- Alla vigilia della riunione per sfiduciarlo, l’amministratore delegato di Tim mette l’incarico a disposizione e scrive una lettera contro il consiglio, ma di fatto contro l’azionista Vivendi.
- In questo modo spiega il consiglio potrà valutare serenamente l’offerta di Kkr. All’ordine del giorno non c’è nemmeno specificata la nomina degli advisor.
- Ora la palla è in mano ai consiglieri indipendenti. Se si procedesse alla valutazione dell’offerta spiega Gubitosi, siamo in grado di aprire una data room in 48 – 72 ore.
Un’offerta, forse, non allunga la vita. L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, assediato dalle critiche dei consiglieri di Vivendi e da quelli indipendenti, nella settimana più convulsa della compagnia di telecomunicazioni e a un giorno dal consiglio di amministrazione straordinario convocato per discutere di «strategia e organizzazione», ma sostanzialmente per sfiduciarlo, ha deciso di agire in anticipo e con una lunga lettera ha rimesso le deleghe nelle mani dei consiglieri.
La sola cosa certa dell’affare Tim – Kkr sono i rialzi in Borsa
Così, sembra dire l’amministratore delegato nella missiva, non ci saranno più alibi nel valutare la manifestazione di interesse del fondo americano Kkr, che molti, e in particolare Vivendi hanno visto come una sua iniziativa per difendere la posizione traballante dopo i conti deludenti che hanno costretto a due profit warning.
Gubitosi accusa i consiglieri – e ancora una volta si può leggere Vivendi – di avere poco rispetto per il mercato. Nel corso del consiglio di amministrazione di domenica scorsa, quando il manager ha portato l’offerta non vincolante e indicativa per l’acquisizione di Tim da parte di Kkr a 50 centesimi ad azione, racconta la lettera, alcuni consiglieri non volevano «inserire il prezzo nel comunicato stampa» o intendevano «non precisare le condizioni poste da Kkr». C’era, scrive Gubitosi, «addirittura l’interrogativo sull’opportunità di emettere un comunicato».
Atteggiamenti che, secondo l’ad, «dimostrano la totale mancanza di rispetto verso il mercato che non può appartenere alla cultura di Tim». Ribaltando quindi le accuse che erano filtrate nei suoi confronti, il manager napoletano richiama i consiglieri: «Il Cda non ha un ruolo attivo», ma «deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato».
L’ordine del giorno
La lettera certifica che parte del consiglio non ha preso sul serio una manifestazione di interesse piombata sulla società mentre gli azionisti mettevano in discussione la governance e la strategia e critica anche le scelte sugli argomenti all’ordine del giorno del consiglio straordinario di domani.
«La stessa trattazione tra gli ultimi punti dell’ordine del giorno del cda di domani può dare un senso di scarsa priorità», aggiunge Gubitosi.
Ad oggi l’ordine del giorno include il riferimento al punto «offerta preliminare di Kkr», ma mantiene al primo posto «strategia e organizzazione», una indicazione vaga che cela il processo al management.
Gubitosi non si dimette, ma scrive ai consiglieri di essere pronto a fare un passo indietro se questo significasse «una più serena e rapida» valutazione dell'offerta di Kkr. E bolla come «totalmente fuori luogo e false» le accuse di una sua presunta vicinanza al fondo Usa» che ha oggi il 37,5 per cento della controllata di Tim, Fibercop.
L’appello agli indipendenti
Nella sua lettera Gubitosi fa un appello diretto ai consiglieri indipendenti, quelli che nelle ultime settimane si sono affiancati a Vivendi nella critica alla sua gestione, mettendoli di fronte a una scelta.
I consiglieri indipendenti, scrive il manager, «hanno un ruolo fondamentale in quanto il consiglio dovrà, sulla base del lavoro degli amministratori indipendenti, emettere un comunicato che conterrà una valutazione degli effetti che l’eventuale successo dell’offerta potrà avere sugli interessi della società, sull’occupazione e sulla localizzazione dei siti produttivi». Il passaggio successivo è anche più chiaro: «Il consiglio deve agire nell'interesse di tutti i soci e a tutela del mercato, e cioè anche degli azionisti di minoranza, e di tutti gli stakeholders (creditori, dipendenti, ecc...)». Insomma, Tim non è solo il suo primo azionista Vivendi.
Dalla sua c’è che, nell’indifferenza della Consob, la mera manifestazione di interesse di Kkr ha portato il titolo di Tim dai minimi delle settimane scorse vicino ai 50 centesimi previsti dall’offerta, che al momento è solo un preannuncio.
C’è chi potrebbe dire che si tratta di una scommessa azzardata, ma il manager napoletano rivendica i rialzi come prova della necessità di proseguire. E cioè di nominare gli advisor e permettere a Kkr di procedere alla due diligence di quattro settimane che il fondo ha posto come condizione nella sua manifestazione di interesse.
Infatti Gubitosi sottolinea nella sua lettera l’urgenza di «nominare i consulenti finanziari e approvare l’immediata concessione di un periodo di tempo ragionevole per effettuare una limitata due diligence su documenti ed informazioni accettabili per il Consiglio». «Tecnicamente potremmo essere pronti a una data room in 48/72 ore», spiega.
È chiaro che si tratta di passaggi che richiedono un manager alla guida della società e che Gubitosi sta ponendo il consiglio di fronte a un bivio.
«Il nostro dovere è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra società», scrive ancora l’amministratore delegato. Lette in controluce, le posizioni individuali sono quelle degli azionisti francesi e con questa lettera il pallino è più che mai nelle mani dei consiglieri di Assogestioni.
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