C’è un nesso sistemico tra i diversi divari che attanagliano la società italiana e rendono il bel paese sempre più diseguale, da nord a sud. Tutto si lega, e si tiene, attraverso il fisco, che genera e moltiplica le disuguaglianze, perché ai diversi di reddito e di patrimonio non corrispondono imposte appropriate.

Lo rivela la ricerca demoscopica realizzata dall’istituto Demopolis per Oxfam Italia a settembre su un campione di oltre 4 mila intervistati e presentata questa mattina al Senato, secondo cui per il 71 per cento dell’opinione pubblica, le disuguaglianze in Italia sono aumentate negli ultimi cinque anni e sono di natura soprattutto economica e di accesso ai servizi, più di tutti quelli sanitari.

A fare da collante e a generare squilibri economici e sociali è il sistema fiscale, che nella percezione dell’85 per cento degli italiani non è equo, lo è poco o per niente. Si tratta di una convinzione trasversale all’elettorato, dal 76 per cento degli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia all’89 per cento di chi esprime la propria preferenza di voto per il Partito Democratico sino al 93 per cento degli elettori del M5S. E solo un cittadino su cinque è convinto che sia pienamente rispettato l’articolo 53 della Costituzione in base al quale tutti siamo chiamati a contribuire alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva secondo criteri di progressività.

Imposta sui grandi patrimoni

Se nella valutazione degli italiani il sistema fiscale pesa sulle disuguaglianze, a sostenere l’opportunità di nuove misure di giustizia fiscale, è innanzitutto la convinzione che serva offrire risposte ai crescenti bisogni sociali e collettivi. A partire - per il 68 per cento del campione - da una tassazione dei grandi patrimoni che punti a una redistribuzione delle risorse per finanziare politiche per la scuola, della sanità, dell’inclusione sociale e di una giusta transizione ecologica. Percentuale questa a cui fa da contraccolpo però quella di chi - il 50 per cento - esprime sfiducia nello Stato sostenendo che la tassazione dei grandi patrimoni rischia di essere inutile perché lo Stato è inefficiente e sprecherebbe le risorse.

Secondo l’indagine, sette italiani su dieci sarebbero oggi favorevoli ad un’imposta europea sui grandi patrimoni, che in Italia si applicherebbe allo 0,1 per cento più ricco della popolazione, circa 50 mila cittadini, con patrimoni netti superiori ai 5,4 milioni di euro. Una misura, promossa da Oxfam, in grado di rafforzare l’equità del sistema fiscale italiano e generare risorse da destinare al contrasto alle disuguaglianze e alla lotta contro i cambiamenti climatici.

A sostenere un’imposta europea sui grandi patrimoni sono soprattutto il 73 per cento di chi dichiara di astenersi dal voto, e tra gli elettori, quelli di AVS (94 per cento), del Partito Democratico (88 per cento) e M5S (86 per cento).

Per più del 50 per cento degli intervistati pesano anche le disuguaglianze nelle opportunità di accesso al mondo del lavoro e nelle disponibilità patrimoniali. Mentre emerge con chiarezza la consapevolezza dei cittadini sugli impatti negativi delle disparità in termini di affievolimento della vita democratica, ostacolo alla crescita economica, sfaldamento della coesione sociale e fioche prospettive di futuro per le nuove generazioni.

Nelle valutazioni sulle misure di contrasto alle disuguaglianze, il ruolo dei sistemi fiscali è pienamente riconosciuto. Per il 72 per cento è importante la lotta ad evasione ed elusione fiscale, e per circa 2 italiani su 3, servirebbero politiche del lavoro che limitino il ricorso al precariato e assicurino condizioni di lavoro dignitose. Mentre per più del 60 per cento sono urgenti maggiori investimenti pubblici in sanità, istruzione e welfare, ma servirebbe anche un sistema fiscale più equo e che sia progressivo e non faccia disparità fra contribuenti nelle stesse condizioni economiche.

© Riproduzione riservata