Lo scandalo che ha investito alcuni giocatori di Serie A ha riacceso l’attenzione su un settore enorme: secondo il report «Il libro nero dell’azzardo» gioco legale e illegale valgono complessivamente 169 miliardi di euro.
Lo scandalo-scommesse che ha investito il calcio italiano ha riacceso i riflettori sulla grande industria del gioco d’azzardo. Un settore gigantesco: gli italiani bruciano in scommesse, legali e illegali, più di quanto spendono per mangiare: 169 miliardi di euro contro 160 miliardi. La stima è contenuta nel report «Il libro nero dell’azzardo», a cura della Federconsumatori e della Cgil, in collaborazione con la Fondazione Isscon. Lo studio, presentato il 13 settembre scorso alla Camera dei deputati, è la più recente fotografia scattata sul settore delle scommesse e delle lotterie: mostra che il gioco legale in Italia è arrivato a raccogliere lo scorso anno 136 miliardi di euro, il 7 per cento del Pil nazionale, con una crescita del 22 per cento rispetto al 2021.
A questa massa di denaro si aggiungerebbero i 33 miliardi delle scommesse illegali. A giocare d’azzardo almeno una volta all’anno sarebbero 18,4 milioni di italiani, e lo fanno sempre di più online, piazzando le loro puntate soprattutto in giochi di carte e roulette virtuali: il sorpasso rispetto al gioco fisico, quello con gratta e vinci, lotterie e slot machine, è avvenuto nel 2020 e lo scorso anno il gambling con smartphone e computer ha raccolto 73 miliardi. Un dato enorme che, come sottolinea il report, corrisponde all’incredibile cifra di 1.719 euro annui pro capite nella fascia d’età 18-74 anni. Il problema è che circa un milione e mezzo di questi giocatori soffrirebbero di ludopatia. E che le mafie e continuano a gestire parti del settore legale e illegale. L’azzardo online è infatti uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi.
Una passione ad alto tasso di crescita
La passione per il gioco d’azzardo degli italiani è in continua crescita: 15 anni fa la raccolta complessiva legale ammontava a poco più di 40 miliardi, ed è più che triplicata portando la sua incidenza sul Pil dal 2 a oltre il 7 per cento. Con l’avvento dell’online si sono imposti i giochi da casinò, come il poker o le roulette, e le scommesse sportive. Tra i giochi fisici, Lotto e lotterie resistono con una ventina di miliardi di giocate, le slot machine rastrellano circa 18 miliardi.
Della grande torta delle scommesse lo stato incassa quasi 15 miliardi: nel 2022 le entrate totali relative ai giochi (che includono varie imposte classificate come entrate erariali sia dirette che indirette) sono risultate pari a 14.617 milioni di euro, recitano i documenti del ministero dell’Economia. Una bella cifra a cui i governi non vogliono rinunciare, anche se sono soldi frutto di attività eticamente discutibili, se non addirittura di vere e proprie malattie sociali.
Ma tant’è: Giorgia Meloni se la prese anni fa con l’allora premier Matteo Renzi affermando che «ci fa schifo un governo che fa cassa su una malattia gravissima come la ludopatia, che porta alla disperazione quasi 2 milioni di italiani», e ora naturalmente di questo gravissimo tema non se ne parla più. Anzi, ora la squadra di Meloni intende aumentare i canoni di concessione per il gioco online e per il Lotto.
Ma più che munta, l’industria dei giochi andrebbe arginata: «Sebbene il gettito arrivi copioso, sono incassi fittizi se andiamo ad analizzare gli enormi danni economici, sociali, culturali, che l’azzardo sparge sui territori» sottolineano gli autori del volume La pandemia da azzardo edito da Altreconomia. «La prima vittima dell’enorme offerta d’azzardo è proprio il comparto legale, troppo esteso e aggredibile da interessi criminali, come dimostrano decine di indagini. Ridimensionare non significa proibire, significa allinearci ad altri paesi europei. Vuol dire tutelare i cittadini dalla dipendenza e gli operatori del settore azzardo dall’aggressione mafiosa».
Un settore in mano a gruppi stranieri
Intanto a guadagnare sulle scommesse degli italiani sono sempre di più società a capitale straniero. Lottomatica, quotata da quest’anno alla borsa di Milano, è controllata dal fondo americano Apollo. Ha mantenuto una forte presenza nel nostro Paese ed esercita la sua influenza attraverso la Fondazione Lottomatica, nel cui board siedono, tra gli altri, Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, e la magistrata Augusta Iannini, già vicepresidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali e consigliere di amministrazione della stessa Lottomatica (nonché moglie di Bruno Vespa). Anche la Sisal è finita in mani straniere: dal 4 agosto 2022 è parte di Flutter Entertainment, gruppo irlandese quotato a Londra. La Snai invece è stata acquisita nel 2018 dal colosso britannico Playtech. In più sul mercato avanzano operatori totalmente esteri: come l’inglese Bet365 che da solo raccoglie il 23 per cento di tutte le scommesse sportive online.
Il calcio è lo sport che catalizza un forte interesse da parte delle aziende di gambling. Il rapporto annuale sul settore realizzato dalla società di consulenza Pwc stima che la raccolta di scommesse sul calcio in Italia abbia raggiunto i 13,2 miliardi di euro nel 2022, altre fonti invece indicano cifre più basse, intorno a 8 miliardi. All’estero il legame tra gioco d’azzardo e calcio è molto stretto: un’analisi pubblicata dalla piattaforma specializzata Sportingpedia rivela che le aziende di scommesse sono al secondo posto dopo le compagnie aeree per numero di sponsorizzazioni delle squadre di Premier League, Ligue 1 e Bundesliga: 11 contro 12. Ma nei prossimi anni queste forme di pubblicità verranno vietate nel Regno Unito, dove il fenomeno è più diffuso.
Pallone e betting
In Italia le società di scommesse non possono piazzare il loro marchio sulle maglie ufficiali dei giocatori, ma questo non impedisce di trovare altre forme di collaborazione. L’Inter, per esempio, ha stretto un accordo con la piattaforma LeoVegas.news, che è diventata Official Infotainment Partner della squadra milanese. LeoVegas.news è un magazine online che presenta contenuti dedicati al calcio e ai suoi protagonisti. Fa parte dell’omonimo gruppo svedese di gioco online che offre scommesse, casinò, video-slot. Grazie a questa alleanza, nelle casse della squadra allenata da Simone Inzaghi entreranno 5 milioni di euro all’anno fino al 2025.
Quello dell’Inter non è un caso isolato. Lanciato nel 2012, StarCasinò Sport, un sito di scommesse e giochi da casinò con sede a Malta e facente capo al gruppo svedese Bettson, è partner del Torino, del Napoli, della Roma e di altre formazioni anche di serie B e C. Oppure c’è il caso della 1xBet, fondata nel 2007 e registrata a Cipro, che è stata dal 2018 fino al 2021 «International Presenting Partner» della Serie A. Uno dei suoi fondatori, l’oligarca Sergey Karshkov, era finito nella black list delle autorità russe per aver accettato scommesse proprio nella madre patria, senza alcuna licenza. Ed è morto improvvisamente (e misteriosamente) quest’estate in un ospedale svizzero perché vittima di una presunta reazione allergica al liquido di contrasto. Aveva solo 42 anni.
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