Una costellazione caratterizzata dai tratti identitari di antifascismo, progressismo, ambientalismo, riformismo, con richiami al comunismo e socialdemocrazia
- La globalizzazione è ritenuta un danno per la nostra economia dal 68 per cento di persone che si collocano a destra rispetto al 38 di sinistra
- I tratti identitari che saldamente fanno parte del profilo di sinistra sono: l’antirazzismo, il valore della solidarietà, il no al leaderismo e il no al laissez faire in economia
- Le persone che si collocano a sinistra si dicono più sensibili ai temi del civismo, della distribuzione della ricchezza e del valore del collettivo; mentre la chiusura agli immigrati e la percezione di vivere in un mondo pieno di ingiustizie marcano le sensibilità della destra
Fausto Bertinotti, sulle colonne di questo giornale, ha sostenuto che la sinistra è morta dopo gli eventi del G8 di Genova (luglio 2001), a causa della sua incomprensione del movimento no global. Venti anni dopo è utile scandagliare i tratti identitari e le costellazioni valoriali che caratterizzano le persone che si riconoscono in questa area politica, per individuarne caratteristiche e dinamiche. In termini di identità politica ritroviamo un bricolage di riferimenti che vanno dall’antifascismo (6,3 per cento degli italiani), al progressismo (5,6 per cento), al sentirsi genericamente di sinistra (7,7 per cento). Non mancano ancoraggi a comunismo (2,8 per cento), socialismo o socialdemocrazia (2,1 per cento). A questi tratti vanno aggiunte alcune identità che, seppur più trasversali, partecipano in parte alla costellazione di sinistra: una quota dell’ambientalismo (6 per cento) e del riformismo (1 per cento). Complessivamente, un terzo degli italiani esprime ancoraggi politico-identitari tendenti a sinistra.
Le istanze valoriali
Se dai tratti identitari passiamo ad alcune issue valoriali, possiamo completare il patchwork che caratterizza la sinistra oggi. Nella sua intervista Bertinotti afferma che il movimento d’inizio secolo aveva “messo in discussione il pensiero unico sulla globalizzazione capitalistica”. Oggi, però, l’avversione alla globalizzazione è argomento che alimenta maggiormente l’area di centrodestra. La globalizzazione è ritenuta un danno per la nostra economia dal 68 per cento di persone che si collocano a destra rispetto al 38 di sinistra. Essa, inoltre, è percepita come una minaccia per le nostre culture dal 69 per cento di destra, contro il 51 di sinistra. I tratti identitari che saldamente fanno parte del profilo di sinistra sono: l’antirazzismo (83 per cento contro 41 per cento a destra), il valore della solidarietà (93 contro 67 per cento), il no al leaderismo (19 per cento favorevole al leader forte a sinistra contro il 71 a destra), il no al laissez faire in economia (47 per cento rispetto al 22 di destra). Le persone che si collocano a sinistra si dicono più sensibili ai temi del civismo (42 per cento contro 11), della distribuzione della ricchezza (44 per cento contro 19) e del valore del collettivo (66 contro 50); mentre la chiusura agli immigrati e la percezione di vivere in un mondo pieno di ingiustizie (81 per cento a destra rispetto al 71 a sinistra) marcano maggiormente le sensibilità della destra. A tracciare un’ulteriore linea di demarcazione tra i due schieramenti sono le issue aspirazionali. Mandare i figli alle scuole private straniere piace più a sinistra (19 per cento) rispetto alla destra (10 per cento); avere successo nei social è un’aspirazione maggiormente di sinistra (19 contro 14), così come cenare in un ristorante stellato è un tratto aspirazionale più di sinistra (8 per cento contro 5). La figura del manager di successo è impressa nell’immaginario di sinistra (19 per cento contro il 15 in quello di destra), mentre quella dell’imprenditore vincente prevale a destra (28 per cento contro 22). A sinistra permangono, infine, l’attrazione verso l’intellettualità (24 a sinistra contro 9 a destra) e la green economy (31 contro 11).
Immunitas e communitas
Complessivamente, destra e sinistra sono contenitori in transizione e in via di assorbimento all’interno di due nuove polarità politico-identitarie: il contrasto tra immunitas e communitas. Se la propensione all’immunizzarsi, al “noi prima degli altri” ha pienamente dispiegato le ali nell’offerta politica della destra, il ridisegno di una nuova dimensione identitaria a sinistra è ancora in fieri. questa area stenta sia a far propri i tratti di una progettualità politica e sociale capace di sviluppare una nuova dimensione di comunanza umanistica, sia a concepire il suo posizionarsi come una sfida egemonica, prima che governativa. Per ora la sinistra si mostra più come un’espressione di resilienza ai mutamenti in corso, che come una nuova piattaforma politico-identitaria volta a proporre una visione del mondo, del futuro e del Paese.
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