- Il risultato delle elezioni ripetute a Berlino mostra innanzitutto la sconfitta di Franziska Giffey. La sindaca uscente non ha saputo far convergere su di sé il sostegno di una città tradizionalmente di sinistra, che a questo voto ha sorprendentemente regalato la vittoria a una fortissima Cdu.
- Il futuro apre a diverse combinazioni possibili: la coalizione rosso-rosso-verde uscente avrebbe ancora la maggioranza per governare, ma sono possibili anche alleanze tra Cdu e Verdi e Cdu e Spd.
- La Fdp rimane sotto la soglia di sbarramento e non entra nel parlamento regionale, AfD deve accontentarsi e non riesce a cavalcare il tema della sicurezza come si era proposta.
Le elezioni berlinesi segnano una grossa sconfitta per la Spd del cancelliere Olaf Scholz. Il suo partito, a cui appartiene anche la sindaca uscente Franziska Giffey, ha perso in meno di due anni tre punti percentuali di consenso.
Il voto, ripetuto per irregolarità individuate nella consultazione di settembre 2021, segna il successo clamoroso per Berlino della Cdu, che guadagna dieci punti percentuali e trionfa al 28 per cento e stacca socialdemocratici e Verdi, entrambi al 18,4 per cento.
La Spd è arrivata seconda per soli 105 voti. Quasi ferma AfD: gli estremisti di destra si devono accontentare di un incremento di appena l’1 per cento, mentre i liberali della Fdp portano a casa il fallimento più grande. Arrivano appena al 4,6 per cento e restano sotto la soglia di sbarramento e quindi fuori dal parlamento regionale.
Disastro Spd
Le conseguenze si abbattono inevitabilmente anche sulla politica nazionale. Nella Spd, Giffey rischia di essere presto considerata acqua passata e c’è chi propone di ricominciare il lavoro in città con una collaborazione più distesa con i Verdi, per esempio lasciando alla candidata ecologista la precedenza per l’incarico di sindaco e tenendo a debita distanza Giffey.
La sindaca uscente, dopo avere ottenuto in due anni e mezzo due risultati pessimi per i socialdemocratici, potrebbe lasciare anche la guida del partito berlinese. Contemporaneamente, Giffey è l’unico volto noto anche a livello nazionale che i socialdemocratici hanno attualmente a disposizione e i suoi sostenitori argomentano che ha ancora bisogno di tempo per imporsi sulle correnti regionali.
Liberali e Verdi
Ancora più dirette rischiano di essere le conseguenze del voto berlinese per Christian Lindner. Il capo dei liberali è in discussione da parecchie settimane e il partito continua a essere punito nei sondaggi, scendendo ulteriormente rispetto alla performance non gratificante delle elezioni federali. Il fatto che a Berlino i liberali non saranno presenti nel parlamento regionale potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso, ma il problema dei liberali continua a essere sempre lo stesso.
Oltre a Lindner, che ha risollevato il partito dalla sua ultima crisi negli anni Dieci, nessuno può ambire a guidare la formazione. Ma il ruolo dei liberali nella coalizione di governo continua a essere trascurabile, e dalle analisi politiche traspare soltanto la sfida tra Spd e Verdi: un contesto che premia soprattutto il partito di Annalena Baerbock e Robert Habeck.
Tra i partiti del Semaforo i Verdi sono quelli che perdono di meno, restando sostanzialmente stabili con un -0,5 per cento. Nonostante tutti i dissensi nel governo federale, i socialdemocratici restano i partner prediletti dagli ecologisti per formare un nuovo governo cittadino: la candidata sindaca Bettina Jarasch ha detto che un’alleanza con la Cdu sarebbe possibile soltanto in cambio di «grandi concessioni» e guarda già a una continuazione del lavoro con Giffey, magari in una posizione più favorevole ai Verdi rispetto al 2021.
Il successo della Cdu e l’AfD incredula
I conservatori portano a casa il miglior risultato dal 1999: il loro 28 per cento non basta però per un governo in solitaria, e non è detto che qualcuno voglia davvero lavorare con loro. I consensi che ha guadagnato il partito provengono soprattutto dalla Spd, ma i conservatori hanno fatto man bassa anche nel bacino della Fdp e in parte perfino in quello della AfD.
Il partito estremista archivia un risultato praticamente invariato rispetto a due anni e mezzo fa. I consensi aumentano di appena un punto percentuale. Un esito che AfD non aveva previsto: gli estremisti, che hanno appena festeggiato il loro decimo compleanno, hanno puntato su una campagna securitaria, sperando di cavalcare gli scontri di capodanno, inizialmente attribuiti a persone con un background di migrazione. Dal punto di vista di AfD, “nuovi tedeschi”.
La campagna era stata parzialmente condivisa dalla Cdu berlinese, che aveva chiesto l’elenco dei nomi dei responsabili del vandalismo: alla fine, però, né la polemica cittadina né la linea filorussa che il partito tiene in parlamento hanno pagato. Gli estremisti si consolano con i sondaggi nazionali, che li danno in crescita in tempi di crisi, ma resta da vedere se si tradurranno in consensi veri: a Berlino non è successo.
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