- Il governo ha semplificato la procedura per installare pannelli fotovoltaici sui tetti per spingere la produzione di energia rinnovabile e abbassare i costi di produzione di energia. Basterà un modello unico da presentare all’avvio dei lavori.
- Per Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, la misura è utile, ma non risolve il problema di dipendenza dal metano russo. L’associazione si è rivolta a Mattarella per chiedere un vero cambio di passo e ricorrere ai terreni agricoli, mentre «il governo asseconda la lobby delle fonti fossili».
- Il Movimento Cinque stelle ha presentato un emendamento per chiedere l’autorizzazione semplificata per gli impianti fino a 10 MW nelle aree agricole adiacenti a quelle di destinazione industriale, artigianale e commerciale. Il governo però non ha ancora espresso il suo parere e il tema è controverso.
Via libera al fotovoltaico sui grossi edifici. Mentre il prezzo del gas metano continua a restare alto, il governo ha deciso di semplificare l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per spingere la produzione di energia rinnovabile e abbassare i costi di produzione di energia. Questa la novità contenuta nel decreto bollette varato alla fine del mese scorso, pubblicato in gazzetta ufficiale e presentato come un passo per la «riduzione dei costi delle bollette dell’energia elettrica e del gas» e tra le «azioni volte ad accelerare il tasso di installazione delle fonti rinnovabili».
Per i produttori però è solo «battage mediatico», mentre si continuano ad assecondare «le lobby del fossile». Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, dà un giudizio netto: «È retorica, non era così difficile installare sui tetti neanche prima. Sicuramente è utile, ma non risolve il problema di dipendenza dal metano russo».
Il modello unico
Entro 60 giorni dall’approvazione del decreto arriverà un modello unico per richiedere di installare gli impianti che vanno dai 50 KW ai 200 KW, destinato a villette o capannoni. L’avvio dei lavori dunque non sarà più subordinato all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso, ad accezione degli impianti che insistono su aree o immobili dichiarati di notevole interesse pubblico, come ville, giardini e parchi, e complessi con valore estetico e tradizionale inclusi i centri e i nuclei storici definiti dal codice dei beni culturali, quindi ritenuti di notevole interesse pubblico.
La reazione
Nonostante la misura possa avere effetti positivi sulla potenza installata, Italia Solare ha ribadito che gli effetti saranno minimi e per questo l’associazione ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Qualora si arrivasse all’emergenza sul gas il governo ha detto che si potrebbe fare ricorso anche a carbone e petrolio, ma intanto son si è affatto abbastanza per permettere una drastica riduzione dei consumi attraverso la produzione di energia rinnovabile.
«I progetti sono pronti, ma per autorizzarli e consentirne la realizzazione serve un cambio di passo immediato», si legge nella lettera di Italia Solare: «Non farlo è irresponsabile nei confronti delle famiglie e delle imprese italiane, oltre che immorale, perché acquistare gas dalla Russia significa finanziare un regime autoritario e le sue azioni belliche».
I recenti interventi messi in campo dall’attuale governo per contrastare il caro energia, continua la missiva, «non solo sono inefficaci, come è facilmente verificabile dai livelli raggiunti dalle ultime bollette, ma paradossalmente tutelano il gas e ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili, come dimostrato dal prelievo dei ricavi», i cosiddetti extra-profitti.
«Il processo di transizione deve essere avviato subito, con un confronto costante con gli operatori delle rinnovabili e smettendo di assecondare le lobby fossili». Loro spingono per l’utilizzo dei terreni agricoli, una questione che l’esecutivo al momento non sta affrontando se non in maniera marginale, visto che già in passato ha suscitato polemiche da parte degli ambientalisti contrari all’eccessiva semplificazione.
Il Movimento 5 stelle ha presentato un emendamento sul tema al decreto Sostegni ter firmato dal presidente della commissione Industria Gianni Girotto. Nel testo si chiede l’autorizzazione semplificata per gli impianti fino a 10 MW nelle aree adiacenti a quelle di destinazione industriale, artigianale e commerciale, entro una distanza massima di 500 metri, e a 300 metri da autostrade e linee ferroviarie, nonostante siano classificate come agricole. Il governo non ha ancora espresso il suo parere. Il tema è così controverso che in passato aveva fatto spaccare lo stesso Movimento 5 Stelle, con alcuni parlamentari di Bruxelles che dopo qualche tempo hanno deciso di passare ai Verdi.
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