- Centinaia di migliaia di utenti sono bloccati nelle procedure di portabilità del numero telefonico per via delle nuove misure antifrode partite a novembre. La denuncia parte da Iliad, Fastweb e CoopVoce, a cui ora si aggiungono anche alcune associazioni dei consumatori.
- Alcune associazioni stanno ricevendo moltissime segnalazioni da parte di consumatori, confusi e fuorviati dai propri gestori quando chiedono di fare la portabilità, tra call center che non riescono a dare informazioni e caos nei negozi.
- A quanto risulta, gli uffici di Agcom hanno cominciato a studiare il problema e a gennaio potrebbero avviare qualche interlocuzione con gli interessati.
Centinaia di migliaia di utenti sono bloccati nelle procedure di portabilità del numero telefonico per via delle nuove misure antifrode partite a novembre. La denuncia parte da Iliad, Fastweb e CoopVoce, a cui ora si aggiungono anche alcune associazioni dei consumatori.
L’accusa è che le nuove misure sono troppo complesse e gli utenti sono confusi; per di più, non si è tenuto conto di un dato di fatto: in Italia ci sono milioni di italiani, perlopiù minorenni, che usano una sim intestata ad altri. Con le nuove misure, se vogliono cambiare operatore sono costretti a fare prima un subentro, che alcuni gestori (Tim, Vodafone) chiedono di fare con la presenza fisica del titolare.
«Se un ventenne studente universitario vive a Milano e ha il padre a Benevento, per fare il subentro in alcuni casi deve fisicamente tornare a Benevento, recarsi col padre in negozio e fare il subentro», dicono da Iliad. «Questo è un caso di scuola “semplice”, ci sono casi concreti in cui gli utilizzatori non sanno a chi è intestata la sim perché gli è stata regalata anni prima, o casi in cui l’intestatario è deceduto», aggiungono.
Due milioni di utenti bloccati
Risultato: lungaggini e disagi per i cittadini; blocco del mercato e ostacolo alla concorrenza, a quanto dichiarano i tre denuncianti. Iliad e Fastweb hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, che però qualche giorno fa l’ha respinto. La storia non finisce qui perché Iliad ha già annunciato – nell’attesa delle motivazioni del respingimento – di voler proseguire la battaglia giudiziaria.
Nel frattempo, il numero degli utenti bloccati o rallentati nella migrazione è destinato a crescere, per forza di cose. Iliad stima 2 milioni di utenti impattati in un anno, negativamente, dalle misure. Oltre ai ritardi nella portabilità ci sono anche i costi extra, del subentro, da mettere in conto.
Ricordiamo che l’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) le ha varate per combattere un problema grave, il cosiddetto sim swap. Quella pratica con cui un truffatore riesce a trasferire il numero di una vittima su una sim in proprio possesso. Riesce così a ricevere tutte le password via sms destinate alla vittima e quindi accedere a conti o autorizzare bonifici a proprio favore, ad esempio.
Le nuove misure obbligano gli operatori a mandare un sms al proprio cliente (o in alternativa a chiamarlo), prima di avviare la portabilità verso un altro gestore. Il cliente, ricevuto il messaggio o la chiamata di avviso, può in questo modo bloccare una richiesta di portabilità fatta a sua insaputa. Per la portabilità è obbligatorio anche presentare la sim originaria, salvo i casi di smarrimento (per i quali bisogna invece mostrare al gestore la relativa denuncia sporta alle forze dell’ordine).
Iliad vorrebbe che le regole cambiassero per permettere di fare il subentro insieme alla portabilità; e a distanza, tramite una password temporanea da mandare al cliente, con la quale autorizzare il passaggio.
Il caos per i consumatori
La prima associazione ad accodarsi alle richieste di Iliad è stata Unione nazionale dei consumatori, che in merito ha fatto esposto all’Agcom e all’Antitrust. Per loro il problema non riguarda solo il subentro ma anche la complessità delle nuove procedure: «stiamo ricevendo moltissime segnalazioni da parte di consumatori, confusi e fuorviati dai propri gestori quando chiedono di fare la portabilità. È necessario semplificare», spiegano dall’associazione.
«C’è il rischio di ostacolare la libera scelta del consumatore», concorda il presidente di Aduc Vincenzo Donvito. «È probabile che Agcom si sia spinta troppo oltre nelle misure anti frode; danneggiati anche gli anziani che non potranno più contare sul diretto aiuto dei figli per avere tariffe più convenienti. Se ne avvantaggiano così solo i grandi operatori», aggiunge.
«Ci risulta un grande caos: negozi intasati da utenti che cercano di capire come fare la portabilità, call center che non riescono a dare informazioni chiare», aggiunge Francesco Luongo, portavoce del Movimento difesa del cittadino. «In più, gli operatori se ne approfittano facendo pagare il subentro – prima non necessario nella portabilità - anche dieci euro; cifra del tutto ingiustificata se si considera la semplicità di questa procedura». »L’eccessiva burocratizzazione dei processi sta causando un enorme problema alla portabilità a tutto vantaggio degli operatori dominanti», aggiunge Luogo che chiede un tavolo urgente tra Agcom, i consumatori e gli operatori. Controcorrente Federconsumatori, secondo cui le misure sono adeguate perché servono a combattere il crimine. Da Altroconsumo e da Adiconsum fanno sapere di stare analizzando la questione e che se ne interesseranno dopo il periodo festivo.
A quanto risulta, gli uffici di Agcom hanno cominciato a studiare il problema e a gennaio potrebbero avviare qualche interlocuzione con gli interessati.
Una soluzione non sarà tuttavia immediata dati i lunghi tempi necessari per modificare le regole della portabilità. I prossimi mesi si prevedono caotici per la portabilità del numero; ma almeno le truffe saranno molto meno comuni.
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