- I mercati vedono una recessione globale in arrivo e scatta il panico. La Bce ammette che le stime sull’inflazione sono da maneggiare con cura. Le Borse europee crollano e Milano perde più del 3 per cento.
- Deutsche Bank prevede la recessione in Germania. in Gran Bretagna il governo Truss taglia le tasse senza coperture e provoca vendite sui titoli di stato mentre la sterlina crolla sul dollaro.
- Gli spread dell’Eurozona segnano un rialzo record dal 2013: al centro della crisi questa volta non c’è la periferia, ma è la periferia che ne soffrirà di più per il rifinanziamento del debito. E il 25 settembre in Italia si sceglie chi potrà o meno maneggiare la tempesta perfetta.
Ha detto Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa di non vedere sintomi di recessione in arrivo in Italia. Ma la recessione rischia di essere globale o almeno occidentale considerati i sintomi che i mercati sembrano vedere benissimo. Sulle Borse europee oggi le vendite di titoli di stato hanno superato il livello di guardia, il rendimento dei titoli decennali tedeschi e di quelli italiani non è mai stato così alto dal 2013, cioè dopo il whatever it takes. In questo caso però non è solo la periferia dell’Eurozona al centro della crisi, anche se ovviamente è la periferia che per i costi di rifinanziamento del debito rischiano di rimetterci di più.
I futures sui titoli americani hanno aperto la giornata in negativo, in attesa del discorso del governatore della banca centrale americana Jerome Powell, dopo già tre sedute negative e hanno trascinato anche i mercati europei. A metà giornata la borsa di Milano è la peggiore in Europa, ma anche tutte le altre sono in rosso: Madrid perde il 2,75 per cento, Francoforte il 2,58, Parigi il 2,28.. Lo spread italiano sui titoli tedeschi è a 226,,4 punti, ma salgono anche tutti gli altri rendimenti sui titoli di stato europei.
«Ci aspettano tempi duri»
Solo due giorni fa Deutsche Bank, uno dei due principali istituti di credito tedeschi, ha previsto con sicurezza che in Germania ci sarà la recessione. L’indice sulle piccole e medie imprese manifatturiere tedesche elaborato da S&P Global è in calo per il terzo mese consecutivo. Come ha dichiarato il commissario agli affari economici europei Paolo Gentiloni: «Ci aspettano tempi duri». Isabel Schnabel membro del board della Bce mette in guardia pubblicamente dalle attuali stime di inflazione della stessa Bce, sostendendo che tale è l’incertezza che vanno maneggiate con cura.
Gli esperimenti americani e britannici
Dall’altra parte dell’Atlantico ci sono le decisioni della Federal Reserve che ha prospettato un periodo di rialzi dei tassi lungo e ha tagliato di ben un punto e mezzo percentuale di Pil le prospettive di crescita degli Stati Uniti e i cui effetti vanno ben oltre i confini americani.
A questo quadro già preoccupante, la Gran Bretagna ormai avviluppata in una crisi inflazionistica ben più grave che altrove aggiunge esperimenti di bilancio pericolosi. La sterlina è crollata oggi arrivando a un rapporto sul dollaro che non si vedeva dalla metà degli anni Ottanta. In parte si tratta dell’effetto delle scelte della banca centrale americana, in parte però del piano thatcheriano appena presentato dal nuovo governo Truss. Un piano tatcheriano di ampi tagli alle tasse ma anche di aiuti pubblici contro il carlo bollette. Il ministro delle Finanze, Kwasi Kwarteng ha annunciato il taglio dell’aliquota maggiore e annunciato interventi che porterebbero a un aumento storico del debito senza grandi spiegazioni sulle coperture, provocando vendite record sui titoli di debito britannico con rendimenti in aumento di oltre venti punti percentuali.
Il voto italiano
E l’Italia? Sarebbe stupido e menzognero collegare l’aumento dello spread unicamente al voto del 25 settembre, ma come dimostra il caso britannico alle elezioni si deciderà soprattutto il
governo che si ritroverà a gestire questa tempesta perfetta e che potrebbe aggravarla o meno.
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