- L’authority ha raccolto segnalazioni da associazioni dei consumatori lungo tutta la penisola e ritiene che ben 2,66 milioni di italiani abbiano subito aumenti ingiustificati.
- Ora le società hanno cinque giorni di tempo per dare prova di aver sospeso gli aumenti e sette per presentare la loro difesa. Hera, Edison e A2A in serata già respingevano ogni accusa.
- La loro condotta per l’Antitrust è caratterizzata da «spiccati profili di aggressività», perché, oltre a violare la legge, hanno ostacolato i consumatori nell’esercizio dei loro diritti.
A diversi clienti Enel Energia tra gli inizi di maggio e gli inizi di agosto è arrivata una comunicazione affettuosa: «Ciao [… ] siamo felici di averti con noi e con questa lettera ci teniamo a rinnovare l’impegno e la passione che da sempre ci guidano verso l’offerta di vantaggi creati su misura per te e la ricerca dell’eccellenza. Comunicare con te in modo trasparente è una priorità per noi. Di seguito trovi le nuove condizioni economiche della tua offerta...». Le nuove condizioni economiche per alcuni hanno significato un aumento del 400 per cento delle bollette del gas.
Il problema, secondo l’autorità Antitrust, che ieri ha aperto un’istruttoria nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie, cioè di aziende che rappresentano l’80 per cento, è che quegli aumenti violano la legge. L’articolo 3 del decreto Aiuti bis licenziato il 10 agosto dal governo Draghi infatti invalida fino ad aprile 2023 le clausole di modifica unilaterale dei contratti di luce e gas e le comunicazioni di preavviso collegate.
Le segnalazioni
L’authority ha raccolto segnalazioni da associazioni dei consumatori lungo tutta la penisola e ritiene che ben 2,66 milioni di italiani abbiano subito aumenti ingiustificati e sette milioni, secondo i dati forniti dalle stesse aziende, abbiano ricevuto una comunicazione di aumento delle tariffe. Ora le società hanno cinque giorni di tempo per dare prova di aver sospeso gli aumenti e sette per presentare la loro difesa. Hera, Edison e A2A in serata già respingevano ogni accusa.
La loro condotta per l’Antitrust è caratterizzata da «spiccati profili di aggressività», perché, oltre a violare la legge, hanno ostacolato i consumatori nell’esercizio dei loro diritti, con comunicazioni ingannevoli, omissioni, a volte veri e propri falsi messi per iscritto nelle risposte ai reclami di clienti e legali. La maggioranza delle aziende in questione ha affrontato allo stesso modo le modifiche di legge: ha cambiato l’oggetto delle comunicazioni ai clienti, ma secondo l’Antitrust non la sostanza. Prima del 10 agosto inviavano lettere e mail che annunciavano modifiche unilaterali dei contratti, che secondo la legge non avrebbero dovuto portare ad aumenti a meno che il nuovo contratto non fosse stato effettivamente sottoscritto entro il 10 agosto, poi le comunicazioni si sono trasformate in rinnovi delle condizioni economiche di fornitura per le offerte in scadenza, le uniche per cui c’è ancora la possibilità di aumenti tariffari, ma secondo l’authority sono state inviate anche a chi non aveva un contratto in scadenza.
Acea e Eni
Acea, la società partecipata dal comune di Roma al 51 per cento che si era già opposta tramite ricorso al Tar all’imposizione sugli extraprofitti, interpellata dall’Antitrust su alcune segnalazioni, ha sostenuto di essersi «spontaneamente determinata a non applicare le modifiche [...] intendendone sospesa l’efficacia». Tuttavia, nessuna comunicazione in questo senso è stata data ai consumatori, che invece, si legge nell’istruttoria, almeno fino alla metà di ottobre 2022, si sono visti rigettare i reclami formali che contestavano gli aumenti.
Eni Plenitude in diversi casi ha proposto modifiche ai contratti in scadenza a clienti che, secondo l’Antitrust, non erano in scadenza. A titolo di esempio l’istruttoria cita tra gli altri un contratto rinnovato ogni dodici mesi e in scadenza a marzo, per cui è stata inviata una comunicazione di modifica a maggio che sarebbe entrata in vigore a partire da settembre. La società, contattata dai clienti, ha confermato la validità delle comunicazioni.
Edison, Engie, A2A
Edison in alcuni casi ammette di aver violato il decreto, si impegna a sospendere gli aumenti, ma nel momento in cui arriva la fattura il cliente si ritrova il conto da pagare gonfiato. Engie (ex Gdf Suez) risponde ad alcuni reclami spiegando che non si tratta di modifiche unilaterali ma di «aggiornamenti» del contratto. La grande multiutility A2A, ai clienti che presentavano reclami per le comunicazioni con oggetto modifiche unilaterali, ha risposto che non si trattava di una modifica unilaterale bensì di rinnovo di contratti in scadenza. Le comunicazioni di A2A sono state inviate nei mesi di maggio, giugno, luglio 2022, soprattutto a condomini e microimprese.
Lobby già al lavoro
Alcune delle aziende messe sotto accusa hanno brindato negli ultimi giorni a ottimi risultati finanziari: Eni ha chiuso il terzo trimestre del 2022 con un utile netto di 3,73 miliardi, più 161 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Acea e A2A hanno registrato utili in rialzo, Engie ha spostato la forchetta di previsione degli utili da 3,1-3,3 a 3,8-4,4 miliardi. E se le associazioni dei consumatori plaudono all’authority, con l’eccezione di Assoutenti che accusa implicitamente l’Antitrust di cercare clamore, e chiede all’Arera di far chiarezza sulle norme, in parlamento già circolano emendamenti per cambiare la legge e rendere lecito ciò che oggi lecito non è.
© Riproduzione riservata