Il 62 per cento delle italiane denuncia l’assoluta insufficienza della possibilità di veder rispettato il proprio “no”, mentre il 66 per cento afferma che è ancora inadeguato il diritto delle donne di porre fine a una relazione senza temere delle conseguenze
Le opportunità tra uomini e donne restano ancora impari, mentre crescono le forme di incoscienza e di resistenza dell’universo maschile. Per il 47 per cento delle donne la qualità della vita è ancora insufficiente, così come per il 51 per cento è inadeguata la possibilità per le donne di sentirsi libere di esprimere se stesse.
Ancor peggio il livello di sicurezza nella vita quotidiana: per il 63 per cento delle donne è del tutto insufficiente. Negativo e in peggioramento è il quadro delle forme relazionali. Il 62 per cento delle italiane denuncia l’assoluta insufficienza della possibilità di veder rispettato il proprio “no”, mentre il 66 per cento afferma che è ancora inadeguato il diritto delle donne di porre fine a una relazione senza temere delle conseguenze.
Lo iato
È quanto emerge dal monitoraggio dell’osservatorio fragilitalia del centro studi Legacoop e Ipsos. Il dato più eclatante, tuttavia, è lo iato tra la percezione maschile e femminile. Per il 64 per cento degli uomini è ormai più che sufficiente il diritto delle donne di porre fine a una relazione senza temere conseguenze; per il 65 per cento dei maschi i “no” delle donne soni rispettati e, per il 75 per cento degli uomini, le donne oggi non hanno alcuna limitazione al diritto di esprimere liberamente se stesse.
La dicotomia percettiva si mantiene anche quando si tratta di pari opportunità nel mondo del lavoro. In questo ambito gli uomini danno ormai per praticamente raggiunta la parità.
L’88 per cento degli uomini ritiene adeguate le possibilità per le donne di entrare in un posto di lavoro, mentre il 50 per cento dell’universo femminile giudica ancora negativamente tale possibilità. L’82 per cento degli uomini giudica pienamente sufficiente la possibilità per le donne di fare carriera: una valutazione che si ribalta completamente nell’universo femminile con il 52 per cento che giudica ancora insufficiente e impari la situazione.
Anche sul fronte della retribuzione lo scarto è notevole, con il 65 per cento delle donne che afferma una chiara mancanza di parità, mentre il 64 per cento degli uomini che ritiene ormai raggiunta la parità salariale sia ormai assodata. Il quadro più preoccupante è anche un altro. Nel corso degli ultimi anni, per una ampia quota di italiane, c’è stato un peggioramento e non un miglioramento della condizione femminile.
Tale è la situazione sul fronte della sicurezza (in cui il saldo tra i giudizi di peggioramento e miglioramento è negativo di 21 punti); su quello del diritto di vedere rispettati i propri “no” (con arretramento di 21 punti) e sulla possibilità di porre fine a una relazione senza temere conseguenze (un calo di 23 punti).
I salari
Passo indietro anche sul fronte della parità salariale di 6 punti. Gli unici fronti in cui si registrano dei saldi positivi sono sull’equilibrio dei ruoli nelle mansioni domestiche (il saldo positivo di 10 punti); sull’accesso all’istruzione universitaria (un saldo positivo di 40 punti); sulla possibilità di fare impresa per le donne (saldo positivo di 16 punti) e sulla possibilità di far carriera per le donne che, nonostante resti ancora inadeguato, registra una crescita di 13 punti.
Il quadro complessivo dei dati mostra il permanere non solo di ampie disparità tra uomini e donne nella nostra società, ma anche l’accrescersi delle forme di resistenza e incoscienza sul tema da parte maschile.
Ancora oggi, come diceva Simone de Beauvoir, «donna non si nasce, lo si diventa», evidenziando come i ruoli di genere siano costruiti socialmente e perpetuati da dinamiche di potere che svantaggiano le donne. Il segnale più allarmante è certamente il peggioramento in ambiti cruciali come la sicurezza e il rispetto delle decisioni delle donne (specie nel quadro relazionale).
Un segnale che porta alla luce quanto, nonostante i progressi formali, la cultura patriarcale resista e mantenga inossidabili alcune delle sue dinamiche oppressive. Come ci ricorda la sociologa Judith Butler la libertà per le donne «non è semplicemente un dato di fatto, ma una pratica continua».
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