Con una procedura eccezionalmente veloce nei giorni dell’esodo d’agosto il Consiglio di stato ha di nuovo revocato la concessione delle autostrade tra Roma, L’Aquila e Pescara agli imprenditori abruzzesi per affidarla all’Anas. Atteso il voto della Camera
- Ribaltando una sentenza del Tar del Lazio del 27 luglio, il Consiglio di stato il primo agosto ha di nuovo revocato la concessione delle autostrade tra Roma, L’Aquila e Pescara al gruppo Toto per affidarle all’Anas
- Invocata l’urgenza determinata dallo stato di pericolosità di quei tracciati, anche se la società stradale pubblica subentrante alla fine della giornata di lunedì ancora non si era fatta avanti per prendere in consegna l’infrastruttura
- Il Senato ha introdotto modifiche all’atto di revoca ministeriale costringendo l’Anas ad assumere circa mille lavofraori del gruppo Toto. In un colpo l’organico dell’Anas passa da 6.300 dipendenti a 7.300
Nella partita a ping pong che contrappone il ministero delle Infrastrutture al gruppo Toto per la gestione della Strada dei parchi, cioè i circa 300 chilometri di autostrade tra Roma, L’Aquila e Pescara, questa volta il punto lo segna il ministero. Una sentenza del Consiglio di stato ribalta una sentenza precedente di pochi giorni fa del Tar-Tribunale amministrativo regionale del Lazio, dà ragione al ministero guidato da Enrico Giovannini, toglie la concessione al gruppo imprenditoriale abruzzese e impone che al suo posto subentri l’Anas. Il Consiglio di stato ritiene in sostanza che quelle autostrade siano pericolose e quindi da sottrarre proprio nel giorno del grande esodo estivo d’agosto ai Toto, considerati inadempienti e inaffidabili, e le passa all’Anas, ritenuta invece un fulmine di guerra, un’azienda con tutti i crismi del caso.
Il Tar del Lazio cinque giorni fa, ribadendo una precedente sentenza del 12 luglio dello stesso tribunale, aveva invece sostenuto che due erano gli interessi in ballo, da una parte il rischio che il gruppo Toto saltasse in aria in seguito alla revoca della concessione con tutte gli effetti sociali a cascata a cominciare dagli inevitabili licenziamenti di centinaia di persone per di più in una regione economicamente debole come l’Abruzzo. Dall’altra parte il rischio che il Tar aveva preso in considerazione era la sicurezza di quei tracciati. Ma di fronte alla circostanza che su questo versante non erano state prodotte novità sostanziali, i giudici amministrativi avevano alla fine privilegiato l’aspetto della stabilità economica rinviando la valutazione nel merito al 21 settembre.
Ribaltone urgente
Il ribaltone avviene con una procedura di urgenza assoluta. Alla vigilia dell’esodo, alle ore 22 di venerdì sera l’Avvocatura generale dello stato invia un ricorso al Consiglio di stato contro la decisione del Tar su Strada dei parchi. Con una rapidità eccezionale appena 13 ore dopo, la mattina di sabato 31 luglio alle 11, il giudice monocratico del Consiglio di stato sostiene che quelle autostrade sono insicure e quindi va ritirata la concessione ai Toto e passata all’Anas. Sabato mattina alle ore 8.48 la decisione viene resa ufficiale con un atto pubblico firmato digitalmente. Qui però finisce la strabiliante velocità della procedura perché alla fine della serata di lunedì primo agosto l’Anas, cioè l’azienda subentrante che avrebbe dovuto garantire chissà con quali poteri taumaturgici e in quattro e quattr’otto una svolta radicale per la sicurezza garantendo gli automobilisti dell’esodo, a quanto risulta a Domani non si era premurata di farsi viva con il gruppo Toto per prendere in consegna i beni in questione.
La partita ancorché assai confusa e concitata è tutt’altro che terminata, la sentenza del Consiglio di stato ha tutta l’aria di essere solo un passaggio. Intanto lo stesso Consiglio si pronuncerà di nuovo il 25 agosto con una sentenza emessa non da un giudice monocratico, ma da una corte collegiale. Poi a settembre toccherà di nuovo al Tar del Lazio. Intanto il 2 agosto la Camera dovrebbe dare il suo voto favorevole e definitivo al decreto ministeriale di revoca della concessione al gruppo Toto firmato il 14 giugno dal dirigente della Vigilanza autostradale Felice Morisco che ha fornito l’innesco a tutta la complicata faccenda. Quel decreto è già stato votato dal Senato che ha però introdotto importanti modifiche. Due in particolare hanno tutta l’aria di essere bombe a orologeria su tutta l’operazione in corso.
Bombe a orologeria
La prima modifica riguarda l’introduzione del controllo preventivo della Corte dei conti sulla società Strada dei parchi in considerazione della circostanza che Anas è una società pubblica. Il magistrato interno all’Anas della Corte dei conti potrebbe chiedere che sia fatta chiarezza su un aspetto fino a oggi sostanzialmente eluso e cioè il calcolo di quanto alla fine tutta l’operazione costerà alle casse pubbliche. Perché sia nel caso i Toto risultino soccombenti al termine delle cause che si preannunciano estenuanti sia a maggior ragione se dovessero risultare vittoriosi, lo stato dovrà comunque sborsare un bel po’ di soldi. La seconda novità votata dal Senato riguarda la cosiddetta clausola sociale e cioè l’obbligo della società subentrante, cioè l’Anas, di assumere tutti i dipendenti dei Toto che a vario titolo e con società diverse si occupano di autostrade.
Si tratta di un migliaio di persone circa per cui l’Anas di colpo passerà da un organico di circa 6.300 persone a 7.300. Con un aggravante: la legge approvata al Senato stabilisce che tutti quanti i lavoratori in transito dovranno conservare il tipo di contratto che li legava al gruppo Toto per cui l’azienda pubblica Anas si troverà di colpo a gestire una bella fetta di dipendenti con un contratto diverso dagli altri. Da tutto ciò si evince che sulla revoca della concessione al gruppo Toto si sta giocando una poco edificante guerra sulla pelle degli automobilisti tra apparati dello stato contro un imprenditore privato. Perché in mezzo al mulinare di colpi nessuno ha ancora stabilito in maniera certa, inequivocabile e ufficiale se quelle autostrade siano pericolose o no.
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