Il presidente Ruffino, morto suicida, aveva rastrellato un quarto del capitale senza comunicarlo. Milioni di azioni vendute dal fondo Negma di Dubai. Anche la procura avvia nuovi accertamenti
Dopo due mesi di scambi frenetici, la Consob batte finalmente un colpo sul caso Visibilia editore e scopre che gli assetti azionari della società fin qui comunicati al mercato non sono quelli reali.
In sostanza, tra giugno e luglio, il presidente della società Luigi Ruffino ha accumulato un altro 27 per cento del capitale dell’azienda fino all’estate scorsa controllata dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. A conti fatti, la partecipazione di Ruffino è arrivata al 73 per cento contro il 46 per cento dichiarato.
Il risultato delle indagini dell’Authority che vigila sulla Borsa, rese pubbliche ieri, fa crescere sconcerto e confusione attorno a una vicenda di per sé già abbastanza ingarbugliata. Punto di svolta è la sera di sabato 5 agosto, quando Ruffino si è suicidato con un colpo di pistola nella sua abitazione milanese.
Dal lunedì successivo, i titoli Visibilia, già in tensione da qualche settimana, hanno letteralmente preso il volo: da 0,38 euro la quotazione è volata al record di 1,94 euro toccato il 23 agosto, quando ha rapidamente perso terreno fino al prezzo di 0,66 euro fatto segnare martedì scorso, ultimo giorno prima della sospensione delle contrattazioni disposta ieri dalla Borsa. Un rialzo da record, praticamente il prezzo si è moltiplicato per cinque mentre passava di mano quasi la metà del capitale sociale.
Consob ha comunicato di aver reso pubbliche solo «alcune delle informazioni acquisite nel corso della propria azione di vigilanza». È quindi probabile che l’indagine sia ancora in corso, mentre proprio oggi è in calendario la riunione del consiglio di amministrazione di Visibilia che dovrà esaminare i conti dei primi sei mesi dell’anno. Risale a martedì, invece, la notizia che l’Agenzia delle entrate ha dato via libera all’accordo per restituire nell’arco di dieci anni il debito per imposte non pagare da Visibilia srl, un’altra società della galassia Santanchè che quindi, grazie a questa intesa, ora dovrebbe essere in grado di evitare il fallimento.
La procura indaga
Gli accertamenti della Consob sui movimenti azionari di Ruffino hanno anche innescato una nuova indagine della procura di Milano, che ha già in corso un’inchiesta su Visibilia editore per falso in bilancio e bancarotta, inchiesta che è costata un avviso di garanzia a Santanchè.
Nei prossimi giorni non sono quindi da escludere nuove sorprese che potrebbero rimettere in discussione il futuro di una società da tempo in grave difficoltà finanziaria. La ministra del Turismo si era defilata dall’azionariato nell’autunno scorso, passando di fatto la mano a Ruffino, un manager ben noto agli ambienti della destra milanese, a cominciare dalla famiglia del presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Il nuovo socio di maggioranza, che possedeva anche una società di amministrazione di condomini, la Sif pure quotata in Borsa, era sceso in campo nel tentativo di evitare un crack che avrebbe avuto conseguenze pesanti sul fronte giudiziario anche su Santanchè, la precedente azionista di comando. Alla luce di quanto sta emergendo, il compito del manager milanese potrebbe essersi rivelato ancora più difficile del previsto, tra conti in rosso e manovre di Borsa.
Con la morte di Ruffino, un gesto che non ha ancora trovato una spiegazione, neppure nei laconici biglietti lasciati ai famigliari, tutto torna in discussione. È possibile, anche se improbabile, che la mancata comunicazione di movimenti azionari così rilevanti sia frutto di una dimenticanza.
D’altra parte, se gli acquisti fossero stati taciuti intenzionalmente, le speranze di farla franca sarebbero state fin da subito molto scarse. Di sicuro, nei mesi estivi un’enorme quantità di titoli Visibilia è passata di mano. Movimenti che tradotti in euro valgono una manciata di milioni, vista la scarsa capitalizzazione della società, ma sono comunque a dir poco sorprendenti per una società con i conti in rosso cronico.
Manovre a Dubai
Un altro elemento importante da segnalare è che tra ottobre dell’anno scorso e il luglio scorso il numero delle azioni della piccola società editoriale si è praticamente moltiplicato per quattro: da 2 a 8 milioni. In parte questo è stato l’effetto della conversione dei prestiti obbligazionari sottoscritti a suo tempo dal fondo Negma con base a Dubai. L’intervento del fondo, di cui non si conoscono i sottoscrittori, era previsto da un accordo rinnovato nel 2021 e siglato dall’allora presidente Santanché.
In pratica Negma ha pompato risorse fresche nelle casse esauste di Visibilia e si è poi defilato incassando una plusvalenza e una commissione per l’intervento. È quindi probabile che Ruffino, oltre a sottoscrivere la sua quota di un aumento di capitale attuato a giugno, abbia anche comprato una quota rilevante dei titoli ceduti dal fondo di Dubai, che ancora nel novembre scorso dichiarava di possedere quasi il 13 per cento di Visibilia, una quota scesa all’8 per cento nel febbraio successivo.
Grazie agli acquisti di Ruffino il cerchio si è chiuso. Il socio di Dubai ha abbandonato il tavolo e Visibilia ha trovato un nuovo padrone, che però secondo quanto ha scoperto la Consob ha rastrellato una quantità di titoli senza renderne conto al mercato, come prevede la legge. E adesso il destino della società fondata e a lungo gestita dalla ministra è, se possibile, ancora più incerto.
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