- Tra le tante malattie e condizioni avverse per la salute legate al respirare aria di cattiva qualità sono state documentate anche le conseguenze del malessere psicologico ed emotivo.
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente aggiornato i valori limite per la tutela della salute, abbassandoli drasticamente rispetto a quelli suggeriti nel 2005, che erano già molto più bassi di quelli della normativa ancora vigente in Europa e in Italia.
- I progetti del Pnrr dovrebbero essere volti a diminuire i livelli di esposizione della popolazione. In aree già inquinate, incrementi di inquinamento anche piccoli sono una enormità e per questo devono essere valutati preventivamente gli impatti ambientali e sanitari dei progetti.
Tra le tante malattie e condizioni avverse per la salute legate al respirare aria di cattiva qualità sono state documentate anche le conseguenze del malessere psicologico ed emotivo.
Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute sono provati da evidenze scientifiche ormai inconfutabili e rappresenta il fattore di rischio ambientale più dannoso per la popolazione a livello globale.
Oltre ai rischi di mortalità prematura, malattie cardio-respiratorie, neurologiche e ad altri organi ed apparati, sono state documentate associazioni tra inquinanti dell’aria e molteplici esiti negativi per la salute mentale (depressione, ansia, disturbo bipolare, psicosi o suicidio).
Le combustioni sono le fonti principali di inquinamento, da quelle di combustibili fossili e biomasse, ai motori a scoppio, dalle industrie all’agricoltura.
Le polveri o particolato sono particolarmente dannose per la salute, in modo crescente tanto più sono piccole (dal Pm10 al Pm2,5 a quelle ultrafini), e poi il biossido di azoto (No2) e di zolfo (So2), l’ozono e le miscele, in cui ci sono sostanze cancerogene come il benzene.
L’aggiornamento dell’Oms
Sulla base dei risultati di centinaia di studi svolti in tutto il mondo, l’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente aggiornato i valori limite per la tutela della salute, abbassandoli drasticamente rispetto a quelli suggeriti nel 2005, che erano già molto più bassi di quelli della normativa ancora vigente in Europa e in Italia (Decreto Legislativo 155/2010).
Due esempi: per il Pm2,5 la legge in vigore stabilisce come limite una media annua 25 microgrammi/m3 e l’Oms raccomanda 5 microgrammi/m3, per il biossido di azoto (No2) i due limiti sono rispettivamente 40 e 10 microgrammi/m3. Differenze simili ci sono anche per le medie sulle 24 ore.
Il sistema nazionale di protezione dell’ambiente (agenzie regionali Arpa) e l’Istituto nazionale Ispra fanno il loro lavoro di monitoraggio e modellistica attraverso centraline e divulgano rapporti ragionali e nazionali, offrendo dati indispensabili per valutazioni scientifiche e decisioni pubbliche.
Gli epidemiologi e gli operatori di sanità pubblica continuano le loro attività di studio e di valutazione dell’impatto sulla salute, offrendo dati fondamentali per le decisioni di sanità pubblica.
Associazioni nazionali e comitati locali svolgono il loro essenziale lavoro di informazione e di lobbying, e i cittadini?
Preoccupazione per i cittadini
Per le persone che vivono in ambienti inquinati la fonte di preoccupazione non è rappresentata solo dai superamenti dei valori di legge, frequenti in molte aree specie nei periodi secchi come quello attuale, ma anche quando i valori di inquinamento sono al di sotto dei limiti normativi.
La forte discrepanza tra valori di legge e valori suggeriti dall’Oms non può che essere vissuta con preoccupazione sul piano civile e sanitario.
Un cittadino residente in un’area della pianura padana con una media annuale di Pm2,5 pari a 20 microgrammi/m3, valore usuale in ampie zone, è allo stesso momento non esposto a rischio per la legge vigente e esposto a rischio usando le linee guida dell’Oms.
In questi giorni a Milano sono registrati valori di biossido di azoto (No2) inferiori al valore limite ma 5-6 volte più alto del limite Oms.
Se la persona “esposta” è anziana e ha una malattia cronica, essendo più fragile è ancora più a rischio di peggioramento della propria salute e di morte prematura. È anche più a rischio nei confronti di agenti infettivi, come il Sars-CoV-2.
I progetti del Pnrr
Finché la legge non sarà allineata alle conoscenze scientifiche questa sarà la cruda realtà di vita di milioni di persone, che non possono essere tranquillizzate usando limiti palesemente inadeguati e sottoposte a stress fisiologici e psicologici.
In attesa dei tempi legislativi, purtroppo non brevi in sé e anche per forti pressioni a non cambiare, i progetti del Pnrr dovrebbero essere volti a diminuire i livelli di esposizione della popolazione ed in particolare delle sottopopolazioni più vulnerabili e suscettibili, in accordo con la Costituzione.
In aree con livelli di inquinamento pericolosi per la salute, incrementi di inquinamento anche piccoli sono una enormità e per questo devono essere valutati preventivamente gli impatti ambientali e sanitari dei progetti, per favorire tecnologie non inquinanti.
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