Il vicepresidente della Commissione europea ha definito i cambiamenti climatici «la più grande minaccia per l'umanità» e occorre quindi «cambiare radicalmente e velocemente». Il ministro Cingolani: «È obbligatorio accelerare sulla decarbonizzazione»
A Milano si chiude la Pre-Cop 26, l’incontro preparatorio che precede ogni conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e in questa sede è intervenuto il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, che ha definito i cambiamenti climatici «la più grande minaccia per l'umanità» e occorre quindi «cambiare radicalmente e velocemente».
«Bisogna mitigare l'aumento delle temperature», ha detto Timmermans invitando tutti i Paesi a «presentare il proprio piano» per tagliare le emissioni di anidride carbonica alla Cop-26 di Glasgow. «Non ci devono essere dubbi che stiamo lottando per la sopravvivenza della specie umana», ha aggiunto.
L’intervento di Cingolani
«È obbligatorio accelerare sulla decarbonizzazione», ha detto il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, sottolineando la gravità dei dati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico: «I dati scientifici non posso mentire».
Il ministro è intervenuto anche sul caro bollette, sottolineando che «l'80 per cento dell'aumento delle bollette è legato all'aumento del costo del gas, solo il 20 per cento è legato all'aumento delle emissioni». Di conseguenza, ha concluso, «Non si può dire che la transizione ecologica sta facendo aumentare il costo dell'energia, o quanto meno l'aumento è solo marginale».
Gli obiettivi prefissati sono chiari: evitare di arrivare ad un surriscaldamento della temperatura che potrebbe essere di 2/3 gradi. «Tutti sappiamo dunque, compresi i cinesi, che non superare l'aumento di 1,5 gradi è fondamentale. Sono fiducioso però.Tutti sono sensibilizzati».
Gli Stati Uniti
Timmermans ha constatato che nella lotta al cambiamento climatico «gli Stati Uniti sono tornati, ma il nostro dovere in vista della Cop26 a Glasgow è convincere altri Paesi» a rispettare i target per contenere il riscaldamento globale.
A nome degli Stati Uniti è intervenuto l’inviato per il clima, John Kerry, che ha detto che «sul clima stiamo lavorando con la controparte cinese, parliamo frequentemente, abbiamo relazioni positive. La mia speranza è che possiamo trovare un qualche accordo con la Cina. Ma io penso che tutti i Paesi del G20, grandi e piccoli, debbano fare di più». Poi ha aggiunto che «è un test collettivo, il multilateralismo al più alto livello».
La conclusione ha riguardato il mutato atteggiamento dell’amministrazione Biden rispetto alla precedente, in materia climatica: «Il presidente Biden è molto attento a questo tema, lo considera nella legislazione che ha proposto, nei summit che ha tenuto e nelle decisioni che ha preso. Gli Usa sono sulla strada con il loro piano per avere l'intero settore energetico decarbonizzato entro 2035».
© Riproduzione riservata