I dati sono stati resi noti da Inps e Inail e sono tra gli effetti della pandemia dovuta al Covid-19
L’effetto economico e sociale della pandemia continua a farsi sentire. Secondo i dati Inps, nel corso dei primi undici mesi del 2020 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 4.755.000, registrando una contrazione del 30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 dovuta agli effetti legati all’emergenza da Covid-19 che ha determinato sia una caduta della produzione sia dei consumi.
Questa contrazione è stata particolarmente negativa nel mese di aprile dove si è registrato un calo dell’83 per cento, e si è via via attenuata scendendo a ottobre sotto il venti per cento. A novembre, con l’adozione di nuove misure restrittive nazionali e regionali contro i contagi, si è registrata una decrescita del 26 per cento. Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine.
I dati Inail
La seconda ondata della pandemia ha avuto più effetto anche all'interno del mondo del lavoro. Secondo gli ultimi dati Inail, infatti, alla data dello scorso 31 gennaio sono state segnalate all’istituto 147.875 infezioni di origine professionale, ovvero 16.785 in più rispetto al mese precedente (con un incremento pari al 12,8 per cento. I casi mortali sono 461, in aumento del 38 per cento rispetto al 31 dicembre. Nello specifico, i contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail alla data dello scorso 31 gennaio sono 147.875, pari a circa un quarto delle denunce complessive di infortunio sul lavoro pervenute dall’inizio del 2020 e al 5,8 per cento dei contagiati nazionali totali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla fine di gennaio.
Nel complesso, il quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, con oltre 92mila contagi, incide per il 62,3 per cento sul totale delle infezioni di origine professionale denunciate dall’inizio della pandemia, rispetto agli oltre 50mila casi registrati nel trimestre marzo-maggio 2020, pari al 34,2 per cento. Si tratta di un nuovo dato negativo dopo quello reso noto dall’Inail a dicembre che aveva denunciato l’aumento delle morti sul lavoro nel 2020.
Il Pil Ocse peggiore dal 1962
Le notizie negative per l’economia non riguardano solo l’Italia. L’Ocse ha stimato per il 2020 nel suo complesso, che il Pil è diminuito del 4,9 per cento nell'area Ocse, registrando il calo più significativo mai registrato dal 1962, anno della prima misurazione. Tra le principali sette economie, il calo del Pil è stato compreso tra il -3,5 per cento negli Stati Uniti e il 9,9 per cento nel Regno Unito. Anche Italia e Francia hanno registrato notevoli decrescite del Pil in Francia e in Italia con una riduzione dell’8,2 per cento e dell’8,9 per cento.
© Riproduzione riservata