Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Commissione speciale sulla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, snocciola numeri che sembrano un monito alla sua stessa coalizione di governo. E spiega che il documento programmatico di bilancio sarà presentato al massimo entro tre settimane: «Due settimane è un obiettivo realistico. Non dico che abbiamo le idee chiare, perché sarebbe presunzione, ma ci sono i problemi tecnici». 

Pensioni

Il ministro annuncia che firmerà appena terminata l’audizione il decreto per l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione come previsto dalla legge, con un aumento del 7,3 per cento. E spiega che le conseguenze dell’indicizzazione saranno un aumento della spesa pensionistica di 5,4 miliardi nel 2022, 21,3 miliardi nel 2023, 18 ,5 miliardi nel 2024 e 7,4 miliardi nel 2025. Si tratta ovviamente di aumenti che si trascinano da un anno all’altro e quindi di un aumento della spesa complessivo di oltre 50 miliardi in quattro anni. 

Imposte e spesa per il debito

Evasione fiscale, cosa dice la relazione consegnata al governo

Aumenteranno le entrate fiscali dello stato nel prossimo anno, ha detto Giorgetti: per le imposte dirette si stima una crescita di 0,5 miliardi nel 2023 e di 3,5 miliardi per le imposte indirette nel triennio 2023 – 2025. Al momento il governo stima una diminuzione della pressione fiscale dal 43,8 per cento nel 2022 al 42,5 per cento nel 2025. Nel frattempo però aumenterà la spesa per gli interessi sul debito di 2,2 miliardi di euro nel 2022, di 3,6 miliardi nel 2023 e di 4,7 miliardi del 2024: più di dieci miliardi in tre anni. 

Superbonus

Di fronte a questo quadro, Giorgetti ha individuato quale è la spesa da rivedere subito: il credito di imposta al 110 per cento sul Superbonus che sta diventando sempre più costoso, per un totoale di 37,8 miliardi, e considerati i nuovi dati di Enea al 30 settembre, potrebbe persino crescere entro la fine dell’anno. Il ministro ha spiegato: «Non ho mai visto una misura costata così tanto per così pochi». Secondo il titolare dell’Economia piuttosto bisognerà sfruttare le opportunità del fondo RePower Eu per il settore dell’edilizia, con interventi pubblici per la ristrutturazione energetica.

A proposito invece del blocco dell’acquisizione dei crediti di imposta da parte delle partecipate, Giorgetti ha detto: «Non prenderò mai il telefono per dire alle aziende di fare interventi contro l’interesse aziendale».

Fondi strutturali

Per il resto il ministro continua a ribadire la linea di prudenza sui conti pubblici, del resto anche sui rincari dell’energia siamo appesi ai fondi Ue: Giorgetti ha spiegato che il governo ha chiesto la revisione dei regolamenti Ue sui fondi strutturali che il nostro paese non riesce a usare per re indirizzarli per calmierare la crisi energetica. 

Dalla «tregua fiscale» al decreto sull’energia

Giorgetti ha confermato la cosiddetta «tregua fiscale» e che sono in valutazione per la legge di bilancio l’aumento del forfait per gli autonomi e la flat tax incrementale. Confermata anche la proroga per il mese di dicembre, con un decreto legge da approvare giovedì i crediti d'imposta per le spese sostenute per  l'acquisto di energia elettrica e gas naturale e la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, Gpl e gas naturale impiegati come carburanti. Inoltre Giorgetti ha detto di sperare anzi di essere certo che l’Inps potrà predisporre un’Isee precompilato per fare in modo che chi ha diritto ai bonus sociali eviti adempimenti burocratici.

Indennità anti inflazione detassata

Il governo sta studiando anche «interventi per predisporre uno strumento che renda possibile la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica», cioè per le bollette. 

Tra questi c’è una tariffa agevolata calibrata sul livello dei consumi medio degli ultimi anni, che premi chi ha consumato meno.

Un premio indennità anti inflazione con esenzione totale dei contributi per le imprese che vorranno offrirla ai lavoratori.

Patto di stabilità e Bce

Rispondendo alle richieste di informazioni sulla proposta di riforma del patto di stabilità e le diverse dei posizioni Ue, Giorgetti ha detto: «Ripeto quello che ho detto all'Ecofin: il problema non è distinguerci in Ue tra chi vuole combattere l'inflazione più a Nord e chi vuole combattere la recessione più a Sud, il problema è che rischiamo di avere inflazione e recessione, è questo si che è l'incubo che dobbiamo evitare».

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