Sul tavolo del governo due anni in più di super ecobonus al 110 per cento, ritorno della tassa sui money transfer, web tax più pesante, spinta all'incentivo Resto al Sud e risalita dell'accisa sulle sigarette elettroniche e la patrimoniale di Orfini e Fratoianni. Relatori e ministero dell’economia stanno valutando
- La legge di Bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre e i lavori sono più in ritardo che mai. Il governo sta valutando le proposte di modifica che i partiti hanno presentato alla Camera e su cui dovrà dare parere favorevole o contrario.
- I gruppi parlamentari hanno "segnalato” le modifiche a loro più care. Solo 900 emendamenti andranno effettivamente al voto. Uno tra tutti, quello sulla patrimoniale Pd-LeU che ha acceso gli animi della maggioranza e, soprattutto, delle opposizioni.
- Le proposte sono le più disparate: vanno dai due anni in più di super ecobonus al 110 per cento, a una web tax più pesante, fino alla spinta all'incentivo Resto al Sud e la risalita dell'accisa sulle sigarette elettroniche.
Estensione del meccanismo del reverse charge, due anni in più di super ecobonus al 110 per cento da applicare anche al cambio delle caldaie senza ulteriori vincoli, ritorno della tassa sui money transfer, web tax più pesante, spinta all'incentivo Resto al Sud e risalita dell'accisa sulle sigarette elettroniche.
La legge di Bilancio più in ritardo di sempre porta con sé questi e altri temi all'attenzione del governo, che sta svolgendo l'istruttoria degli emendamenti che i partiti hanno presentato alla Camera e su cui dovrà esprimersi con parere favorevole o contrario.
Il primo fascicolo superava quota 7 mila, ma dopo il consueto passaggio delle inammissibilità (che ne ha ridotto fortemente il numero), i gruppi parlamentari hanno "segnalato” le modifiche a loro più care. Solo 900 emendamenti andranno effettivamente al voto. Uno tra tutti, quello sulla patrimoniale sui super ricchi – a firma Pd e Leu – che ha acceso gli animi all'interno della maggioranza e, soprattutto, delle opposizioni.
In ritardo
Rispetto al passato, complice anche il Covid-19 e il lavoro sul Recovery plan, l'esame della manovra è fortemente in ritardo. In commissione Bilancio non si inizierà a votare prima del fine settimana, ma è alquanto probabile che la commissione proceda con le alzate di mano solo dalla prossima. Il ministero dell’Economia, che sta esaminando gli emendamenti, non è pronto con tutti i pareri. Sottosegretari e tecnici sono impegnati contemporaneamente sul decreto legge Ristori (di cui si occupa il Senato) e dunque è sempre più probabile che si entrerà nel vivo solo dopo il 14 dicembre, giorno in cui il decreto andrà in aula a Montecitorio.
I prioritari
Nel frattempo, il governo e i relatori Stefano Fassina (Leu) e Marialuisa Faro (M5s) stanno vagliando la lista degli emendamenti di maggioranza considerati prioritari e con chance di passare. Sono meno di un centinaio. In ballo c'è il tema della proroga del super ecobonus al 110 per cento per gli edifici. M5s, Pd, Italia Viva, Leu con un emendamento firmato da oltre cento deputati, segno che il tema sta molto a cuore, chiedono di prorogare il credito d'imposta per i lavori eseguiti fino a fine 2023 (oggi il termine è fissato al 31 dicembre 2021) e di estendere la sua applicazione anche alla coibentazione dei tetti, alla sostituzione delle caldaie (senza vincoli sulle classi energetiche) e agli interventi nelle abitazioni dove non ci sono i riscaldamenti (molte delle quali al Sud).
Il governo potrebbe dare il suo ok all'estensione del meccanismo di reverse charge (l'inversione contabile dell'Iva dal venditore al compratore) al pellet, alla proroga dell'ecobonus per l'acquisto di auto a basso impatto (elettriche e ibride) fino a fine 2021, al congedo parentale di dieci giorni (anziché sette) sia per quest'anno sia per il prossimo e all'applicazione della cedolare secca al 21 per cento per gli affitti dei negozi, chiesta sia da Iv che da M5s.
Web tax e “resto al sud”
In una delle molteplici riunioni tra maggioranza e governo previste in questi giorni si discuterà molto probabilmente anche della web tax. In maggioranza c'è ancora chi spinge per il rinvio – in attesa di un accordo più ampio in Europa e con gli Stati Uniti – ma nel frattempo il M5s porta avanti la sua linea dura: con un emendamento punta ad aumentare dall'attuale 3 per cento al 5 per cento l'aliquota da applicare all'ammontare dei ricavi 'digitali' dei big del web, come Amazon e Google. Nel pacchetto degli emendamenti attenzionati c'è pure un ulteriore intervento per le regioni del Mezzogiorno proposto sempre dai 5 stelle, che allargherebbe la misura “Resto al sud” anche a coloro ha tra i 45 e i 55 anni. L'incentivo è destinato alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende e partite iva nelle regione del Sud e nelle aree del cratere del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria), con un finanziamento massimo di 50 mila euro, che al momento è previsto solo per coloro che hanno tra i 18 e i 45 anni. Relatori e governo stanno approfondendo anche l'estensione della garanzia del fondo Pmi alle società finanziarie e di assicurazione, e il dietrofront – chiesto da i 5 stelle – sullo stop alla tassa sui money transfer. La versione della manovra entrata in Parlamento ha cancellato il balzello introdotto nel 2019. Mancano le sanzioni e quindi, secondo il Governo, non è stato possibile procedere con l'attuazione. I 5 stelle puntano a lasciare le cose così come sono per recuperare un gettito di quasi 65 milioni di euro dal 2021, grazie all’imposta dell'1,5 per cento sui trasferimenti di denaro verso Paesi extra Ue.
Le altre ipotesi
Governo e relatori potrebbero aprire le maglie e dare il via libera a una richiesta arrivata dalla commissione Affari costituzionali e firmata dal presidente Giuseppe Brescia: 5 milioni di euro, dal 2021, per i comuni di frontiera interessati ai flussi migratori. Allo studio anche risorse per il contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere (ballano 3 milioni di euro in tre anni) e l'aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche. Su questo tema il pressing arriva da tutte le parti, sia dal M5s sia dalle opposizioni. La richiesta è di alzare l’accisa fino al 50 per cento per il tabacco riscaldato. Gli aumenti sarebbero notevoli, quasi due euro a pacchetto, e quindi si lavora per un rialzo molto più soft. Sempre che si faccia.
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