I dati mostrano l’esigenza strategica per la nuova Commissione di sviluppare politiche complessive e olistiche per il benessere giovanile, per il loro recupero alla partecipazione politica e democratica, per offrire loro lavoro e prospettive di futuro. Per creare un’Europa a misura di giovani e non a misura di gerontocrati
Sono passate da poco le elezioni europee e mentre i partiti stanno definendo gli equilibri politici della Commissione europea, i giovani dell’unione hanno le idee chiare su che cosa si dovrà impegnare l’Europa nei prossimi anni.
Al primo posto, in base ai dati dell’Eurobarometro rilevati da Ipsos, c’è la pace, il rafforzamento della sicurezza internazionale e la promozione della cooperazione internazionale (37 per cento dei giovani europei di età compresa tra i 15 e i 30 anni). Al secondo posto c’è la lotta alla povertà e alle disuguaglianze economiche e sociali (34 per cento).
La promozione dei diritti umani, della democrazia e dei valori comuni europei (30) è al terzo posto. Seguono la richiesta di un maggior impegno dell’Unione sul fronte delle opportunità di lavoro per i giovani (28) e la prosecuzione tenace di politiche rispettose dell’ambiente, la lotta al cambiamento climatico (26).
Non mancano anche richieste e attese più legate ai diritti con circa un quinto dei giovani (21) che chiede un maggior impegno per creare una società più inclusiva, che comprenda l’uguaglianza di genere e l’antidiscriminazione.
Pace in tutte le lingue
Il tema della pace è al primo posto in tutti i paesi. Si parte dal 29 per cento della Spagna per arrivare al 47 in Estonia. Anche per i giovani italiani la pace viene prima di tutto (33 per cento), insieme all’esigenza di incrementare le opportunità per i giovani (33), alla lotta contro le povertà e le disuguaglianze (32). Seguono la lotta contro i cambiamenti climatici (28) e la promozione dei diritti umani (28). Molto differente è stata, nei vari paesi europei, la spinta a partecipare alle elezioni europee. In Romania e Portogallo registriamo i più alti tassi di interesse a partecipare con rispettivamente il 78 e il 77 per cento. Tra il 65 per cento e il 69 per cento troviamo i giovani di paesi come l’Italia (67), la Polonia, il Belgio, la Croazia, la Germania e la Spagna.
Al di sotto della media europea di interesse a partecipare alle elezioni europee (62 per cento) troviamo i giovani di paesi come il Lussemburgo (41), la Lituania (46), Malta (47), l’Ungheria (51), l’Estonia (52), la Slovenia e Cipro (53) e la Bulgaria (54). Oltre il 55 per cento dei livelli di interesse, ma al di sotto della media europea, troviamo le ragazze e i ragazzi di Svezia e Repubblica Ceca (56), Slovacchia e Finlandia (58), Olanda (59), nonché quelli di Irlanda, Austria e Grecia (61). Al 62 per cento, allineati con la media europea, ci sono i giovani di Francia e Danimarca.
Il non voto
I motivi che spingono i ragazzi e le ragazze a non votare sono molteplici. La diffidenza verso i politici e la politica è la prima motivazione espressa dai giovani italiani (22 per cento). Al secondo posto c’è la sensazione che il proprio voto non serva a cambiare le cose (19 per cento), mentre la terza motivazione è dovuta all’assenza di candidati o partiti di loro gradimento.
In Francia e Germania al primo posto c’è la sensazione che il proprio voto non conti nulla. In Spagna c’è il disinteresse per la politica. In Romania guida l’astensione dei giovani l’idea che l’Unione europea non si interessi dei problemi dei ragazzi e delle ragazze. In Portogallo il 25 per cento non sapeva che ci fossero le elezioni europee. I due terzi dei giovani europei (67 per cento) è cosciente che le azioni intraprese dall’Unione europea hanno un impatto sulla loro vita.
Ne sono particolarmente convinti polacchi (81 per cento), maltesi (79), rumeni (78), ungheresi (76), irlandesi (75) e lettoni (74). Gli italiani si collocano in linea con la media europea (67 per cento), mentre al di sotto troviamo svedesi (54), lussemburghesi (56), danesi (59) e francesi (60).
Un dato altamente preoccupante, che aiuta a chiudere il quadro delle dinamiche presenti tra i giovani europei, è quello legato alle forme di malessere psicologico vissute. Quasi un giovane europeo su due (46 per cento) afferma di essersi sentito depresso o ansioso negli ultimi 12 mesi. Un dato che varia dall’11% in Lussemburgo al 56% di Cipro e Lituania, passando per il 43 per cento dei giovani italiani.
Il quadro complessivo mostra i temi su cui si giocherà la credibilità tra i giovani la nuova Commissione europea: pace, riduzione delle disuguaglianze sociali, diritti umani e clima.
I dati mostrano anche l’esigenza strategica per la nuova Commissione di sviluppare politiche complessive e olistiche per il benessere giovanile, per il loro recupero alla partecipazione politica e democratica, per offrire loro lavoro e prospettive di futuro. Per creare un’Europa a misura di giovani e non a misura di pingui gerontocrati.
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