Il gruppo tedesco ha in questo momento solo il 5 per cento dell’offerta complessiva dall’Europa verso il Sud America contro il 20 per cento circa dei suoi primi competitor. Rafforzare lo scalo di Fiumicino con voli verso il Nord e Sud America è un passaggio importante
Lo scontro tra la Commissione europea e il governo italiano sull’ingresso di Lufthansa in Ita, la ex Alitalia, si è acceso in queste settimane, innescato dalle parole di Giorgia Meloni, che ha attaccato Buxelles e in particolare il commissario Paolo Gentiloni, accusandoli di lentezza nell’analisi del processo di aggregazione. La partita, però, difficilmente potrà risolversi velocemente.
Va detto innanzitutto che il processo di acquisto del 41 per cento di Ita da parte di Lufthansa deve avere l’approvazione da parte della Commissione, poiché si tratta di un’aggregazione con un potenziale impatto sulla concorrenza nel mercato italiano.
Gli slot di Linate
In particolare, la partita si gioca sui “preziosi” slot di Milano Linate, dove Ita ha storicamente una posizione di forza grazie all’eredità di Alitalia con circa il 60 per cento del totale dell’aeroporto. Gli slot su questo scalo sono limitati e l’aggregazione con il gruppo Lufthansa potrebbe portare ad una situazione di posizione dominante che Bruxelles (e le altre compagnie aeree) difficilmente potrebbero accettare. È probabile, quindi, la Commissione obblighi le parti in causa a rilasciare alcuni slot, ma il processo e le scelte sono alquanto complesse.
L’urgenza del governo si spiega facilmente: Ita ha bisogno della ricapitalizzazione di 310 milioni di euro da parte di Lufthansa e di altri 250 milioni dallo Stato azionista. In caso contrario, il prossimo inverno, potrebbero esserci problemi liquidità per la compagnia.
Per quanto riguarda gli assetti competitivi sul mercato aereo domestico italiano, la quota complessiva delle prime cinque compagnie sfiora il 98 per cento, con Ryanair in testa con quasi il 50 per cento. Ita è al secondo posto con circa il 20 per cento e prevede di incrementare la propria flotta da 71 a 94 aeromobili nei prossimi anni anche grazie al piano industriale sviluppato insieme a Lufthansa.
Rotta verso il Sud America
Chiaramente questa strategia va di pari passo con l’ingresso del gruppo tedesco nell’azionariato e di una maggiore integrazione del network di Ita con il nuovo partner. Lufthansa ha già annunciato che vuole sviluppare il mercato italiano verso l’intercontinentale e in particolare verso il Sud America, puntando sull’hub di riferimento di Ita, cioè Roma.
Il gruppo tedesco ha in questo momento solo il 5 per cento dell’offerta complessiva dall’Europa verso il Sud America contro il 20 per cento circa dei suoi primi competitor, il gruppo AirFrance – Klm e il gruppo Iag (che comprende tra gli altri Iberia e British Airways).
Rafforzare lo scalo di Fiumicino con voli verso il Nord e Sud America è un passaggio importante sia per Ita che per Lufthansa, che punta a crescere ancora verso queste destinazioni.
D’altra parte, riuscire a portare i propri passeggeri da tutto il network italiano (ed europeo) verso Fiumicino affinché poi questi possano proseguire sui voli a lungo raggio, è forse l’unica strategia possibile per Ita per resistere alla concorrenza degli altri player europei. Una strategia che può funzionare all’interno di una grande compagnia come Lufthansa, realizzando economie di scala e di network con il primo gruppo aereo europeo.
Solo in questo modo Ita potrebbe tornare in attivo dopo le perdite iniziali. Non sarà per nulla facile, anche insieme al gruppo Lufthansa, ma non ci sono altre possibilità all’orizzonte. Ultimata la vendita del primo 41 per cento, Lufthansa potrà prendere il controllo del gruppo. Ita può avere un futuro solo dentro il grande gruppo tedesco, che è uno dei grandi vettori verso il ricco mercato italiano, ma non sarà comunque facile per la compagnia italiana riuscire fare profitti in un mercato complesso come quello post-Covid.
Le complicazioni rimangono e si svilupperanno nei prossimi mesi, anche finita l’ennesima polemica del governo contro la Commissione Ue.
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