Secondo il calcolo del sindacato, con un terzo della forza lavoro nella pubblica amministrazione nei prossimi tre anni ci sarebbe un aumento del 10 per cento del Pil del paese. Intanto il blocco del turn over e la modifica delle norme per la pensione ha fatto aumentare l’età media del personale
Basterebbe aumentare di un terzo la forza lavoro nella pubblica amministrazione nei prossimi tre anni per avere un aumento del 10 per cento del Pil del paese. È la stima fatta da Flp, il sindacato dei lavoratori pubblici e delle pubbliche funzioni, che ha chiesto un piano straordinario di assunzioni.
Lo ha detto oggi – martedì 21 novembre – Marco Carlomagno, segretario generale del sindacato, durante un tavolo di lavoro convocato a Roma per discutere di “innovazione e politiche di sviluppo del personale. È «un grande piano di potenziamento dell’organico che si autofinanzia», ha detto, spiegando che le assunzioni dovrebbero essere concepite in questo caso come un investimento: un nuovo organico, più numeroso e competente, da un lato assicurerebbe maggiore produttività e una pubblica amministrazione più efficiente e, dall’altro, genererebbe un naturale aumento dei consumi interni.
I dati
Al contrario, l’organico oggi è sottodimensionato tra il 30 e il 50 per cento, spiegano dal sindacato, con 3 milioni e 238mila unità. Negli ultimi dieci anni è diminuito di circa 37mila unità. Inoltre, il blocco del turn over alla base della riduzione del numero dei dipendenti pubblici, congiuntamente alle modifiche delle disposizioni in materia di accesso alla pensione, hanno rappresentato gli elementi principali che hanno determinato un significativo incremento dell’età media nel pubblico impiego.
Infatti, a livello di anzianità, la pubblica amministrazione italiana è passata in vent’anni – dal 2001 al 2021 – da un’età media di 43,5 a 49,8 anni (dati Rgs). Se nel 2001 in tutti i comparti l’età media di uomini e donne non raggiungeva i 50 anni, e anzi ne era piuttosto lontana, nel 2021 si è varcata la soglia ovunque, a eccezione delle donne nel settore sanità.
L’aumento dell’età media è un problema che ne porta con sé un altro: quello della digitalizzazione, su cui infatti la Corte dei Conti ha stimato una carenza di 65mila professionalità tecniche, a fronte di una formazione necessaria ma che stenta a decollare.
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