I tre principali partiti hanno trovato l’accordo per la data del voto, ma fino ad allora quel che resta della maggioranza semaforo punta a portare a casa ancora qualche provvedimento di rilievo
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Non dite che non ve l’avevamo detto: mercoledì sera il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è presentato alla stampa per comunicare che ha licenziato Christian Lindner e la Fdp ha conseguentemente lasciato la coalizione Semaforo. Insomma, il governo è caduto. Sviluppi inusualmente drastici per la politica tedesca, che adesso deve gestire elezioni anticipate in un periodo di crisi economica che non accenna a mollare la presa sul paese. Ovviamente il numero è in gran parte dedicato alle elezioni e alle prospettive che si aprono da gennaio in poi, ma abbiamo raccolto anche qualche altra notizia con cui potrete ammaliare il vostro interlocutore parlando di Germania.
Iniziare l’anno col botto
Il 2025 comincerà con un voto: i tre principali partiti, Cdu, Spd e Verdi, hanno raggiunto l’accordo sul 23 febbraio. Questo significa che Scholz porrà la questione di fiducia l’11 dicembre e il Bundestag deciderà verosimilmente il 16 a quel punto, il presidente federale ha 21 giorni per sciogliere il parlamento. Ma riavvolgiamo il nastro: alla fine, la scorsa settimana la coalizione Semaforo non ha più trovato modo di andare avanti dopo che il ministro delle Finanze Lindner ha negato la propria disponibilità a finanziare nuove iniziative del governo con nuovo debito. Per onorare la sua fedeltà estrema allo “zero nero” della parità, Lindner si è giocato il posto. Il cancelliere lo ha licenziato, non esitando a comunicare alla stampa tutti i dettagli su una collaborazione che a quanto pare non andava per niente bene da un bel po’.
Sono seguite diverse accuse reciproche relative alla base fiduciaria venuta meno tra i partner di coalizione e alla mancanza d’ambizione, ma soprattutto Scholz ha chiesto una disponibilità allargata anche alle opposizioni – AfD esclusa – fino a Natale. Nelle ultime settimane dell’anno il cancelliere uscente vorrebbe infatti portare a casa qualche ultimo provvedimento su sistema pensionistico, ripresa economica e sicurezza energetica. Qualcuno nella coalizione chiede anche interventi per prolungare l’investimento nella Bundeswehr e per rafforzare gli organismi di garanzia, come la Corte costituzionale, per proteggerli dall’intervento di populisti ed estrema destra.
Ma la Cdu non ha intenzione di scendere a patti con quel che resta del Semaforo a meno che Scholz non accetti di porre la questione di fiducia il prima possibile.
Il cancelliere di domani
L’unica certezza che abbiamo, per il momento, è che anche il prossimo cancelliere sarà un uomo. Il favorito è Friedrich Merz, il turboliberista che ha preso il posto di Angela Merkel alla guida della Cdu portandola decisamente più a destra su una lunga serie di temi. Ex dirigente Blackrock, nel tempo libero pilota aerei da turismo: ora è alla ricerca del terzo partner di coalizione che gli servirà per mettere in piedi un governo dopo le elezioni. Il suo 30 per cento abbondante andrà integrato da qualcuno. Si ragiona principalmente su una grande coalizione con i socialdemocratici, ma non è certo che basterà per raggiungere il 50 per cento.
Il primo a dargli una mano sarà dunque nientemeno che il cancelliere uscente: Scholz ha annunciato di volersi ricandidare e, a meno di sostituzioni improvvise à la Biden, porterà alle urne la sua Spd, attualmente stimata intorno al 15 per cento. Elon Musk la scorsa settimana l’ha già definito un «Narr», un buffone, ma nulla – nemmeno il fallimento della sua coalizione – sembra scalfire la sua fiducia granitica (un po’ eccessiva, secondo gli osservatori) nelle proprie possibilità, che l’ha accompagnato anche nel talk di Caren Miosga su Ard domenica scorsa.
In quell’occasione Scholz ha dimostrato ancora una volta di essere molto convinto di sé stesso, ma di non aver intenzione di puntare sulle emozioni nemmeno in questa campagna elettorale. All’altro estremo dello spettro comunicativo si posiziona Robert Habeck, che punta proprio sul suo stile diretto per conquistare l’elettorato: ha presentato la sua candidatura seduto al tavolo di una cucina, su internet corrono meme su di lui con reference da swifties, cioè i e le fan di Taylor Swift. Lindner ha già fatto ironia sul fatto che il governo di minoranza uscente abbia già presentato due candidature alla cancelleria, ma i Verdi sono convinti che pur essendo rilevati solo intorno all’11 per cento possono avere una possibilità.
Verosimilmente si candideranno alla cancelleria anche Alice Weidel per AfD e Sahra Wagenknecht per BSW. Mentre verso l’estrema destra resta in piedi il muro di fuoco e nessuno ha intenzione di mettere in piedi una coalizione con quel partito, BSW ha più possibilità di collaborazione, ma con le stime attuali sembra impossibile che l’ex Linke possa aspirare alla cancelleria.
Di cosa parliamo quando parliamo di Zeitenwende
Una delle priorità del governo di minoranza uscente sarebbe anche quella di spingere per il completamento del piano di ammodernamento della Bundeswehr. I soldi stanziati nel 2022 per la Zeitenwende finiranno a breve e soprattutto i Verdi vorrebbero assegnare nuovi fondi nella speranza di una sponda nei cristianodemocratici, in genere sensibili a questo genere di argomenti.
Come tutti gli altri argomenti su cui Scholz vorrebbe andare a dama prima delle elezioni, anche i nuovi fondi per l’esercito dipendono dalle tempistiche dello scioglimento del parlamento. Per il momento però l’Union non si sta mostrando particolarmente collaborativa, anche per quanto riguarda il piano per il nuovo servizio militare proposto dal ministro Boris Pistorius.
Per la Cdu il modello che il capo della Difesa ha negoziato con la sua coalizione è troppo debole: Pistorius propone di reistituire un ufficio delegato alla leva che sottoponga a tutti i giovani maschi un test sulla disponibilità a prestare servizio nell’esercito. I cristianodemocratici vorrebbero più certezze in un clima in cui la minaccia della Russia si fa sempre più tangibile e propongono di sottoporre tutti alla visita di leva e poi arruolare chi è adatto all’incarico e mostra interesse, secondo il modello scandinavo. Partendo da questo assunto, la Cdu vuole rinviare la discussione sulla leva a dopo le elezioni.
La quinta stagione
Come se non bastasse, è tempo di Narren. L’11/11 alle 11.11 è cominciata la “quinta stagione”, quella del carnevale, in cui girano appunto i “buffoni”, Narren: nonostante crisi e incertezze a Colonia è iniziato come da tradizione il Carnevale con una lunga serie di nuove procedure di sicurezza per tenere d’occhio tutti quelli scesi per strada a festeggiare. Erano in servizio 1.400 poliziotti, 200 più dell’anno scorso.
Il timore è che, nonostante tutti i presidi organizzati dalla città, gli eccessi (soprattutto alcolici) possano rovinare la festa a qualcuno: spesso si beve parecchio, ma di fronte al fatto che si guadagnano anche 600 milioni di euro a sessione, si potrebbe anche ragionare di una struttura ad hoc che organizzi in maniera più ampia l’evento e che cambi l’immagine di una metropoli viva soltanto durante la stagione del Carnevale, scrive Jan Wördenweber del Kölner Stadt-Anzeiger. Secondo lui ci vorrebbe una pianificazione che duri tutto l’anno e metta in piedi un programma più strutturato organizzato dalla città, in modo da evitare di trasformare tutto soltanto in una grande sagra dove bere e mangiare.
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