Il ministro Giancarlo Giorgetti convoca una conferenza stampa alle 11 di mercoledì 16 per illustrare i dettagli della manovra da 30 miliardi (anziché 25) approvata dal Consiglio dei ministri che si è concluso intorno alle 22. Nell’attesa, tra le novità più vistose c’è l’introduzione di una “Carta per i nuovi nati” da 1.000 euro entro la soglia Isee di 40mila euro «per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato».

Per tutti, come annunciato, diventano strutturali il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni anziché quattro già in vigore. Nessun intervento sulle pensioni e proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa al 50%.

L’altra misura che il governo evidenzia con forza, ma andrà spiegato decisamente meglio, è il contributo delle banche, che la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni tiene a rivendicare subito sui social, cioè i «3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni».

«Come avevamo promesso – scrive Meloni – non ci saranno nuove tasse per i cittadini. Inoltre, rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti».

Le altre novità

Per portare in dote le risorse necessarie viene stabilito un taglio lineare ai ministeri del 5%. Da capire l’impatto sugli enti locali, le cui casse finiscono in genere per essere colpite anche indirettamente dalle misure di governi a caccia di risorse. Da questo taglio dovrebbe salvarsi in ogni caso la sanità, su cui il governo e i partiti di maggioranza hanno promesso un impegno volto allo snellimento delle liste di attesa. 

Il nuovo impegno di spesa sulla sanità potrebbe essere consistente, tenendo conto che metà delle risorse serve a confermare – e rendere strutturale – il taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell'Irpef.

Le novità principali, sul questo fronte, riguardano il taglio del cuneo che dal prossimo anno potrebbe rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un décalage, ma solo fino a 40mila euro. Il taglio si trasformerebbe quindi da meno contributi a meno tasse.

Le detrazioni saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia. L’importo massimo detraibile dovrebbe essere modulato in base alla composizione del nucleo familiare. 

Da segnalare infine la conferma delle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il periodo 2025-27.

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