupefacenti. Tutto ciò è stato già avvertito dal legislatore, se è vero che già si pensa di modificare la legge, se è vero che esistono ben 5 o 6 disegni di legge pronti per essere discussi in Parlamento alla ripresa dell’attività legislativa

Ma c’è un altro aspetto: quello della prevenzione. Se noi rileggiamo gli articoli della legge 685, che si occupano espressamente della prevenzione, dobbiamo dire che veramente il fallimento è totale.

La legge ha istituito i Comitati provinciali e i Comitati regionali; detta alcune norme precise in materia di educazione sanitaria; precisa che nelle scuole, nelle caserme, nelle scuole militari devono essere tenuti dei corsi da professori esperti nella materia, i quali devono illustrare le conseguenze dannose per l’organismo derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti. Palermo, io ho partecipato alle riunioni del Comitato provinciale, organizzate con notevole impegno anche grazie agli insegnanti che le hanno frequentate; la legge 685, infatti, prevede questi corsi per insegnanti, per i genitori e, nelle scuole superiori, anche per gli alunni. Ebbene, malgrado questo sia avvenuto e non siano mancate conferenze e studi, malgrado l’impegno profuso specialmente in campo scolastico, a Palermo abbiamo dovuto assistere a un pauroso aumento del numero di tossicodipendenti.

Testo della relazione svolta al convivio del Rotary Club di Palermo il 29 luglio 1981.

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