Greta Thunberg è stata arrestata ieri a Londra, durante una protesta di centinaia di attivisti contro l’Energy Intelligence Forum, un evento annuale legato all’industria degli idrocarburi, spesso preso di mira dalle contestazioni. I manifestanti hanno provato a bloccare l’ingresso dei delegati nella sede dell’evento, un grande albergo del centro.

Le foto dell’ispiratrice di Fridays for Future, strattonata e caricata su un cellulare della polizia, hanno fatto il giro delle prime pagine perché Thunberg è l’attivista più famosa al mondo: quest’anno era stata già fermata durante le proteste contro una miniera di carbone in Germania ed è stata processata e multata due volte in Svezia per resistenza all’arresto.

Ma conta di più come si è arrivati a queste immagini, simbolo di un’ondata di repressione che sta restringendo gli spazi democratici per gli ambientalisti in tutta Europa. L’asticella del conflitto degli attivisti si è alzata nell’ultimo anno, ma è quasi sempre rimasta pacifica e non violenta. I governi stanno però facendo saltare ogni distinzione e stanno sempre più trattando tutti, a parole e nei fatti, come eco-terroristi.

L’avanguardia 

Londra è diventata l’avanguardia di questa repressione. Il Regno Unito è un paese dove la società civile ambientalista è tra le più vivaci al mondo ma oggi è un posto dove protestare contro la crisi climatica può costare anni di carcere.

Michel Forst, delegato delle Nazioni unite per i difensori dell’ambiente, ha descritto la situazione britannica come «terrificante, con altri paesi che guardano a Londra come un esempio per leggi e misure che avrebbero un effetto devastante sull’Europa». Morgan Trowland e Marcus Decker di Just Stop Oil stanno scontando tre anni per essersi arrampicati su un ponte e aver bloccato il traffico.

Sono le pene più severe mai comminate nella storia del Regno Unito per proteste non violente, ma non sono le uniche. Sono centinaia gli attivisti condannati, migliaia quelli arrestati, anche in via preventiva. Il parlamento ha votato lo scorso anno due leggi plasmate sulle tattiche di protesta di Extinction Rebellion e degli altri movimenti e ha dato alla polizia un potere sostanzialmente arbitrario di stabilire quali tipi di manifestazioni pacifiche possono essere interrotte con arresti. Non serve nemmeno più bloccare il traffico per essere ammanettati, basta «camminare molto lentamente».

Il pericolo contagio

Il resto d’Europa sta seguendo l’esempio, al punto che Amnesty International sta lavorando a un rapporto sulla repressione dell’ambientalismo e il Consiglio d’Europa è dovuto intervenire ufficialmente, con una lunga dichiarazione della commissaria ai diritti umani Dunja Mijatović, per chiedere il rispetto delle libertà di manifestazione del pensiero e organizzazione politica. Mijatović ha parlato di «un’ondata repressiva» in Europa contro l’ambientalismo, una tendenza che fa «un disservizio alla democrazia e la mette anche in pericolo».

Il Consiglio d’Europa ha dovuto specificare che «la protesta pacifica può includere condotte che disturbano o offendono altre persone, così come azioni che temporaneamente impediscono o ostruiscono altre attività. Le proteste pacifiche non devono svolgersi sotto la minaccia di sanzioni criminali».
Dovrebbe essere l’ovvio per le democrazie europee, ma questo spazio si è andato erodendo sempre di più: paesi europei con governi di ogni colore politico hanno deciso di mettere un prezzo alto in termini di libertà personale e prospettive di vita per chi decide di protestare contro l’emergenza climatica. In Italia gli attivisti di Ultima generazione entrano ed escono dalla nostra sfera di attenzione, ma intanto stanno affrontando decine di processi. Ieri è iniziato a Milano anche quello contro i manifestanti di Extinction Rebellion per le contestazioni alla PreCop di Milano del 2021.

In Francia la rete di movimenti più grande del paese è stata messa fuori legge usando le norme anti-terrorismo. In Olanda non ci sono solo stati migliaia di arresti per una protesta contro le politiche energetiche del paese, ma ci sono sette persone, tra cui un attore piuttosto noto, arrestate a casa propria per aver invitato a partecipare alle proteste sui social media.

In Germania sono state usate le leggi contro la criminalità organizzata per perseguire Ultima generazione, gruppo per il quale in Italia la procura di Padova ha formulato l’ipotesi di reato di associazione a delinquere. Al di là delle legittime valutazioni sul linguaggio o le tattiche, qui c’è in ballo qualcosa di più importante della vernice lavabile o del flusso regolare del traffico, che è la libertà di protesta pacifica e non violenta.

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