Gli agenti dovrebbero sempre seguire la persona che proteggono per tutelarne l’incolumità. Ma a Rosazza, a Capodanno, non è andata così
Gli agenti di scorta devono seguire l’obiettivo e tutelarne l’incolumità. Questo sarebbe il mandato, ma a Rosazza, comune nella valle del Cervo, in provincia di Biella, durante il Capodanno con il botto, è successo altro. E adesso la conferma arriva anche dal verbale dell’interrogatorio di Andrea Delmastro Delle Vedove, che racconta di una scorta in libera uscita, uno era all’interno della sala nella quale è partito il colpo, «l’altro era in cucina».
Il sottosegretario alla Giustizia, quella sera, partecipava a una festa in compagnia di parenti, amici e familiari degli agenti di scorta. Una festa col botto, botto partito dalla pistola di Emanuele Pozzolo, il deputato di FdI e amico di Delmastro, e che ha ferito Luca Campana, genero del caposcorta del sottosegretario. Il verbale dell’interrogatorio, reso da Delmastro l’8 gennaio, riserva dettagli inediti e una versione riveduta e corretta su alcuni aspetti della serata. A partire dall’esatta posizione del fedelissimo di Meloni al momento dello sparo.
Come rivelato da Domani, Delmastro ai pubblici ministeri di Biella, a differenza di quanto detto ai giornali, ha raccontato che si trovava fuori dalla Pro loco a fumare in compagnia di due conoscenti della figlia. L’immobile si trova su un’altura che si raggiunge con delle scale, non c’è una strada percorribile con l’auto, il sottosegretario non era quindi vicino alla macchina per caricarla del cibo avanzato «a 300 metri di distanza, nel piazzale», e neanche impegnato a buttare la spazzatura. C’era andato, ma poi era risalito e si trovava fuori alla porta d’ingresso impegnato a terminare la sua sigaretta.
«Ero fuori con due conoscenti di mia figlia, ho solo sentito il rumore dello sparo e ho pensato fosse un petardo. Poco prima avevo caricato la mia macchina, ero risalito e mi stavo trattenendo a fumare una sigaretta con gli amici di mia figlia (V.B, A.B.), dopo il petardo non mi ero allarmato particolarmente e ho terminato la sigaretta per poi rientrare e rendermi conto di ciò che era successo», ha detto ai pubblici ministeri.
A quel punto Delmastro, tra il colpo e l’ingresso passa massimo un minuto, rientra in casa. «Ricordo Valentina Morello molto agitata che mi diceva che era stato sparato un colpo, tuttavia siccome credevo ancora al petardo pensavo stesse esagerando, solo quando Valentina mi ha detto del colpo d’arma da fuoco mi sono allarmato, ho chiesto della persona ferita e mi sono sincerato che fossero stati chiamati carabinieri e ambulanza», ha raccontato Delmastro.
Perché non c’erano gli agenti?
C’è un altro aspetto che Delmastro rivela e che risulta di grande interesse: la serata degli agenti di scorta. Partiamo dall’arrivo alla festa, trascorsa all’insegna delle vettovaglie preparate in casa, dei mimi e del karaoke alla presenza anche di minori.
«Sono andato con mia moglie e i miei due figli, ovviamente io ero sulla macchina della tutela e mi sono recato sul posto in modo autonomo rispetto ai miei familiari. Io ero sulla macchina dove c’erano il capo della scorta, Pablo Morello, e un altro agente».
C’era anche un altro veicolo ad accompagnarlo, quando gli autisti sono andati via con Delmastro sono rimasti Morello, suocero del ferito, e Salvatore Mangione. La procura chiede del perché il sottosegretario non fosse accompagnato dai suoi angeli custodi mentre aspirava la sua cicca in compagnia dei conoscenti della figlia. Cosa risponde? «Generalmente loro sono sempre dietro di me, in quel momento si stava sistemando tutto e ricordo che poco prima che uscissi Mangione stesse nella cucina secondaria», ha raccontato Delmastro che non riferisce parlando di una situazione tranquilla e protetta.
L’altro agente, Morello, era invece poco distante da Pozzolo prima che partisse il colpo. L’unico indagato è proprio il deputato, difeso dall’avvocato Andrea Corsaro, sindaco di Vercelli che guida una maggioranza di centrodestra. La nuova versione di Delmastro, riveduta e corretta, ha spinto Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva, ad annunciare una nuova interrogazione parlamentare ponendo due quesiti: perché la scorta non ha seguito il sottosegretario Delmastro? E perché il sottosegretario ha mentito?
© Riproduzione riservata