Secondo un’analisi della fondazione Di Vittorio e del sindacato Cgil, la finestra proposta da Franco sulle pensioni coinvolgerebbe 8.524 cittadini nel 2022 e 1.924 nel 2023. «Una misura inutile», dice il sindacato.
Da Bruxelles il premier Mario Draghi ha fatto sapere di non aver mai apprezzato Quota100 e che la misura verrà gradualmente cancellata. Ma su come superarla ancora non si hanno notizie precise. Per il 2022 e il 2023, il ministro dell’economia, Daniele Franco, ha proposto una Quota 102 e una Quota 104, cioè la possibilità di andare in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi e a 66 con 38 anni di contributi. Secondo un’analisi della fondazione Di Vittorio e del sindacato Cgil, la finestra proposta da Franco coinvolgerebbe appena 10 mila persone.
Per arrivare a questa stima, la Cgil ha proiettato i dati relativi a Quota 100 in base ai nuovi criteri. «Dai nostri studi», ha spiegato Ezio Cigna, responsabile della previdenza pubblica della Cgil nazionale, «sarebbero 8.524 le persone coinvolte nel 2022 e 1.924 nel 2023».
Sulla base di queste stime, il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli ha dichiarato: «La proposta di 'Quota 102 e 104', se venisse confermata dal Governo, costituirebbe una misura inutile, che non darebbe alcuna risposta. Il punto principale non è come rendere più graduale l’uscita da 'Quota 100', ma come riformare complessivamente il sistema».
Solo 602 milioni di euro
La Cgil ha rilanciato la proposta di una flessibilità in uscita per tutti dopo 62 anni di età, cioè cinque anni in meno rispetto al limite fissato dalla legge Fornero, o 41 anni di contributi, dieci in mesi di quelli fissati dalla legge Fornero per gli uomini e un anno e dieci mesi in meno per le donne.
Ma anche interventi mirati, per donne, disoccupati, lavoratori discontinui e precosi, lavoratori gravosi o usuranti, e anche una «pensione contributiva di garanzia per i più giovani».
A oggi sono solo 602 i milioni destinati alla riforma delle pensioni all’interno della legge di bilancio. E proprio sulla legge di bilancio il governo deve rispondere anche alle richieste dei partiti.
Il leader della Lega Matteo Salvini è contrario all’aumento dei fondi per il reddito di cittadinanza (pari a un miliardo) e chiede come Forza Italia e Italia Viva di utilizzare più risorse per il taglio delle tasse.
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