La Mita Spa di Padova che si occupa di zincatura a caldo ha ringraziato con un buono spesa gli operai che non hanno aderito allo sciopero nazionale dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale. L’indignazione dei sindacati che invitano i lavoratori «a rifiutare questa umiliazione». Pronta la denuncia per comportamento antisindacale
Un buono spesa da 50 euro per “ringraziare” i lavoratori che non hanno aderito allo sciopero nazionale dei metalmeccanici del 28 marzo scorso: è questa la mossa di Mita Spa, azienda padovana specializzata nella zincatura a caldo, che ha scatenato l’ira dei sindacati e aperto un nuovo fronte di scontro nel già teso panorama delle relazioni industriali.
La decisione, comunicata attraverso una lettera recapitata agli operai, è stata bollata come un’azione antisindacale da Fim, Fiom e Uilm, che hanno annunciato una denuncia alla magistratura e chiesto a Federmeccanica un intervento deciso.
Il caso
Lo sciopero nazionale di 8 ore, indetto lo scorso 28 marzo da Fim, Fiom e Uilm, è stato un momento cruciale nella mobilitazione per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) Federmeccanica-Assistal, scaduto il 30 giugno 2024. Una protesta che ha visto un’alta adesione in tutta Italia, con oltre 40mila metalmeccanici coinvolti solo nel Padovano, per chiedere aumenti salariali certi, tutele contro la precarietà e migliori condizioni di lavoro. Ma la Mita Spa, situata a Conselve, nella zona industriale di Padova, ha scelto di incentivare economicamente chi ha deciso di non incrociare le braccia.
Nella lettera recapitata agli operai si legge: «L’azienda intende ringraziarvi per la scelta di essere presenti al lavoro nella giornata di venerdì 28 marzo 2025, contribuendo alla continuità operativa e al rispetto degli impegni presi con i clienti. A testimonianza dell’apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrato in questo momento delicato, vi informiamo che vi è stato riconosciuto un buono spesa del valore di 50 euro». Un gesto che, secondo l’azienda, vuole premiare il “senso di responsabilità”, ma che per i sindacati rappresenta un attacco diretto al diritto di sciopero, sancito dalla Costituzione.
La reazione di Fim, Fiom e Uilm non si è fatta attendere: «È intollerabile la decisione della Mita Spa di Padova che ha premiato con un buono spesa di 50 euro i lavoratori che non hanno aderito allo sciopero del 28 marzo», dichiara in un comunicato congiunto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. «Invitiamo i lavoratori di Mita Spa a rifiutare questa umiliazione e a lottare per il rinnovo del contratto nazionale che restituisce dignità a tutti i lavoratori – continua Palombella – e avvieremo immediatamente una denuncia alla magistratura per attività antisindacale. Ci aspettiamo da parte di Federmeccanica un provvedimento urgente di condanna e di espulsione di Mita Spa».
Un precedente scomodo
Non è la prima volta che Mita Spa finisce nel mirino dei sindacati per comportamenti ritenuti antisindacali. Nel 2018, l’azienda fu al centro di un altro episodio controverso: il mancato rinnovo del contratto a Maurizio Beggio, un operaio vittima di un infortunio sul lavoro l’anno precedente. Beggio, che aveva subito un grave incidente nel 2017 durante le operazioni di zincatura, si vide negare la continuità lavorativa al termine del periodo di malattia. I sindacati denunciarono allora una rappresaglia mascherata, accusando Mita Spa di aver punito un lavoratore per aver subito un infortunio, in violazione delle tutele previste dal Ccnl e dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.
Il caso sollevò un’ondata di proteste tra i lavoratori e portò a un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, ma non si tradusse in un’azione legale risolutiva. Per i sindacati, quell’episodio fu un segnale chiaro della linea dura adottata da Mita Spa nei confronti di chi, per motivi di salute o di lotta sindacale, non si allinea alle esigenze produttive.
Le reazioni e le prospettive
La denuncia alla magistratura annunciata dai sindacati potrebbe aprire un nuovo capitolo legale per Mita Spa. L’accusa di attività antisindacale, se provata, potrebbe portare a sanzioni e obblighi di risarcimento, oltre a danneggiare la reputazione dell’azienda. Intanto, la richiesta di espulsione da Federmeccanica mette pressione sull’associazione datoriale, chiamata a prendere posizione su un caso che rischia di compromettere la sua credibilità nel negoziato nazionale.
Dal canto suo, Mita Spa non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali oltre alla lettera inviata ai lavoratori. L’azienda, che impiega circa cento operai nella sua sede padovana, è nota per la sua attività di zincatura a caldo, un processo industriale chiave per la protezione dell’acciaio dalla corrosione. Ma ora, più che per la qualità del suo lavoro, è sotto i riflettori per una scelta che potrebbe costarle cara. Intanto a Padova, come nel resto d’Italia, la lotta per il rinnovo del Ccnl continua.
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