Stromboli tenta di rinascere e ancora una volta se ci riuscirà lo farà con le sue mani. L’isoletta con il vulcano più attivo d’Europa, la perla nera dell’arcipelago delle Eolie, è stata devastata da un incendio che ha divampato per due giorni, il 25 e 26 maggio scorso, incenerendo 200 ettari di quella che era una riserva della biosfera tutelata dall’Unesco.

Le case del paese si sono salvate più che per i lanci di acqua salata di canadair ed elicotteri, per l’opera degli strombolani che durante quella terribile notte, con davanti due fronti di fuoco, hanno tentato con ogni mezzo di tenere le fiamme lontane dalle abitazioni e ci sono riusciti. Ora rimboccandosi di nuovo le maniche hanno lanciato una raccolta fondi per un progetto di ripiantumazione della terra bruciata.

Il progetto, che si chiama «Coltiviamo un’idea», è interamente in mano ai privati. Privati i donatori, privati i volontari delle associazioni locali - in testa Pro Loco Stromboli e Scuola in Mezzo al Mare - che portano avanti il progetto, privati infine i terreni sui quali si vuole andare a ripiantare gli ulivi: i terrazzamenti un tempo coltivati a ridosso dell’abitato. È una scelta obbligata, in qualche modo paradigmatica dell’impossibilità della politica locale - qui come altrove - di occuparsi di un tema, il dissesto del territorio, che a rigor di logica dovrebbe essere la sua stessa ragion d’essere.

Sorprese nell’urna

Meno di un mese dopo l’incendio più disastroso che abbia mai colpito l’isola ci sono state le elezioni comunali, il 12 giugno. Al comune di Lipari, a cui fanno capo Stromboli e il resto dell’arcipelago eoliano tolta l’isola di Salina (quindi anche Ginostra, Panarea, Alicudi, Filicudi e Vulcano), è arrivato un nuovo sindaco, anzi nuovissimo. Riccardo Gullo, in pista per il centrosinistra con la civica Rinascita Eoliana, non era affatto tra i favoriti e in effetti ha vinto con soli undici voti di scarto: una sorpresa delle urne.

Originario di Salina, laureato a Torino con secondo diploma post laurea alla Luiss, Gullo in gioventù ha lavorato nell’acciaieria poi comprata dalla multinazionale tedesca Thyssen Krupp, proprio nello stabilimento del rogo del 2007. Molto prima dell’incidente, Gullo lavorava lì come impiegato, “colletto bianco” come si diceva al tempo, ed era delegato sindacale della Fim Cisl. Poi la nostalgia della sua terra e ha cambiato aria.

Casse vuote

Salinaro doc, dopo essere stato sindaco in due diversi comuni della sua Salina, Leni e Santa Marina, ora si trova a governare le altre sei isole, quelle di Lipari finora sempre in mano al centrodestra: una bella svolta. Gullo si è insediato con una giunta di persone nuove e competenti, prese dalla società civile, e con grandi idee di amministrazione decentrata e partecipata. Vuole ad esempio istituire, con una modifica allo statuto comunale, un consiglio di tre delegati indicati dagli abitanti al posto dell’unico e monocratico delegato del sindaco, cooptato da questo, per far da tramite con ciascuna isola: al momento in ogni frazione-isola non c’è neanche un vigile urbano e anche a Stromboli lo stato è di fatto rappresentato solo dalla piccola stazione dei carabinieri. Il nuovo sindaco ha però scoperto di avere un problema più grosso degli altri: le casse comunali completamente vuote.

©SILVIO FIORE/LAPRESSE STOCK ITALIA. SICILIA. EOLIE. STROMBOLI CONO VULCANICO E SPIAGGIA LAVICA

«Avremo molta difficoltà a redigere il bilancio», ha spiegato appena insediato ai suoi concittadini. E a fine luglio, saltando a pié pari Palermo e la sua insidiosa campagna elettorale, ha preso nave e treno in direzione Roma, e è andato a bussare al ministero dell’Economia. È stato ricevuto dal ministro Daniele Franco e dal ragioniere dello stato, Biagio Mazzotta, ai quali ha potuto segnalare la situazione, estremamente grave. Sì, perché senza molto clamore proprio in quei giorni è passato alla Camera il via libera definitivo alla legge di modifica dell’’articolo 119 della Costituzione, un provvedimento già varato in Senato l’anno scorso e in ballo con continui “stop and go” fin dal lontano 1996. La modifica costituzionale d’iniziativa popolare riconosce la «peculiarità delle isole minori » e la necessità di interventi specifici dello stato al fine di superare «gli svantaggi derivanti dall’insularità».

Quindi a rigor di logica, intervenendo sul Titolo V, dovrebbe sottrarre parte della potestà fiscale e di bilancio alla madre patria matrigna, in questo caso la regione Sicilia. Una riforma che ora cercano di intestarsi sia Musumeci che la Lega ma che in realtà è partita dalla Sardegna ed è stata approvata quasi all’unanimità, tolto un voto.

Lipari e le sue sorelle minori hanno davvero bisogno di interventi statali e di un occhio di riguardo che vada oltre i mesi estivi e il turismo. Mancano interventi per l’edilizia popolare e il costo delle abitazioni per i residenti e per i lavoratori stagionali è inarrivabile. La sezione del tribunale rischia di chiudere a dicembre, chiusura in vista anche per l’Agenzia delle entrate, già chiuso da anni il punto nascita dell’ospedale di Lipari. Per le scuole, viste le interclassi-pollaio e i continui blocchi dell’attività didattica per difficoltà di trasferta via mare dei docenti, «se continua così e non si modificano gli standard, sarebbe meglio che lo stato decidesse che non viene più garantito questo servizio essenziale», dice Gullo.

Poi ci sono i rifiuti, con il consorzio vincitore dell’appalto per la raccolta differenziata che è inadempiente in molte località ma il cui contratto è stato rinnovato senza more proprio pochi giorni prima del termine della consiliatura del predecessore di Gullo, Marco Giorgianni. Ultimo in questa lista della spesa di difficilissima soluzione: il rischio idrogeologico e gli interventi di ripascimento necessari per la riserva naturale, andata distrutta con l’incendio di maggio.

Un bouquet di ulivi

Su quest’ultimo problema però il comune ha potuto contare su un aiuto inaspettato: una donazione di 500 piante di ulivo, messe sul tavolo, per ora come impegno, da un vivaista siciliano della zona di Milazzo con casa di vacanze a Stromboli, Salvuccio Materia.

«Ho messo a disposizione queste piantine per fare la mia parte, non voglio niente in cambio, neanche in termini di visibilità», dice il vivaista, «ma per farle attecchire e farle crescere ci vuole qualcuno che le innaffi e se ne prenda cura e per questo oltre al mio agronomo che a settembre andrà a Stromboli per un sopralluogo, serve attivare persone del luogo ed è quello che stanno cercando di fare alcuni residenti e proprietari di case sull’isola».

©SILVIO FIORE/LAPRESSE STOCK ITALIA. SICILIA. EOLIE. STROMBOLI COLATA DI TERRA LAVICA

Così è nato il progetto di riforestazione che ha dato il via a fine luglio al crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso. L’obiettivo è quello di raggiungere a fine estate almeno la somma di 75mila euro per poter partire con gli studi preliminari sulle piante che potrebbero rigerminare, anche tramite innesti sulle radici, e iniziare a rimettere in sesto i terrazzamenti, gli sgrondi per l’acqua piovana prima di mettere a dimora le prime 170 piantine nuove nel primo anno “silvestre”.

I giovani ulivicoltori che sponsorizzano il progetto delle 500 piante, hanno già rimesso in funzione un frantoio e a ferragosto saranno in piazza con un banchetto a raccogliere donazioni e a vendere gadget come magliette e matite per raccogliere fondi, cercando di coinvolgere anche i turisti più danarosi e i proprietari delle case più lussuose.

Il progetto di rinascita

Il 2 agosto intanto il piano è stato presentato all’assessore all’ambiente. «Al comune possiamo solo chiedere una funzione di supporto, che è fare da interfaccia con le varie amministrazioni, alcune delle quali sono specifiche della Sicilia come il Genio civile forestale, competente per la manutenzione degli alvei e delle condutture idriche nelle selve», fa notare Paolo De Rosa mentre studia le mappe della zona devastata dalle fiamme fornite dai satelliti di Copernicus. De Rosa è nella squadra di strombolani dell’associazione “Attiva Stromboli” che ha elaborato il progetto e realizzerà i video promozionali e tutto il lancio della campagna di raccolta fondi.

Guarda la mappa e mostra come quasi tutti i terreni su cui si vuole impiantare i nuovi ulivi sono privati ma non si sa bene di chi. Molti dei proprietari dei terreni sono infatti emigrati in Australia prima della seconda guerra mondiale e si tratta spesso di assi ereditari contesi o di difficile individuazione. «Per evitare contenziosi abbiamo preso l’appuntamento a settembre con un notaio, per mettere nero su bianco che la nostra finalità è solo quella di manutenzione dei terreni incolti e danneggiati – spiega De Rosa – Vorremmo che il comune di Lipari con un pronunciamento sostenesse gli scopi del nostro progetto, a maggiore garanzia dei proprietari delle terre».

Nel frattempo con i 75mila euro si potrebbero comprare un robot agricolo per scavare i solchi e cinque cisterne per l’acqua piovana con tre autopompe per irrigare e spegnere eventuali altri incendi. Al crowdfunding potrebbero facilmente contribuire anche attori e produttori della fiction Protezione Civile del regista Marco Pontecorvo per Rai1 a cui si deve l’innesco del fuoco in una giornata particolarmente ventosa di un maggio già infuocato come non mai.

Potrebbero contribuire individualmente gli stessi undici vigili del fuoco in missione sull’isola per assistere la troupe e che però non si trovavano sul posto o non hanno dato le indicazioni giuste per evitare la devastazione dell’isola. Il processo per il conteggio dei danni e l’attribuzione delle responsabilità, per il quale comune e Pro Loco si vogliono costituire parte civile, non è neanche all’orizzonte. E invece le piogge del prossimo autunno fanno già paura per possibili frane.​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

© Riproduzione riservata