Gli Stati Uniti cercheranno il modo di «aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby. L’Ungheria e la Moldavia intanto comprano più gas da Putin
Nel primo dei tre giorni di manutenzione programmata, Gazprom dice che è impossibile procedere con i lavori di manutenzione delle turbine del gasdotto Nord Stream per colpa delle sanzioni. Un annuncio che mette a rischio gli approvvigionamenti dell’Europa per l’inverno ma i mercati aspettano gli interventi europei, e i prezzi scendono. Gli Stati Uniti cercheranno il modo di «aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, accusando la Russia dell'ennesimo tentativo di «usare l'energia come arma».
I rubinetti
Oggi sono venuti meno i metri cubi che passano dal gasdotto Nord Stream che arriva in Germania, e le forniture della francese Engie. Mentre Vladimir Putin rende ogni giorno più pesante la sua minaccia, l’Ungheria di Viktor Orbàn firma altri contratti con la Russia e la Moldavia incrementa gli acquisti di metano dalla società partecipata dalla compagnia russa Moldovagaz preparandosi a immagazzinarlo in Romania. Tutte mosse che vanno contro quelle dell’Unione europea nella lotta per ridurre la dipendenza dal metano di Mosca.
L’annuncio di Gazprom
La compagnia russa, riporta l’agenzia Interfax, incolpa l’Europa: «Le sanzioni hanno reso impossibile la revisione delle turbine della stazione di avviamento del compressore del gasdotto Nord Stream», ha affermato Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom. Nel frattempo, una sola unità rimane in funzione sul gasdotto e la produttività è del 20 per cento. «La ragione di ciò sono le sanzioni anti-russe"», ha aggiunto Miller precisando che, sempre per lo stesso motivo, Siemens «non ha praticamente alcuna opportunità di fornire revisioni regolari delle unità di pompaggio».
L’annuncio dell’Ungheria
Anche Eni oggi ha fatto sapere che le forniture, già calate intorno ai 20 milioni di metri cubi al giorno, sono scese del 25 per cento. Se da una parte il metano viene meno, dall’altra l’import aumenta. «L'Ungheria firma un contratto con Gazprom per la fornitura di massimo 5,8 milioni di metri cubi circa di gas naturale in più su base giornaliera, in aggiunta alla quantità contrattuale già in essere», ha twittato Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban. «L'approvvigionamento energetico dell'Ungheria - scrive - è sicuro».
A quello dell’Ungheria si è aggiunto l’annuncio della Moldavia. L’a.d. di Gazprom Alksei Miller ha fatto sapere di aver incontrato Andrei Spinu, il ministro delle Infrastrutture moldavo, per discutere di cooperazione.
Ieri l’agenzia Interfax ha preannunciato che la compagnia moldava Energocom comprerà il metano da Moldovagaz, compagnia di cui Gazprom è azionista di maggioranza e che importa il metano dalla Russia.
La Moldavia non fa parte dell’Unione Europea, ma Energocom immagazzinerà i 10 milioni di metri cubi di gas naturale acquistato in due tranche in depositi in Romania. Fino ad allora, Moldovatransgaz garantirà lo stoccaggio gratuito.
I prezzi
Il prezzo del gas chiude in calo, nonostante la chiusura del Nord Stream e in attesa che l'Ue decida sul decoupling e sul price cap. Dopo che Ursula von Der Leyn ha annunciato che l’Unione europea ha traguardato il riempimento degli stoccaggi all’80 per cento con due mesi di anticipo, in Europa gli operatori del settore prevedono che gli stoccaggi saranno riempiti prima del previsto. Ad Amsterdam il prezzo sfiora i 240 euro (239,9 euro) al megawattora, con una flessione del 9,6 per cento, dopo aver toccato un minimo di giornata a 232 euro (-12 per cento). Gli stoccaggi quasi pieni si combinano alle temperature miti e l’Unione europea si sta preparando a varare delle nuove misure per limitare i danni, in primo luogo “il price cap”, il tetto ai prezzi.
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