La newsletter Areale diventa quotidiana da giovedì 30 a martedì 12 dicembre in occasione di Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Sul sito e sul giornale seguiremo gli sviluppi principali. L’informazione libera al servizio della causa del clima
Giovedì 30 novembre inizia la Cop28 di Dubai e parte già sotto i peggiori auspici: tre grandi scandali hanno coinvolto il paese organizzatore, gli Emirati Arabi, l'Arabia Saudita e la società di consulenza McKinsey. In questo momento la fiducia sulla possibilità del negoziato di incidere in modo sostanziale sul nostro futuro è ai minimi, perché il contesto è sfavorevole, il conflitto di interessi è lampante e intanto i dati sul clima sono sempre più preoccupanti.
Noi di Domani seguiremo Cop28 con il racconto sul giornale e sul sito; e con edizioni quotidiane della newsletter Areale, che verrà inviata ogni sera (qui per iscriversi) come un bollettino sulle voci, le speranze, i risultati, gli intoppi e gli ostacoli delle due settimane all'anno più importanti per il clima. Lo facciamo perché pensiamo che, nonostante tutto, le Cop sul clima vadano protette.
Il processo dell'ONU per mitigare e governare i cambiamenti climatici è sotto attacco, gli scandali di questi giorni hanno il solito acre odore di combustibili fossili e mirano a un solo obiettivo: svuotare l'unico spazio politico che abbiamo per mantenere la Terra un posto abitabile nei prossimi decenni e nei prossimi secoli. E una Terra abitabile è una prospettiva su cui abbiamo scelto di non essere neutrali.
Le Cop sono l'unico spazio multilaterale dove tutti hanno voce, i popoli e le nazioni silenziate ed escluse dal G7, dal G20 e da ogni altro contesto politico. Le terre desertificate, le foreste divorate e le isole sommerse hanno un solo luogo per far sentire e pesare le propria voce.
Nonostante le delusioni e i fallimenti degli ultimi anni, le Cop hanno conservato una grande, ultima qualità: sono imprevedibili. Da giovedì, può succedere di tutto. Succederà di tutto. Questa edizione sarà una battaglia semantica e politica al cuore della transizione. Serve tutta l'attenzione dell'opinione pubblica, anche perché la partecipazione della società civile a Dubai sarà di fatto azzerata. L'informazione libera e indipendente è anche una speranza climatica. Ci sentiamo da lì.
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