È approdata in Consiglio dei ministri il 15 ottobre, in anticipo rispetto a quanto previsto, la legge di Bilancio 2025. Il governo ha accelerato l’esame del testo della manovra, che sarà presentata alla Camera (da dove quest’anno parte la sessione di bilancio) il 21 ottobre. L’iter normativo porterà poi, entro il 31 dicembre, all’approvazione del ddl definitivo, per cui servono coperture per 30 miliardi.

Non tutte le risorse sono al loro posto ma una mano, come ogni anno, è arrivata dal decreto fiscale collegato alla manovra, che serve anche ad anticipare alcune spese – dall’adeguamento delle pensioni al bonus Natale – per liberare risorse. Dal Cdm è arrivato il via libera a questo testo e al Documento programmatico di bilancio (Dpb), la cornice della manovra inviata alla Commissione europea.

Se lo scorso autunno i parlamentari di maggioranza avevano il mandato di non presentare emendamenti per non stravolgere l’impianto della legge, è difficile che lo schema si ripeta anche quest’anno, alla terza manovra del governo Meloni. Una legge che destinerà poco più di 1,5 miliardi per sostenere le famiglie e la natalità, con il ritorno del bonus nascite e il salvataggio del bonus ristrutturazioni.

Il quoziente familiare

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva annunciato che una delle priorità della manovra sarebbe stata l’aiuto alle famiglie, con misure a sostegno di quelle più numerose. Per questo il governo interverrà sul sistema delle detrazioni fiscali, cioè quegli importi che si possono detrarre ogni anno nella dichiarazione dei redditi e che riducono le imposte da pagare (come le spese sanitarie o gli interessi sul mutuo).

Cambia il peso del numero di familiari a carico per il computo delle detrazioni: più sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli sconti di cui si può beneficiare. Un modo per premiare i nuclei numerosi con redditi bassi, ma che finisce per penalizzare i single. I tecnici metteranno a punto un quoziente familiare seguendo la traccia di quello adottato per delimitare l’ambito di applicazione del superbonus. La stretta non sarà retroattiva e riguarderà solo i finanziamenti erogati da gennaio.

Il bonus nascite

A sostegno delle famiglie con figli sono rafforzate le misure sui congedi parentali all’80 per cento, che salgono da due a tre mesi, e viene introdotta una “carta per i nuovi nati”, un sussidio da mille euro per i neogenitori con Isee sotto i 40mila euro. Nelle intenzioni di Meloni dovrebbe essere un provvedimento di forte impatto, ma di fatto è una replica del bonus bebè previsto nelle passate legislature anche da altri governi. «Il nome definitivo, comunque, lo deciderà la presidente del Consiglio», ha detto Giorgetti.
 

L’assegno unico

La manovra prevede anche il potenziamento del bonus per la frequenza degli asili nido e modifiche all’assegno unico universale per i figli a carico, i cui versamenti verranno esclusi dal computo dell’Isee (almeno ai fini del bonus asilo nido). In questo modo il governo rimedia – almeno in parte – all’errore dello scorso anno, per cui molte famiglie si sono ritrovate con un Isee più alto a causa dell’assegno e per questo hanno perso altre agevolazioni.

Tra le misure di carattere sociale c’è poi il rifinanziamento della carta Dedicata a te, utile per l’acquisto di beni alimentari e di prima necessità. La carta è destinata ai nuclei familiari con Isee inferiore ai 15mila euro, a cui sono riservati 500 milioni. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha anche confermato il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, come già era stato nel 2024. La riduzione dovrebbe costare circa 400 milioni.

Ristrutturare casa

Il governo torna indietro sulla stretta ai bonus edilizi. Se la legge di riforma del superbonus aveva stabilito un décalage del bonus ristrutturazioni, con una riduzione dal 50 al 36 per cento nel 2025, la legge di Bilancio salva il bonus ancora per un anno. Ma solo per le prime case, con tetto di spesa a 96mila euro: per le seconde case si conferma la riduzione del bonus al 36 per cento, con tetto di spesa a 48mila euro. È inoltre prevista la proroga del bonus fiscale al 50 per cento per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Sempre in tema casa, uno degli impegni assunti nel Piano strutturale di bilancio (Psb) – ma che probabilmente sarà escluso dalla manovra – riguarda l’aggiornamento delle rendite catastali degli edifici ristrutturati con il superbonus. Si tratta di quasi mezzo milione di immobili. Sarebbe il primo passo della riforma del catasto, attesa nel 2026 ma attualmente in stand by, che permetterà di censire anche le case “fantasma”, quelle costruzioni che esistono ma non sono mai state dichiarate.

Accise rinviate

Il Consiglio dei ministri ha esaminato anche un decreto in materia di energia, che però non contiene l’atteso bilanciamento delle accise sui carburanti, un tema scomodo per i partiti al governo (che in passato erano a favore di una loro riduzione). L’armonizzazione, richiesta dalle direttive Ue in materia di sussidi ambientalmente dannosi, dovrebbe realizzarsi con un taglio delle accise sulla benzina e un rialzo di quelle sul diesel pari a cinque centesimi in cinque anni.

A questo proposito, per i camionisti dovrebbero essere confermati gli aiuti fiscali in vigore sulla base di una direttiva comunitaria del 2003. Tutto lascia pensare che il governo regolerà le accise con un prossimo decreto a tema fisco o che lascerà al parlamento il compito di decidere. Il decreto vagliato in Cdm ha invece esteso da due a quattro anni l’autorizzazione “a mezzo di patentino” per la vendita di tabacchi, semplificando la vita ai gestori delle rivendite.

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