- Quella del 24 settembre è stata la prima marcia autorizzata in oltre cento città in Italia e oltre 1600 in tutto il mondo in 160 paesi, in attesa che si tenga la conferenza delle parti sul clima, la Cop26 di Glasgow a novembre, e, la settimana prossima, la Pre-Cop di Milano.
- Oggi Thunberg ha manifestato a Berlino ma poi toccherà all’Italia. L’attivista è stata invitata dal governo per un evento del 28 settembre e l’ambientalista resterà a Milano anche per manifestare l’uno ottobre con i ragazzi di Fridays For Future.
- Al “Youth4Climate”, incentrato sulle proposte dei giovani, abbinato alla Pre-Cop, Thunberg incontrerà il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e negli stessi giorni ci sarà anche Draghi a Milano. Al momento palazzo Chigi non ha l’incontro in agenda, ma la coincidenza delle date potrebbe essere una nuova opportunità per l’Italia.
Lo sciopero per il clima è andato «come i voti agli esami alla scuola di magia di Harry Potter: oltre ogni previsione», racconta dalla piazza di Brescia Giovanni Mori, uno dei portavoce di Fridays for Future Italia, che prosegue: «E il primo ottobre avremo Greta Thunberg alla manifestazione che ci sarà a Milano nei giorni della Pre-Cop. Oggi manifestavamo in tutto il mondo, in quell’occasione tutto il mondo sarà con noi».
Quella del 24 settembre è stata la prima marcia autorizzata dopo due anni in oltre cento città in Italia, 1600 città in tutto il mondo di 160 paesi diversi, poco prima che si tenga la conferenza delle parti sul clima, la Cop26 di Glasgow a novembre, e, la settimana prossima, la Pre-Cop di Milano.
Gli “school strike”, gli scioperi scolastici di Greta Thunberg, ormai sono andati non solo oltre le aspettative, ma anche oltre il coinvolgimento studentesco: «Nonostante la pandemia la gente è assolutamente preoccupata per il clima – spiega Mori -. Sa e capisce anche più di quanto possiamo immaginare noi organizzatori che la crisi climatica è un problema». Al punto che alla manifestazione di venerdì 1 ottobre, i ragazzi di FfF affiancheranno un’altra manifestazione il 2, «per permettere anche a chi lavora durante la settimana di partecipare» dice Martina Comparelli, anche lei portavoce di Fridays. Il 24 «abbiamo superato le 150mila presenze».
Il focus è stato la giustizia climatica: «La transizione la deve pagare chi inquina, non chi subisce il mutamento climatico». Le adesioni, racconta Mori, crescono a vista d’occhio: «Oggi ci chiedevano come potevano unirsi, così come nei giorni scorsi durante il volantinaggio. È una sorpresa estremamente positiva. Tornare in piazza per noi era una scommessa, e sentiamo di aver fatto l’en plein».
Lo sciopero di punta del 24 settembre si è svolto a Berlino. Gli attivisti si sono raccolti davanti al Reichstag, il palazzo del parlamento, a due giorni dalle elezioni generali in cui in Germania si sceglierà il governo dell’era post Merkel. In prima fila alla protesta era presente anche Greta Thunberg: «Nessun partito politico», ha detto, sta facendo abbastanza per la crisi climatica. Per lei il voto non basta: «Sì, dobbiamo votare, dovete votare, ma ricordate che votare non sarà abbastanza. Dobbiamo continuare ad andare per le strade».
Faccia a faccia con i politici
Sul fronte politico, uno dei più attivi negli ultimi giorni è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi, che nell’ordine ha ammesso che «stiamo venendo meno alla promessa degli accordi di Parigi» – quindi di mantenere la temperatura ben al di sotto dei due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali – e che il mutamento climatico è un’emergenza come la pandemia. Con queste premesse stanno per partire tutti gli eventi a tema clima nell’agenda del governo.
Greta Thunberg è stata invitata dal governo italiano all’evento “Youth4Climate”, incentrato sulle proposte dei giovani, abbinato alla Pre-Cop. L’attivista figura tra i partecipanti della tavola rotonda di apertura il 28 settembre a cui parteciperanno anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e il sindaco di Milano, Beppe Sala. Due giorni dopo, il 30, tra i relatori figura anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. Nei giorni scorsi i ragazzi per il clima hanno rivolto un appello proprio a lui: «Quando ci ricapita un presidente del Consiglio così autorevole in un momento in cui l’Italia è così centrale?», aveva detto a Domani Mori: «Noi siamo in piazza anche per chiedere a Draghi di usare tutta quell’autorevolezza».
Al momento palazzo Chigi non ha l’incontro in agenda, ma la coincidenza delle date potrebbe essere una nuova opportunità per l’Italia. Già alla fine dell’anno scorso si era svolto un incontro in streaming con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Allora il confronto non era andato bene, e Thunberg aveva deciso di disertare la conferenza stampa finale organizzata dalla delegazione per riferire sull’incontro.
Dal primo intervento pubblico di Greta alla Cop24 di Katowice sono passati tre anni. All’epoca, parlando a nome del movimento “Climate Justice Now”, Thunberg aveva chiesto ai politici riuniti all’assemblea sul clima di invertire la rotta lanciando un messaggio di speranza: «Ho imparato che non sei mai troppo piccolo per riuscire a fare la differenza. E se pochi bambini possono ottenere grandi titoli sui giornali e le tv di tutto il mondo solo facendo uno sciopero a scuola, immagina cosa potremmo fare tutti noi insieme, se davvero volessimo».
In attesa che Draghi faccia la prossima mossa, Mori conclude: «La storia passa dall’Italia».
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