Apre il 3 giugno la piattaforma con i bonus per comprare auto a basse emissioni: previsti fondi per un miliardo, con sconti maggiori per i modelli elettrici e per chi ha un Isee basso. Il decreto ha avuto un iter travagliato e i ritardi hanno rallentato il mercato. Le tensioni con Stellantis e la ricerca di un secondo produttore
Se ne è parlato per mesi, a forza di anticipazioni e promesse che hanno spinto in molti a rinviare l’acquisto di una nuova auto. Dopo una lunga attesa sono arrivati gli incentivi 2024 per comprare veicoli a basse emissioni. Il decreto della presidenza del Consiglio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e dal 3 giugno sarà attiva la piattaforma Ecobonus per prenotare gli incentivi. Bonus che, secondo le stime, dovrebbero portare a oltre 80mila acquisti di nuovi veicoli, di cui fino a 25mila full electric.
Il piano ha tre obiettivi: favorire la rottamazione delle macchine più vecchie, dato che abbiamo il parco auto più inquinante d’Europa, sostenere le famiglie a basso reddito e incoraggiare la produzione di veicoli in Italia. «Sui mezzi elettrici siamo in ritardo perché con i bonus degli anni scorsi i consumatori si sono comprati auto ibride, che costano meno – ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso – Le risorse vanno soprattutto alle famiglie: non voglio finanziare l’acquisto di Maserati ma di mezzi sostenibili prodotti in Italia».
Il cammino del decreto, annunciato al tavolo dell’automotive il 1° febbraio, è iniziato solo il 2 aprile. A firmarlo sono i ministeri delle Imprese e del Made in Italy, dell’Economia, dei Trasporti e dell’Ambiente. Il 15 aprile il testo è passato al vaglio della Corte dei conti, che ha avuto trenta giorni per fare i controlli. Un vaglio superato senza rilievi, da cui l’entrata in vigore e l’apertura del sito di Invitalia.
Negli ultimi mesi non sono mancati gli appelli delle associazioni di categoria, dalle case automobilistiche a Federcarrozzieri fino ai sindacati, perché si accorciassero i tempi: il mercato dell’elettrico ha rallentato, con gli utenti in attesa di sfruttare i contributi previsti dall’Ecobonus. Con il lancio del sito gli occhi saranno quindi puntati sull’andamento dei fondi disponibili. Si prevede un click day con esaurimento rapido dei bonus per le auto termiche, dato che i concessionari hanno accumulato molti ordini.
Un miliardo per non inquinare
Le risorse a disposizione ammontano a un miliardo di euro: ai 953 milioni del 2024 si aggiungono altri 50 milioni ereditati dagli scorsi anni. Dei fondi disponibili, 782 milioni sono destinati all’acquisto di auto nuove, 20 a quelle usate (una somma che basta solo per 10mila auto), 50 milioni al noleggio a lungo termine per i privati e altri 10 per la conversione a gas o a metano di auto a benzina. I restanti 91 milioni sono riservati all’acquisto di moto e veicoli commerciali.
Il meccanismo mantiene la divisione delle auto in tre categorie, premiando le minori emissioni di CO2, e applica sconti in caso di rottamazione di un vecchio mezzo. A cambiare sono gli importi per chi compra auto termiche poco inquinanti, ibride plug-in o elettriche. Il contributo massimo sale da 5mila a 13.750 euro nel caso di una famiglia a basso reddito che rottama un’Euro 2: la novità è rappresentata dall’extra bonus del 25 per cento per auto elettriche o plug-in che ottiene chi ha un Isee sotto i 30mila euro.
Come è noto, a richiedere il bonus sulla piattaforma online sarà il concessionario o il rivenditore, che riceverà conferma in base alla disponibilità residua del fondo. Il rivenditore girerà poi lo sconto al cliente tramite compensazione del prezzo d’acquisto. Il costruttore rimborserà al concessionario il contributo erogato e riceverà i documenti per recuperare il contributo, rimborsato dallo stato come credito d’imposta.
Auto elettriche in stallo
Dei 782 milioni disponibili per l’acquisto di nuove auto, 240 sono destinati alle vetture elettriche con prezzo non superiore a 35mila euro. Senza rottamazione c’è un contributo di 6mila euro, che sale fino a 11mila rottamando una vecchia auto. Tra i modelli che accedono al bonus c’è ad esempio la Jeep Avenger, che in caso di rottamazione passa da 29.700 a 23.700 euro. Più economica è la piccola Dacia Spring, acquistabile con 4.150 euro da chi ha un Isee basso.
Gli incentivi arrivano in una fase cruciale per la transizione all’elettrico, con un mercato green che in Italia stenta a decollare. Nel 2023 il 14 per cento delle auto vendute in Europa sono state elettriche, mentre da noi la quota di mercato delle Bev si è fermata al 4 per cento. Le immatricolazioni sono in crescita, ma meno che in altri paesi. Tra le barriere all’acquisto ci sono i prezzi elevati, la scarsa capillarità dei punti di ricarica e i tempi troppo lunghi per ricaricare le batterie.
Del resto, ancora oggi comprare un’elettrica non conviene a tutti. Al di là del costo, molto dipende dalle esigenze e dalle abitudini dell’automobilista. Non tutti hanno un garage o un posto auto per la ricarica domestica, che costa due o tre volte meno rispetto alle colonnine pubbliche. E l’elettrico, almeno per ora, è più adatto a chi si muove in città o percorre distanze brevi (meno di cento chilometri al giorno), visti gli alti prezzi di ricarica delle colonnine fast in autostrada.
C’è chi preferisce il diesel
Con il nuovo schema più soldi arrivano per le ibride plug-in, quelle che interessano maggiormente a Stellantis (che produce due Jeep a Melfi e l’Alfa Romeo Tonale a Pomigliano). I 150 milioni destinati a questi veicoli, capaci di fare decine di chilometri con il solo motore elettrico, finanziano auto con prezzo massimo di 45mila euro. Il contributo è di 4mila euro senza rottamazione, a cui se ne aggiungono 4mila se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 2. Con Isee basso e rottamazione si può invece arrivare a 10mila euro di bonus.
La fascia prediletta da chi guida resta però la terza, con le auto a motore tradizionale a basso consumo. Anche in questo caso, il prezzo massimo deve essere pari o inferiore a 35mila euro. L’incentivo diminuisce rispetto alle precedenti tornate: è di 3mila euro se si rottama un veicolo vecchio e cala con la rottamazione di un’Euro 3 o 4. È così che la Volkswagen T-Roc potrà passare da 30.100 a 27.100 euro e la Toyota Yaris Cross costerà 21.550 euro.
La produzione di Stellantis
Agli incentivi statali si potranno sommare le promozioni pensate dalle case automobilistiche per rilanciare le vendite. Si tratta di altri 2.500 euro di sconto sul prezzo di listino, che porteranno a un risparmio massimo di 16mila euro. È il caso di Stellantis, che ha aggiunto offerte specifiche per Fiat, Alfa Romeo e Jeep. La principale riguarda la 500 elettrica di Mirafiori, con il social leasing by Fiat: i primi mille clienti con Isee sotto i 30mila che rottameranno una vecchia auto potranno avere la 500 gratis per un periodo di tre anni.
Nei mesi scorsi Stellantis si è tanto spesa per l’approvazione dei bonus, dai quali l’ad Carlos Tavares ha fatto dipendere i nuovi investimenti in Italia. Nell’ultimo anno non sono mancate le tensioni con il governo, dopo la vaga promessa del gruppo di produrre un milione di auto. Risalgono a pochi giorni fa il sequestro delle Fiat Topolino prodotte in Marocco (notizia data da Domani) e la scelta di rimuovere il tricolore dalla Fiat 600 assemblata in Polonia.
«Ci aspettiamo che il nuovo piano faccia crescere la produzione: non possiamo spendere soldi per incentivare auto prodotte all’estero e importate nel nostro paese – ha detto Urso – Dal prossimo anno i bonus non saranno diretti al consumo ma alla produzione. È un modo per favorire chi vuole costruire da noi». Che sia Stellantis o una seconda casa automobilista, dalla Tesla di Elon Musk alle cinesi Byd o Chery. L’importante è che produca in Italia e con componentistica italiana.
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